10° Udinese
La società friulana, nel corso degli anni, si è dimostrata una delle più capaci per quanto riguarda la ricerca di talenti (Sànchez, Muriel, Handanovic), ma di tanto in tanto ha avuto qualche abbaglio. Come nel caso della stagione 2002/2003, quando acquistò dal Bayern Monaco, l'allora trentenne Carste Jancker. Venne scelto per rimpiazzare il "Pampa" Sosa, fisico massiccio ed un curriculum di tutto rispetto; quattro campionati tedeschi, una Champions League, una Coppa Intercontinentale e due Coppe di Germania. Le ottime promesse non vennero però confermate. Il gigante tedesco si impegna e combatte ma non vede mai la porta; segna soltanto due reti in due anni.
09 ° Atalanta
Era l'estate 1992 quando Claudio Caniggia, punta di diamante della squadra bergamasca, approda alla Roma, e i dirigenti atalantini decidono saggiamente di sostituirlo con un giovane talento colombiano, Iuan Renè Valenciano. Per le sue 44 reti in 4 anni nel campionato colombiano, vinse il ballottaggio con Asprilia, ma il nuovo acquisto fu accolto con molto scetticismo. Collezionò cinque presenze, senza mai segnare, ma in compenso scatenò i fischi degli ultrà per le innumerevoli palle gol sprecate. A gennaio fu già rimandato indietro al mittente, anche per colpa della sua tendenza ad ingrassare. La cronaca tornò a parlare di lui nel 2002, quando venne arrestato nel suo paese perché coinvolto in una sparatoria
08° Genoa
Nell'aprile del 1998 i "Grifoni" acquistano il giovanissimo talento olandese Beelenkamp. Giunsero insieme a lui altri due giovani olandesi, Van Dessel e Van Kallen, per formare un trio di "Bidoni" da brividi. Beelenkamp giocò un totale di 14 partite, ma non vide mai la rete.
07° Lazio
Il peggior acquisto, in rapposto qualità prezzo, della storia della Serie A, in un solo nome: Gaizka Mendieta. Approda alla Lazio nella stagione 2001/2002, a rafforzare una squadra che di sicuro non aveva bisogno di lui. Era l'uomo di spicco di uno splendido Valencia, capace di fare la differenza, e in poco tempo divenne l'obbiettivo principale dei maggiori club europei. Alla fine fu la Lazio a spuntarla, perché il presidente, Sergio Cragnotti, offrì alla squadra spagnola ben 93 miliardi di lire per accaparrarselo. Ma, purtroppo, il Mendieta che si vedrà a Roma non sarà neanche il lontano parente di quello ammirato nel Valencia. Tutt'ora i tifosi biancoazzurri non vogliono più sentirlo nominare.
06° Fiorentina
Il suo nome è Gullielmo Amor. Una carriera in blaugrana per lui, con un bottino di 38 reti e ben 311 presenza. A Firenze arriva, più per colpa che per merito di Van Gaal, che lo inserisce nella lista degli indesiderabili. Venne paragonato al centrocampista juventino Didier Deshamps, lui ringraziò per l'accostamento ma ci tenne a specificare: «Forse ho i piedi migliori del francese». Forse, appunto. Lasciati i blaugrana, Amor non sarà più lo stesso. Anonimo a Firenze, nelle stagioni 1998/1999 e 1999/2000, giocò soltanto 24 partite e totalizzò zero reti.
05° Hellas Verona
Arriva a Verona a 28 anni, è polacco e si chiama Wladislaw Zmuda. Approda in Italia durante il periodo in cui andava di moda il blocco dei trasferimenti dei giocatori proveniente dall'Europa dell'Est. Sfortunatamente, Zmuda, si infortunò nella sua prima amichevole. L'infortunio che non sembrava grave, condizionò la carriera del difensore polacco, che in maglia gialloblù giocò soltanto 7 scampoli di partita in due stagioni. Passò comunque agli annali per i suoi 4 mondiali consecutivi.
04° Inter
Possiamo definire l'Inter un pò come la "Patria" dei Bidoni per eccellenza. Sono stati tanti i flop acquistati dalla compagine neroazzurra, da West a Gresko, da Vampeta a Sorondo, ma in particolare uno su tutti fu Darko Pancev, detto "Ramarro". Veniva dalla Stella Rossa, dove giocò per quattro anni, arrivando a vincere nel 1991 la Coppa dei Campioni e la Coppa Intercontinentale, segnando un totale di 84 reti. L'Inter, in crisi nel reparto offensivo, lo acquistò per la cifra di 14 miliardi di lire. Giocò a Milano per due stagioni (1992/1993 - 1993/1994), totalizzando una sola rete in 12 presenze.
03° Juventus
Il "Bidone" simbolo bianconero è il Gallese Ian Rush. La Juventus, nel 1987, rimasta orfana di Michael Platini, pensa bene di rimpiazzarlo con il Bomber del Liverpool per la somma di 7 miliardi di lire. Negli anni passati in Inghilterra la punta Gallese segnò in tutte le competizioni vincendo tutto quello che poteva vincere. Non appena arrivato in Italia però, dimostrò subito di trovarsi a disagio nella nostra Serie A. Una cosa però, dell'Italia, fu da lui apprezzata; le birrerie. Il suo bottino fu di 7 reti in 29 presenza in campionato, e 6 reti nelle altre competizioni. L'unica squadra che subì il vero talento di Ian Rush, fu lo sfortunato Pescara, al quale, tra Coppa Italia e campionato segnò ben 7 reti.
02° Napoli
Il "Bidone" assoluto in casa Napoli si chiama Joubert Araújo Martins, in arte Beto. Sbarcò a Napoli, a soli 20 anni, a metà anni '90. Il brasiliano arrivò con la fama di giovane talento, tanto che l'allora presidente Ferlaino in un intervista dichiarò: «Non abbiamo bisogno di Roberto Baggio, Beto è un degno sostituto». Se Ferlaino aveva bevuto o meno, non lo sappiamo, ma è certo che Beto, dopo una stagione in cui aveva fatto soltanto intravedere le sue doti, accompagnate da un carattere irascibile, fece ritorno in patria.
1° Roma
In casa giallorossa ad avere la meglio su tutti, è stato Fabio Junior. Il giovane attaccante brasiliano, passò dal totale anonimato ad "oggetto del desiderio" conteso, almeno a parole, dai principali club europei. Alla fine, svettò su tutte la Roma, convinta di aver comprato un vero fuoriclasse. Arrivò nella Capitale, coperto da un alone di mistero, che creò entusiasmo tra i tifosi, tanto che sognavano già di godersi il nuovo Ronaldo. Ma "Fabietto", come venne rinominato, era molto diverso dal "Fenomeno"; arrivò in Italia molto giovane, ma per presentarlo come il futuro attaccante della Seleção, ci voleva molta fantasia. Giocò con la Roma per una stagione e mezzo (gennaio 1999 - 1999/2000) nella quale segnò soltanto 4 reti in 16 partite.
