Nel 4-3-3 disegnato dal tecnico Sabella (subentrato in corso d’opera di qualificazione a Batista), si punta molto, se non tutto, sul potenziale offensivo di straordinaria qualità che solo poche nazionali al mondo possono offrire. Naturalmente la vera e propria star della ‘Seleccion’ (probabilmente anche del torneo?) sarà Leo Messi, quattro volte pallone d’oro e secondo gli addetti ai lavori l’unico che sia stato davvero in grado di imitare le magie del vero e indiscusso ‘numero diez’ argentino: Diego Armando Maradona.
Oltre al fenomeno di Rosario, il parco attaccanti dell’ albiceleste ha giocatori da far paura a qualsiasi difesa avversaria: il “Kun Aguero”, Di Maria, Lavezzi, Lamela, Higuain, Palacio. Un reparto avanzato che si permette addirittura il lusso di lasciar fuori un certo Carlos Tevez, che nell’ultimo mondiale, quello sudafricano, ha forse espresso un calcio migliore addirittura di sua maestà Messi (in molti ancora ricorderanno il gol agli ottavi di finale contro il Messico proprio quattro anni fa).
Analizzando la rosa globale della nazionale però, ci si accorge che c’è più di qualche defaillance nel puzzle argentino, soprattutto in difesa, basti pensare ai due terzini titolari che sono Rojo e Zabaleta, non certo paragonabili a loro illustri predecessori come Zanetti, che proprio con la nazionale ebbe la sua più brutta “sorpresa” sportiva, non essendo convocato all’ultimo giorno per il mondiale 2010 dal commissario tecnico Maradona.
Nel centrocampo, spetterà invece al laziale Biglia e a Banega, impostare la manovra, giocatori dal profilo interessante, ma niente di più (ci si inorgoglisce sapere che noi affronteremo questo mondiale con Pirlo in cabina di regia). Nel girone in cui è stata inserita l’Argentina, di sicuro però i piedi di Banega e Biglia e la mediocrità difensiva potrebbero bastare (e avanzare) vedendo le altre tre compagini: Bosnia, Nigeria ed Iran infatti si giocheranno il secondo posto valido per la fase ad eliminazione, ma il divario tecnico tra la nazionale argentina e le altre è sotto l’occhio di tutti. Un divario che possiamo intendere anche “storico”, poiché tra tutte queste nazionali, quella Albiceleste è stata l’unica ad aggiudicarsi la Coppa del Mondo (1978, 1986), senza considerare anche la finale persa contro la Germania nel mondiale italiano del 1990.
Di certo questo sarà per gli argentini un Mundial diverso da tutti gli altri, perché si giocherà in “terra nemica”, quel Brasile, che sportivamente parlando è la nazionale più odiata dal popolo argentino. Magari, per Messi & co vincere questa Coppa avrà un sapore ancor più buono e la possibilità di fare un bello scherzo ai brasiliani potrebbe dare quel ‘quid’ in più alla Seleccion.