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Le pagelle del tennis Atp 2015

Martedì, 01 Dicembre 2015 17:34

Con le ATP Finals di Londra, prima, e con la finale di Coppa Davis, poi, il circuito maggiore del tennis ha chiuso i battenti per questo 2015. Prima che la stagione riparta dovremo attendere quasi un mese; è quindi arrivato il tempo dei bilanci. 

Ecco le nostre pagelle del tennis. Da Djokovic a Federer, passando per le delusioni, gli azzurri e le belle sorprese, abbiamo analizzato i giocatori e i momenti salienti della stagione tennistica, dando i voti ad un'annata emozionante. Come è ovvio che sia, si parte dal re indiscusso.

Novak DJOKOVIC: Voto 9

 

Schiacciasassi. Il 2015 è il suo miglior anno in assoluto. Addirittura meglio di quel 2011 che lo consacrò tra i più grandi. Vinti 3 slam su 4, con il Roland Garros che rimane ancora una volta l'unico tabù (il solo motivo del mancato 10). I numeri parlano da soli: impressionante record di 31 vittorie contro Top-10 in quest'anno solare, 11 finali vinte sulle 15 giocate, con 6 ATP masters1000 portati a casa su 9. Impressionante, a volte invincibile. Ora è il più forte di tutti senza discussioni. MARZIANO

 

Roger FEDERER: Voto 7,5

 

Sembra strano, è Roger il primo degli umani. Una volta era lui l'alieno, ma a 34 anni suonati essere ancora lì a combattere contro un extraterrestre vale molto più di qualsiasi giudizio. L'unico avversario credibile di Djokovic, perlomeno nell'arco dell'intera stagione. Il 2015 per Federer è stato il ritorno definitivo alla continuità, alla competitività. Manca solo uno slam, un dannatissimo slam che non arriva dal 2012 e che risulta essere l'unica delusione di una stagione di livello altissimo. King Roger sta al tennis un po' come Bryant sta al basket. Federer è il tennis. MAESTOSO

 

Stan WAWRINKA: Voto 7

 

Vincere uno Slam può capitare a molti, vincerne due no. Ci si aspettava una conferma dal numero 2 svizzero; conferma che in larga parte è arrivata. La prestigiosa vittoria del Roland Garros (in finale contro Djokovic), dopo un dominio quasi decennale di Rafael Nadal, già basta per raggiungere un voto che rasenta l'eccellenza. E' lui la sorpresa del 2015, l'unico ad "evitare" un dominio totale negli slam da parte del serbo. Inoltre Stan ha il 100 per cento di vittorie nell'ultimo atto di un torneo: 4 su 4 in questa stagione. Il 7 finale è frutto di una seconda parte d'annata decisamente sottotono, ma Wawrinka rimane comunque il regalo più bello di questo 2015. SORPRENDENTE

 

Andy MURRAY: Voto 7

 

Inutile dire che dal britannico ci si aspetta sempre di più. E' continuamente ad un passo (forse due) dal diventare il più forte di tutti, ma non riesce mai a convincere fino in fondo. Sia chiaro, stiamo parlando di un giocatore che per classe, carriera e potenza entrerebbe di diritto nei primi tre al mondo anche giocando scalzo. Il problema è che lì si ferma. In questo 2015 nessuna vittoria slam, nonostante 2 trionfi in Masters1000 e altri 2 in tornei minori. E' vero che il serbo ha lasciato le briciole a chiunque, ma se ti chiami Andy Murray devi comunque dare di più. Ora, però, una domanda sorge spontanea: se nel giudizio ci siamo andati così pesanti, perché dargli 7? Su questa pagella pesa tantissimo la Coppa Davis. Murray l'ha vinta praticamente da solo, portando al trionfo una Gran Bretagna che naviga da anni tra le macerie, nonostante una tradizione tennistica infinita. Andy si è caricato sulle spalle il blasone, la spinta e la voglia di una nazione intera, ritrovandosi in squadra giocatori che in qualsiasi altra nazionale di livello non verrebbero nemmeno presi in considerazione - Edmund, Ward e compagnia bella. Uno scozzese che tiene alta la bandiera british, incredibile no? STORICO

 

Tomas BERDYCH: Voto 4,5

 

Se il ceco viene di continuo soprannominato "Perdych", un motivo ci sarà. A 30 anni le possibilità di vincere uno slam si riducono sempre di più; i fasti e le belle speranze d'inizio carriera sembrano essere dei ricordi di un'altra vita. Fuori dal campo, Tomas probabilmente vincerebbe la classifica delle fidanzate più belle. Il tennis, però, è un'altra storia. I suoi titoli li ha vinti anche quest'anno, dimostrando di saper rimanere in Top-10 soprattutto nei momenti difficili. L'acuto più alto è stato, senz'altro, la finale del Masters1000 di Monte-Carlo, persa in 3 set contro Djokovic. Poi buio intenso. Peccato perché le qualità sono lì, nascoste tra una sconfitta e l'altra. Forse è troppo tardi per sperare in un definitivo salto di qualità. DELUDENTE

