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Chiama quando arrivi: a Parigi con Gianluca

Mercoledì, 14 Giugno 2017 18:27

Il nostro ospite in collegamento via Skype Gianluca ci ha raccontato la sua esperienza a Parigi, e perché non vuole più lasciare questa città.

 

Gianluca ci parla de Paris: non ce lo abbiamo in studio perché la città lo ha rapito a tutti gli effetti. Lo intervistiamo via skype.

Chiama quando arrivi 13.06.2017
Ospite: Gianluca
Città: Parigi, Francia.

Ascolta qui il podcast della puntata con Gianluca:

Lo sapevate che la superficie di Parigi corrisponde all’estensione del centro storico di Roma?

Per non perderci nei 20 arrondissement su cui si snoda la Ville Lumiere, culla della cultura e di ogni avanguardia artistica, Gianluca ci ha raccontato via Skype la Sua Parigi, che vive da 4 anni all’ombra del Trocadero.

L’università, poi il lavoro nella ristorazione (nella città con più turisti di qualsiasi altra nel mondo!!), poi il lavoro dei sogni nell’urbanistica.

Il grande senso di libertà e la possibilità per tutti di realizzarsi lavorativamente in base alle proprie abilità e inclinazioni, questo ci ha detto Gianluca - che a volte tira fuori una parola in francese perché è l’italiano ormai la sua seconda lingua - è il motivo per cui amo stare qui.

Che fa vincere anche la paura del terrorismo, che ha vissuto da vicinissimo quel 13 novembre.

Quindi: sia che si arrivi a piedi scappando da un paese in guerra, sia che si lascino i sapori del proprio paese per lanciarsi in una nuova avventura, Parigi sa accoglierti a braccia aperte… ma ad una condizione: imparare il francese!

Ancor meglio se prima di arrivare. Ad ogni modo, la stessa città offre ottimi corsi intensivi di lingua a prezzi accessibili a tutti:
https://cma.paris.fr
http://www.paris.fr

E se dopo tanto multi culti viene un po’ di nostalgia del belpaese un salto al La Belle Villoise (http://www.labellevilloise.com/) vi farà respirare aria di casa, grazie ai tanti cantati italiani che vi approdano: Max Gazzè, Iosonouncane, Afterhours, Verdena.

Belli e sympa insomma les parisiens, ma occhio al cliché della puzza sotto al naso: questa parola l’hanno inventata loro.

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