Tutti, almeno una volta nella vita, hanno acceso la televisione e hanno visto al telegiornale una notizia di cronaca nera riguardante la morte di una persona. Sul piccolo schermo, il servizio televisivo mostrerà il luogo dove è avvenuto il fatto, le dinamiche, ma soprattutto non mancherà un’intervista ai parenti della vittima, afflitti, in lacrime e scoraggiati.
Tutti i telespettatori, sentendo le parole di un familiare della vittima, si saranno chiesti dove queste persone trovassero il coraggio di raccontare gli ultimi attimi di vita di una figlia, di un padre o di una sorella.
“Intervista ai parenti delle vittime”, monologo teatrale scritto da Giuseppe Manfridi e interpretato da Melania Fiore, racconta la storia di una donna che ha perso la sorella per colpa di un’overdose: la droga ha strappato la vita della ragazza sui banchi di una chiesa. Il gesto anomalo ed eclatante fa in modo che i riflettori della stampa e della televisione si accendano sul fatto: i giornalisti irrompono in casa della protagonista per farle un’intervista sulla sorellina scomparsa.
Quello che dirà la donna in televisione sarà veramente lo specchio di tutte le emozioni che navigano all’interno della sua anima? La risposta è naturalmente no.
Dopo l’intervista, la donna si rivolge alla sorella defunta, in un monologo a due, ricordandole tutti gli errori fatti e tutte le volte che l’ha odiata per quella vita buttata solamente per farsi una dose in più. Un dialogo con un’entità che forse è ancora lì, in quella stanza, con quei peluche e con quegli abiti che tante volte ha indossato prima di morire, ereditati dalla sorella più grande che adesso è divisa tra l’amore che provava verso la sorella e l’odio che ripone in lei dopo il fattaccio avvenuto.
Manfridi ha ideato un monologo fluido, che ripercorre la vita di una famiglia che si stringe attorno alla sorella più piccola, tossicodipendente, che però dipende dalle attenzioni dei familiari che devono proteggerla e aiutarla in questo difficile cammino. La sorella maggiore, protagonista del monologo, si sobbarca pensieri e malumori che forse non dovrebbe affrontare, difendendola dalla morte che sopraggiungerà più tardi.
Un testo deciso e dinamico quello scritto Giuseppe Manfridi, che ai nostri microfoni ha dichiarato: “L’idea nasce da una notizia che ho visto in televisione” afferma il regista “e da lì è nato questo urlo di una sorella che ha detto cose banali in trasmissione ma che sul palcoscenico dice le cose che pensa davvero”. “Una donna forte e volitiva come la mia protagonista” continua Manfridi “avrà la vita sequestrata e schiacciata dal fatto che la sorella più piccola sia tossicodipendente”.
Abbiamo intervistato anche Melania Fiore, la protagonista: “Questo personaggio mi ha permesso di esplorare il mio lato oscuro, di tirare fuori rabbie e incertezze che tutti noi ci portiamo appresso”. “I lati che non mi piacciono” continua Fiore “riguardano questo suo tenersi dentro tutto, non riuscendo mai a dire le cose che vorrebbe dire”.
“Intervista ai parenti delle vittime” sarà in scena al Teatro dei Conciatori fino al 26 marzo 2017.
Maurizio Costa