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LE PAGELLE DI WIMBLEDON 2015

Martedì, 14 Luglio 2015 10:43

Si è concluso domenica l'appuntamento più atteso dell'intera stagione tennistica: il torneo di Wimbledon. Ripercorriamo insieme queste due meravigliose settimane con le nostre pagelle ai protagonisti.

Cominciamo dal torneo femminile, che ha visto grandi sorprese e graditi ritorni, ma soprattutto una riconferma talmente immensa da sembrare scontata.

SERENA WILLIAMS: 10

Ancora lei, sempre lei, infinitamente lei. Come descrivere il torneo disputato da Serenona? Semplicemente perfetto. La numero 1 del mondo ha vissuto solo due momenti di difficoltà: nel terzo turno contro la speranza britannica Heather Watson, quando è stata anche a due punti dalla sconfitta, e nel primo set della finale con Garbine Muguruza, subendo subito un break. Ma quello che più ha impressionato è stata la facilità con cui ha superato in semifinale Maria Sharapova (6-2, 6-4). Completato per la seconda volta quello che è stato ribattezzato Serena Slam, i primi tre tornei dell'anno più lo Us Open dello scorso, ora punta con decisione al Grande Slam e quindi alla vittoria nello Us Open, con cui eguaglierebbe anche il record di Steffi Graf come giocatrice con il maggior numero di titoli Slam (22). Cannibale.

 

GARBINE MUGURUZA: 9

Nove, come la posizione raggiunta in classifica WTA, prima volta tra le top 10. “Da oggi l'erba è la mia superficie preferita”, così ha commentato subito dopo la sconfitta in finale la tennista spagnola. Come darle torto? Garbine ha giocato un torneo magico. Presentatasi come numero 20, dal terzo turno in poi si è presa lo scalpo di giocatrici più in alto di lei in classifica: Kerber (10), Wozniacki (5), Bacsinszky (15), Radwanksa (13). Ha dimostrando a più riprese il suo talento e la sua grinta, anche nel secondo set della finale in cui, sotto 5-1 dopo aver perso il primo, ha breakkato per 2 volte Serena Williams e si è riportata sotto fino al 5-4. Pazienza se non è arrivata la vittoria, l'ovazione che il centrale le ha riservato al momento della premiazione testimonia che molto presto la rivedremo col trofeo più importante tra le mani e soprattutto che si è guadagnata l'affetto e la stima di migliaia di tifosi nel mondo. Magica.

 

AGNIESZKA RADWANSKA: 8

Sembrava essere un 2015 maledetto per la tennista polacca. Sconfitta al secondo turno agli Australian Open e addirittura al primo al Roland Garros, si presenta a Wimbledon come numero 13. Ma qui Agnieszka si trasforma. È infatti sull'erba londinese che la Radwanska ha ottenuto i risultati migliori in un torneo dello Slam, arrivando in finale nel 2012. Supera la prima settimana senza nemmeno concedere un set alle avversarie, agli ottavi supera in due set la Jankovic (che ha appena eliminato la Kvitova, vincitrice lo scorso anno) e ai quarti batte in tre set la promettente Madison Keys. Si arrende solo in semifinale, e non senza aver lottato, alla profondità dei colpi della Muguruza. Grazie a questi successi rientra tra le top 10, precisamente al numero 7 del ranking. Ritrovata.

 

 

COCO VANDEWEGHE: 8

La Vandeweghe è stata la vera sorpresa del torneo. Si è arresa ai quarti di finale solo a Maria Sharapova, non senza averle prima strappato un set, dopo aver battuto, tutte in due set, rispettivamente: Schmiedlova, Pliskova (11), Stosur (22), Safarova (6). Il salto in classifica dopo Wimbledon è notevole, dalla posizione 47 alla 32, eguagliando il suo miglior ranking. Chissà che questo non possa darle lo slancio e la sicurezza per puntare ancora più in alto. Outsider.

 

MARIA SHARAPOVA: 6

Wimbledon la lanciò nell'Olimpo delle grandi a soli 17 anni, nel 2004. Quest'anno il torneo di Maria non è stato dei più esaltanti, nonostante la semifinale raggiunta. Perché se è vero che perdere dalla numero uno del mondo, specialmente quando si chiama Serena Williams, ci può stare, è vero anche che la Sharapova vista in semifinale ha deluso, non riuscendo mai a trovare il modo di impensierire la Williams e perdendo nettamente 6-2, 6-4. Consideriamo anche che dal primo turno in poi la tennista russa non ha affrontato grandissime avversarie, con tutto il rispetto per Konta, Hogenkamp, Begu, Diyas e la sorprendente Vandeweghe. Rimandata.

