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“Apartheid”: il razzismo di ieri è il presente

Venerdì, 31 Marzo 2017 11:35

Questo spettacolo racconta una storia di segregazione razziale in Sudafrica sconfitta dalla nascita di un teatro non razzista

Separazione.

Questa parola dice tutto ma nasconde molto. La separazione è quando un popolo impone dei confini a un altro popolo; quando un essere umano si sente insicuro e si erge al di sopra dell’altro; quando una minoranza viene discriminata.

In Sudafrica la separazione si è chiamata apartheid ma, differentemente da come avviene in tutto il mondo, la discriminazione razziale nata in questo territorio era peggiore: i bianchi costituivano una sparuta minoranza ma, nonostante questo, hanno segregato, usato e deportato migliaia di neri. E questo è avvenuto pochissimo tempo fa: solamente con la liberazione di Nelson Mandela nel 1990 si parla di fine dell’apartheid.

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Lo spettacolo “Apartheid”, scritto e diretto da Gina Merulla, racconta una storia di razzismo: una donna britannica che vive in Sudafrica e si prende gioco della servitù nera, sfruttandola fino ai limiti dell’umano. Il noto attore Mamadou Dioume ci fornisce un’interpretazione silenziosa, fatta di gesti e di forme, ma che estrapolerà dall’interno dell’anima tutti i sentimenti, il rancore e la sofferenza di un popolo segregato e soggiogato.

Un messaggio che arriva al pubblico direttamente dai confini del mondo, dove per molti anni sono avvenute vicende che in pochi conosciamo. Parliamo di episodi veri che Gina Merulla ha trasposto e adattato all’attualità: solamente un teatro, il “Market Theatre” di Johannesburg, che esiste ancora oggi, darà una speranza di integrazione tra i bianchi e i neri. La cultura come salvataggio, il razzismo come solitudine.

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La regista Gina Merulla ai nostri microfoni ha affermato: “Ho scoperto questa storia totalmente per caso e l’idea che qualcuno abbia cercato di cambiare la società con un teatro mi ha colpito molto”. E la storia è stata scritta anche grazie a Mamadou Dioume: “Una volta mi ha mandato una mail” continua Merulla parlando dell’attore “con una foto che ritraeva Mamadou con Barney Simon, il fondatore del Market Theatre. Mamadou mi ha raccontato la vera storia che poi ho portato in scena”.

Dioume ci ha confidato che “un attore deve avere sempre la fame e la sete di scoprire qualcosa, un’altra persona che ti propone qualcos’altro”. Il teatro rimane quindi una scoperta per l’attore, che vi approda senza preconcetti ma con la mente predisposta a imparare e ad “andare” verso qualcosa.

Patrizia Casagrande interpreta la donna britannica: “Non è stato facile accettare questo personaggio, però sono andata a pescare gli aspetti umani e nascosti che portano una persona ad essere razzista. L’educazione e la tradizione hanno imbrigliato questa donna a comportarsi così”.

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“Apartheid” sarà in scena al Teatro Hamlet di Roma dal 30 marzo al 2 aprile 2017 alle ore 21, eccetto la domenica (ore 18).

Maurizio Costa