Gli spettacoli teatrali selezionati hanno incominciato a girare questa estate e continueranno a farlo per tutta la stagione invernale. È presto per valutare l'incisività effettiva dell'iniziativa, ma su di essa già pesa il macigno dell'assenteismo. Infatti a questo lodevole progetto, nato in via sperimentale nel 1998 per iniziativa dell'estinto Ente Teatrale Italiano, e poi adottato nel 2012 dal Ministero dei Beni Culturali, hanno aderito solo dieci regioni: Calabria, Campania, Emilia Romagna, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Toscana, Umbria e Veneto. E tutte le altre?
Eppure il budget che le Regioni sono tenute a stanziare non supera i 30.000 euro (e anzi il Ministero aveva chiesto almeno di raddoppiare la cifra). I problemi economici del Lazio sono noti e ci ricordiamo dei tagli alla cultura per 38 milioni di euro decisi dalla Giunta Polverini; ma è possibile non riuscire a trovare una somma così miserevole? Speriamo che la Giunta Zingaretti, che in questi giorni sta riassettando i fondi all'audiovisivo, sappia guardare anche alla scena teatrale di una regione che è al centro della produzione culturale nazionale.
Che dire delle altre regioni? Perché non hanno aperto un bando? Chissà, forse trovano il teatro noioso. Speriamo che le recenti parole del Ministro Bray li abbiano convinti che “la cultura va messa al primo posto per un Paese che vuole recuperare la china come l'Italia”