Palermo, 1986.
Il maxiprocesso contro Cosa Nostra prende il via. I mafiosi che si presentano davanti alla corte sono 475, accompagnati da 200 avvocati difensori, accusati di omicidio, traffico di stupefacenti, estorsione e associazione mafiosa. Uno dei processi più grandi al mondo si conclude in primo grado con una pena totale di 2665 anni di reclusione.
Giovanni Guardiano, una sera, girovagando su YouTube, scova dei video che testimoniano le varie fasi di questo processo. La metafora gli si compone davanti agli occhi: vedendo i video dei mafiosi che si difendevano davanti alle accuse, Guardiano vede degli attori, delle maschere, che mentono davanti all’ovvio, che si inventano qualsiasi stratagemma grammaticale pur di uscire puliti dall’incastro della legge.
Così nasce “I 100 pazzi”, monologo che ripercorre in maniera ironica e sarcastica le vicende che hanno intaccato la storia d’Italia ma soprattutto della Sicilia. I mafiosi si trovano a rispondere alle pesanti accuse di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e Giuseppe Di Lello, ognuno con il suo modo di fare, ognuno con la maschera da attore che nega l’evidenza di appartenere a Cosa Nostra.
Il monologo è divertente, ritmico e veloce, che non satura mai di informazioni. Giovanni Guardiano ha detto ai nostri microfoni che “c’è stato un momento in cui ho percepito il grottesco in questi personaggi e da quel momento ho pensato che potesse essere lo spunto per uno spettacolo”. “Ho riscontrato nei mafiosi degli atteggiamenti e delle attitudini teatrali” continua Guardiano “sia nel linguaggio, sia nel modo di essere, pensando che facessero competizione a me, che nasco proprio come attore”.
“I 100 pazzi” sarà in scena domenica 26 febbraio al Teatro “Lo Spazio” in via Locri 42.