Due regine per una sola scacchiera. Quando il potere si divide, l’oggetto del contendere rimane sempre lo stesso.
Maria Stuarda è regina di Scozia. Siamo nel 1542 e la giovane regnante, che salì al trono a soli nove mesi di vita, si ritrova immersa in una contesa forse più grande di lei. In quegli anni la Scozia si riscopre calvinista, e quindi protestante, andando contro la confessione cattolica di Maria. Invece di sedare la rivolta, la regina risulta essere molto tollerante verso il suo popolo e questo non fa che aumentare il potere dei protestanti.
Maria, quindi, decide di rifugiarsi da sua cugina, Elisabetta I regina d’Inghilterra, che però sente tremare il trono sotto di lei. Molti sudditi credono che sia proprio Maria a meritare il regno d’Inghilterra ed Elisabetta, temendo di perdere il potere acquisito, decide di imprigionarla per venti lunghi anni.
Diventata ormai un’icona della Controriforma che si opponeva al protestantesimo scozzese e inglese (Elisabetta era protestante) Maria paga con la morte le sue ambizioni al trono inglese, seppure siano state velate e spinte dalla popolazione.
Questa è storia. Lo spettacolo propone di portarla sul palco, vivente, facendo assaporare i toni dell’epoca. A sipario aperto viviamo la storia di queste due donne che si ritrovano a contendersi il potere, lo scettro, il regno. Le attrici muovono i loro passi su una scacchiera che, come in una partita, vede le due regine protagoniste di una guerra fatta di mosse e contromosse, azioni e difese, inganni e raggiri.
Ogni azione dell’una corrisponde a una reazione dell’altra, il tutto contornato dagli altri attori che faranno il loro gioco, muovendosi in maniera sparsa sui toni bianchi e neri della scacchiera.
Ogni regina avrà le sue caratteristiche: Maria è emotiva e irrazionale, mentre Elisabetta sarà dura e integerrima.
Le musiche e le luci scandiranno i turni, donando un’aura romantica e gotica a tutto lo spettacolo. La luce non illumina ma crea ombre, le stesse che copriranno l’agire delle due regine. Nell’ombra accadranno gli intrighi, ma anche le esecuzioni capitali e i suicidi, come se lo spettatore fosse immerso in un castello del XVI secolo che lascia trasparire dalle finestre solo qualche barlume di luce. Il resto è mistero.
Filippo D’Alessio è il regista di questo spettacolo: “Sono anni che affronto tematiche che riguardano l’universo femminile” ci racconta il regista “e anche i conflitti che interessano le donne e il potere”. Elisabetta e Maria sono speculari: “Sebbene siano simili, le due regine hanno un modo di vedere le cose totalmente differente: le due donne giocano la loro partita e le loro reazioni cambiano in base al momento e al personaggio con il quale parlano, contraddicendosi spesso” continua D’Alessio.
“Credo che questo spettacolo possa dire allo spettatore che, in un contesto che da secoli è profondamente maschile, le donne sono uniche nel rapportarsi al potere e loro stesse possono rimanerne incastrate” conclude il regista.
Maria Stuarda sarà in scena al Teatro Tor Bella Monaca dal 16 al 18 marzo alle ore 21 e il 19 marzo alle ore 17,30.
Maurizio Costa