 

Rafael NADAL: Voto 6-

 

Probabilmente il finale di stagione ha "salvato" lo spagnolo. Non tanto nei risultati ma, perlomeno, nell'atteggiamento. Il 2015 per Rafa è stato l'anno della definitiva caduta dal trono di re della terra rossa. E questo fa male. Inoltre il maiorchino chiude l'anno con zero finali slam e zero titoli Masters1000. E anche questo fa malissimo. Però gli ultimi tornei dell'anno - soprattutto post US Open - ci illudono, ci fanno sperare che il vero Nadal è ancora lì dentro da qualche parte, tra un infortunio e una scaramanzia; d'altronde il vero appassionato è colui che vorrebbe vedere i campioni sempre al massimo, sempre lì a lottare ad armi pari. Con ciò, dei Fab Four Rafa è senz'altro l'unico che non si è “evoluto”. Forse un cambio ai box (allenatore e/o preparatore) sarebbe auspicabile. Un 6 di incoraggiamento, quindi, ci può stare, nella speranza che questo Nadal autunnale non sia un miraggio nel deserto. SPAESATO

 

David FERRER: Voto 6,5

 

Non ha i mezzi degli altri - questo è appurato - ma ogni anno si ritrova sempre lì. Ferrer è tigna, intelligenza, solidità. Forse queste sole caratteristiche non bastano ad identificare lo spagnolo, che non smette mai di impressionare per ciò che riesce a fare. Anche in questa stagione 5 tornei vinti, con una continuità che probabilmente nessun altro giocatore, tolto Djokovic, è riuscito ad avere. IMPERTERRITO

 

Kei NISHIKORI: Voto 5,5

 

Nonostante gli infortuni, il giapponese i suoi tornei li ha vinti con dignità, portandosi a casa 3 titoli tra Atp 500 e Atp 250. Nishikori (classe 1989) dovrebbe rappresentare quel ricambio generazionale che, a breve, sarà auspicabile nel tennis. Probabilmente la stoffa del dominatore, del grande campione non ce l'ha. Pesa tantissimo, naturalmente, sulle statistiche, sul morale e sulla carriera di Kei la sconfitta in finale agli Us Open 2014, persa contro Marin Cilic, la quale potrebbe essere stata l'unica grande occasione - sprecata - di una vita. ACERBO

 

RAONIC, DIMITROV, KYRGIOS: Voto 4

 

Non c'è ricambio, in questo momento, nel tennis. Continuiamo a vedere in vetta sempre gli stessi, perlomeno da 6-7 stagioni ad oggi. I giovani, quelli di maggior talento, non esplodono; in alcuni casi ci si chiede addirittura se non siano stati sopravvalutati. Giocatori come Raonic, Dimitrov e, perché no, anche Kyrgios hanno davanti una carriera splendente. Il futuro non glielo toglie nessuno, ma il presente è indecifrabile. Questi 3 nomi sono solamente un esempio, un espediente per fotografare la situazione odierna delle giovani leve. Poi non ci meravigliamo che ancora oggi ci ritroviamo - per quanto signor giocatore - un grande vecchio come Feliciano Lopez tra i primi 20 del mondo. ENIGMATICI

 

GASQUET, TSONGA: Voto 6

 

Anche nel caso di Gasquet e Tsonga parliamo di esempi. Non per fare di tutta l'erba un fascio, ma nel Ranking ATP ci si imbatte spesso in giocatori di questo tipo. I due francesi rispecchiano tutti quei grandi tennisti da Top 10-15 che già hanno dato il proprio massimo al tennis. Dei David Ferrer - passate il paragone - ma con qualche marcia in meno. La semifinale Wimbledon di Gasquet e la finale a Shanghai di Tsonga - tanto per continuare con gli esempi - sono due episodi fantastici che completano la narrativa di una stagione. CONTINUI

 

Fabio FOGNINI: Voto 7 (in doppio) - 5,5 (in singolare)

 

Fognini e quella testa che non cambia. Il talento più cristallino del nostro tennis contemporaneo ha dimostrato in questo 2015, ancora una volta, di non aver limato i suoi difetti. Il sanremese anche in questa stagione ha perso dei match inspiegabili, contro avversari decisamente alla portata. Rimane il migliore dei nostri, probabilmente il meno continuo ma pur sempre il migliore. Nonostante gli zero titoli vinti, non si possono dimenticare le sue vittorie storiche contro Rafael Nadal, a Rio, a Barcellona e, infine, agli Us Open: sicuramente i picchi più alti (in singolare) di questo 2015.

Se individualmente Fogna non è mai impeccabile, lo stesso non si può dire per il gioco di squadra. Nella stagione appena conclusa Fabio si è riscoperto un ottimo doppista, componendo con Simone Bolelli (7 il voto anche per lui) una delle coppie più forti del circuito. Il duo ha conquistato lo slam australiano ad inizio anno, facendo segnare più di qualche record per il doppio maschile azzurro. Storica anche la qualificazione per le Finals di Londra, sigillo di una stagione eccezionale. POSITIVO