 

HALEP, KVITOVA, IVANOVIC: 4

Sono loro le note dolenti di questa edizione 2015 di Wimbledon. La Halep fatica a fare il definitivo salto di qualità e dopo essere uscita al secondo turno al Roland Garros, dove aveva raggiunto la finale lo scorso anno, esce addirittura al primo a Londra, sconfitta dalla Cepelova. Chi delude, forse ancora di più dal momento che era la detentrice del titolo, è Petra Kvitova, che supera i primi due turni nettamente, ma perde al terzo da Jelena Jankovic. Dalla numero 2 del mondo, e due volte campionessa di Wimbledon, ci si aspettava molto di più. Infine Ana Ivanovic. Che dire della tennista serba, se non che non riesce a trovare quella costanza di rendimento che le permetterebbe di stare tranquillamente tra le top 10 in modo stabile. Il paradosso è che nonostante la sconfitta al secondo turno, la Ivanovic ha addirittura guadagnato una posizione, arrivando al sesto posto del ranking, ma ci sarà bisogno di ben altri risultati per rimanerci.

 

Passiamo ora a dare i voti ai protagonisti maschili di questa edizione. Anche qui qualche sorpresa, parecchie delusioni e due conferme di lusso.

 

NOVAK DJOKOVIC: 10

Sembra scontato, un 10 ad entrambi i vincitori, che fantasia. La verità è che i due numeri uno hanno dimostrato davvero di essere i migliori, in tutte le situazioni possibili. Nel primo turno supera Kohlschreiber in tre set (6-4, 6-4, 6-4), un giocatore ostico, che già in passato è stato in grado di procurargli più di qualche grattacapo. Poi le vittorie d'autorità su Nieminen e Tomic. Nell'ottavo di finale con Kevin Anderson arriva il momento di maggiore difficoltà. Il serbo va sotto due set a zero, Anderson serve come una macchina, ma nel terzo ecco la reazione del campione, 6-1. Djokovic si prende anche il quarto set 6-4 ed è lanciato verso la vittoria, ma la partita viene sospesa per oscurità, il quinto set si gioca il giorno successivo. Anderson recupera le energie e sembra tornato l'osso duro dei primi due set, ma Djokovic lo breakka nell'undicesimo game e si prende il match. Ai quarti supera con estrema facilità Cilic in tre set e si trova di fronte in semifinale il sorprendente Gasquet, che ha giocato un torneo eccellente ed ha appena eliminato Wawrinka. Djokovic però, dopo la paura con Anderson, è una macchina e lo batte in tre set. La finale di ieri contro uno splendido Federer è stata la ciliegina sulla torta. Nole domina la partita a livello psicologico e scusate se è poco contro Re Roger. Ogni volta che il serbo si trova in difficoltà al servizio, trova sempre un ace o una prima vincente. Federer invece è quasi sempre costretto alla seconda quando è in difficoltà. 7-6, 6-7, 6-4, 6-3 e terzo titolo a Wimbledon per Djokovic, niente male. Dominatore.

 

ROGER FEDERER: 10

Chi ama il tennis ama Roger Federer. A quasi 34 anni lo svizzero gioca un torneo praticamente perfetto. Non subisce mai un break fino al quarto di finale con Simon, nonostante abbia perso un set contro Groth ma al tie break, e in ogni caso decide di riprenderselo subito, giusto per mettere in chiaro chi è che comanda. Percorso praticamente netto, tranne appunto per il set perso con Groth, fino alla semifinale in cui gioca una partita da spellarsi le mani per gli applausi contro il malcapitato Murray, che comunque gioca un'ottima partita, ma Federer sembra quello dei giorni migliori. In finale lotta per due set e mezzo, prima che Djokovic prenda il sopravvento perché effettivamente troppo forte anche per lui. Non ha vinto, non ha stabilito il record di titoli vinti a Wimbledon, ma vedere Federer sull'erba dell' All England Lawn Tennis and Croquet Club è sempre una delle cose più belle della storia di ogni sport. Leggenda.

