A differenza delle ultimissime stagioni, quest’anno il campionato spagnolo pare abbia assunto una sua collaudata fisionomia. La variabile che tutti non avevano tenuto in considerazione per la lotta al titolo, vale a dire l’Atletico Madrid, sembra essersi arresa ieri sera al “Calderon” contro il Villareal. Uno scialbo pareggio a reti bianche, con poche occasioni da una parte e dall’altra e distacco dalla capolista Barcellona che aumenta a 8 punti.
Sì è vero, l’avversario di ieri per gli uomini di Simeone non era dei più semplici, anzi. I “sottomarini gialli” del Villareal infatti sono una squadra arcigna e rognosa e per di più stanno attraversando un momento di forma davvero straordinario. In una settimana decisiva come questa (ricordiamo la vittoria di giovedì per 1-0 sul Napoli) si sono dimostrati all’altezza del quarto posto che occupano attualmente e si giocheranno certamente fino all’ultima giornata l’accesso ai play-off per la prossima edizione della Champions League.
Anche il Real Madrid però ha di che mangiarsi le mani. Cristiano Ronaldo infatti, dopo aver siglato la rete dell’1-0 (sebbene in posizione di fuorigioco non vista dall’arbitro) ha fallito la colossale occasione dagli undici metri solo qualche giro di orologio più tardi. Lo 0-2 al 35’ avrebbe tagliato le gambe al Malaga, che invece si è rimboccato le maniche e, complice la stanchezza post Champions di mercoledì, infila in rete il gol dell’1-1. Classico assalto dei “Blancos” nel finale, ma nulla da fare. Adesso sembra impossibile recuperare il -9 che li separa dall’armata catalana che non ne vuole proprio sapere di smettere di vincere.
Il Barca, appunto, non perde dalla bellezza di 32 partite consecutive, considerando anche la Copa del Rey e la Champions League. Inoltre negli scontri diretti, i ‘blaugrana’ non hanno fino ad ora mai perso, vincendo entrambe le sfide con l’Atletico (tra l’altro sempre col risultato di 2-1) e col Real Madrid, come molti ricorderanno è finita in tragedia. Quello 0-4 al Santiago Bernabeu è costato il posto a Benitez, reo di non aver dato un’impronta di gioco chiara e decisa alla sua squadra, ancora troppo basata sugli individualismi e sulle giocate dei singoli. Forse l’errore sta proprio a monte, nei piani alti, nella stanza dei bottoni della dirigenza, che sembra avere un potere nullo al cospetto del “lider maximo” Perez che ha fatto l’errore più grande della sua carriera presidenziale esonerando un allenatore vincente ed amato da tutti come Carlo Ancelotti.
In sostanza, questa Liga sembra già aver smobilitato tutte le attenzioni mediatiche che le girano intorno. Rimane certamente uno dei campionati top a livello mondiale per la qualità e per il valore delle rose dei club, ma quest’anno la nostra Serie A e soprattutto la Premier League garantiscono un equilibrio che saremo certi, durerà sino in fondo.
di Valerio Vitali