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De André : cosa resta di un artista

Martedì, 18 Febbraio 2014 12:01

I cantautori - o meglio gli scrittori e gli interpreti delle proprie canzoni - non sono certo nati negli anni ’60 del secolo scorso. C’erano già prima, vedi Modugno, che  nel 1958 vinse anche a San Remo. Quel che è certo, però, è che la canzone di casa nostra dopo gli anni ‘60 non fu più la stessa. Un nome su tutti ha prodotto questa rottura, con un notevole salto in avanti per la cultura popolare. Fabrizio De André, che proprio oggi, 18 febbraio, avrebbe compiuto 74 anni.

C’è da chiedersi, se fosse qui, come avrebbe festeggiato. Non in pompa magna, con lo stuolo di ossequianti che dopo lo sdoganamento di Fabio Fazio, ha visto il personaggio salire alla gloria di un pubblico ben più vasto di quando l’artista era in vita. Fenomeni bizzarri della società dello spettacolo che con necrofilia si avventa sulle spoglie artistiche del defunto facendone un santino per pubblicizzare la merce a lui ispirata, così da battere cassa (come tuonò Paolo Madeddu). Sorte capitata anche a Rino Gaetano, riesumato e subito rimesso in soffitta dopo un cofanetto di 2 CD e il mesto sceneggiato televisivo ispirato alla sua vita.

Per chi scrive è sicuramente un bene che più persone possibili possano godere della portata di pensiero critico e della bellezza di Fabrizio De André. La bellezza salverà il mondo, scrisse una volta un russo che la sapeva lunga. Però il tam tam che tv, case discografiche e editoriali diffondono è sicuramente uno svilimento di questa bellezza e del messaggio di rivolta a ogni genere di sopraffazione, culturale e politica che con disinvoltura serpeggia nella nostra società. Uno snaturamento che lui stesso non permetterebbe, così come già non lo permise in vita. De André ha attraversato gli anni più “televisivi” di questo paese, dal boom economico fino all’arrivo di internet, nonostante questo ogni suo disco era un successo senza che il suo viso si affacciasse minimamente alla telecamera di un programma tv. Bastavano due cose per essere apprezzato: grandi idee e grande lavoro.

Le sue apparizioni in 35 anni di canzoni si contano sulle dita delle mani. In tutto poco più di 4 ore di filmati (sapientemente montati e proiettati nella grande mostra in suo onore di 5 anni fa), a cui non va aggiunto il concerto registrato a Sarzana nel 1981 e il suo testamento artistico, filmato dal vivo al Teatro Brancaccio durante l’ultimo tour nel ’98. De André ha sempre schivato i riflettori perché sapeva che le ombre che gettano sulla gente sono false quanto i “personaggi” che i media confezionano per soddisfare il gentile pubblico pagante. Per lui parlano tutte le sue canzoni (anche quelle tradotte) e il suo romanzo, me di lui ne parlano tutti. Persino io. Verrebbe da dire: che “destino ridicolo”.

 

i Memorial Fabrizio de André organizzati da Radio Libera Tutti:

Concerto di Beneficenza : Il "Testamento di Faber" live al Teatro Alba Radians per AIL (2013)

 

Memorial De André : Sottoscrizione AIL (2014)