 

RICHARD GASQUET: 9

Se solo avesse avuto voglia di allenarsi di più, forse ora staremmo parlando di uno dei migliori tennisti in circolazione e, chissà, forse di sempre. Gasquet è dotato di un talento purissimo, ma di cui è evidentemente geloso, poiché decide di mostrarcelo a sprazzi. Wimbledon 2015 è stato uno di questi. Il francese ha giocato un torneo meraviglioso, eliminando in successione dal terzo turno, Dimitrov, Kyrgios e Wawrinka. Sorvolando sulla relativa facilità con cui supera i primi due, il quarto di finale con Wawrinka è stato forse il match più bello del torneo. Uno di fronte all'altro i due rovesci migliori del circuito. Gasquet dimostra la sua grande condizione prendendosi il primo set, poi Wawrinka alza il livello e si prende i successivi due. La gara, come da pronostico, sembra essere girata a favore dello svizzero, ma Richard ha deciso che quest'anno vuole mostrarci ancora un po' del suo talento. Vince il quarto 6-4 e alla fine si prende anche il quinto con un epico 11-9. Nulla può contro Djokovic, ma Gasquet ha sicuramente dato spettacolo, raggiungendo una semifinale che non centrava dal 2007, guadagnando ben 7 posizioni nel ranking (13). Showman.

 

VASEK POSPISIL: 7,5

Dopo Gasquet è lui la sorpresa del torneo. Partito come numero 56 del ranking, arrivando fino ai quarti, persi con Murray, ha scalato la classifica fino al ventinovesimo posto. Al primo turno subito una battaglia in cinque set con Millot (7-6, 3-6, 6-7, 7-6, 6-3), poi la vittoria sul nostro Fognini (6-3, 6-4, 1-6, 6-3) e a chiudere la prima settimana un'altra battaglia in cinque set con Ward (6-4, 3-6, 2-6, 6-3, 8-6). Agli ottavi di finale, tanto per cambiare un altro match vinto in cinque set, ma con una grande rimonta. Sotto due set a zero con Troicki, alla fine vince 4-6, 6-7, 6-4, 6-3, 6-3. Viene fermato poi da Murray, ma la sconfitta è comunque dignitosa, 4-6, 5-7, 4-6. Finora i risultati migliori erano arrivati nel doppio, conquistando anche la vittoria proprio a Wimbledon lo scorso anno con Jack Sock, che sia arrivato il momento di concentrarsi sul singolare? Maratoneta.

 

ANDY MURRAY: 6,5

Non è sempre facile giocare con la pressione di una nazione intera addosso. Murray ci riesce in parte raggiungendo la semifinale, ma si arrende, seppur lottando, a un Federer di un altro pianeta. Fatica un po' più del previsto con Karlovic agli ottavi e con Pospisil ai quarti e in generale non dà mai l'impressione di poter bissare il successo del 2013, ma è giocatore solido e lo dimostra anche nella semifinale con Federer, persa in tre set, ma comunque ben giocata. Rimandato allo Us Open.

 

STAN WAWRINKA: 5

Prima settimana abbastanza tranquilla quella di Stan the Man, forse l'uomo più atteso dopo il successo al Roland Garros. I problemi arrivano nella seconda e, più che Goffin, superato in tre set tirati, si chiamano Richard Gasquet. Certo il francese era in stato di grazia, ma da Wawrinka ci si aspettava molto di più, soprattutto perché in semifinale avrebbe incontrato Djokovic e, visti i precedenti tra i due, sarebbe stata una partita davvero interessante. Anche se l'erba non è la sua superficie preferita, poteva e doveva fare meglio. Sconfitto.

 

BERDYCH, DIMITROV: 4

Eccolo qui il circolo degli incompiuti. Berdych, numero 6 del mondo, sconfitto agli ottavi da Simon (13) con un netto 6-3, 6-3, 6-2. Dimitrov, numero 11, sconfitto al terzo turno da Gasquet con un altrettanto netto 6-3, 6-4, 6-4. Il ceco, a quasi trent'anni, sembra ormai destinato a non compiere mai quel salto necessario per vincere uno Slam. Il bulgaro, dopo la semifinale dello scorso anno, fa passi indietro su passi indietro. Troppo pesante quella etichetta di nuovo Federer che gli era stata attaccata anni fa, e non sembra voler fare progressi.

 

RAFAEL NADAL: 3

Che fine ha fatto Rafa Nadal? 2015 da incubo per il tennista di Manacor. Sconfitto nettamente ai quarti di finale agli Australian Open da Berdych e al Roland Garros da Djokovic, lo spagnolo non è riuscito a conquistare nemmeno un Master 1000 sulla terra rossa, con tanto di discesa al decimo posto del ranking (non scendeva sotto il quinto dal 2005). Qui a Wimbledon, la delusione più grande, con l'uscita al secondo turno per mano di Dustin Brown in quattro set. Nadal non sembra più in grado di sostenere i ritmi del suo tennis migliore e forse sarebbe il caso di cambiare un po' la sua idea di gioco, magari puntando di più sul servizio. Che sia giunta l'ora di salutare lo zio Toni e trovare un nuovo allenatore? Sconfortato.