Il palmares dei sudamericani è da far invidia a tutti, in quanto il record di cinque titoli vinti (1958,1962,1970,1994,2002) potrebbe essere raggiunto solo dalla nostra nazionale, ferma a quota quattro.
Nonostante negli ultimi anni non vi sia nella rosa un fenomeno come punto di riferimento (basti pensare a Ronaldo nel 1998 e nel 2002 o Ronaldinho e Kakà in quello del 2006), il dream team guidato da Felipao Scolari è di tutto rispetto, sia da un punto di vista tecnico, sia sotto il profilo dell’esperienza dei giocatori che molto probabilmente andranno al ‘Mundial’.
Qualificatasi senza dover disputare la fase ad eliminazione nel girone, per via della normativa FIFA che prevede l’automatico passaggio alla fase finale per la nazione ospitante, il Brasile ha disputato in questi ultimi due anni, svariate amichevoli, di prestigio e non, per testare i progressi di molti giocatori, che sino allo scorso mondiale non facevano parte della Selecao.
Anche la Confederations Cup, disputatasi proprio in Brasile la scorsa estate, è stata un banco di prova davvero impegnativo, poiché vi hanno preso parte selezioni importanti, come la Spagna, l’Italia e l’Uruguay. Sebbene il torneo fosse composto da sole otto nazionali, il Brasile è riuscito prima a battere nel girone 4-2 gli ‘azzurri’ e poi in finale a schiacciare nettamente la Spagna con un secco 3-0, che ha fatto emergere a livello planetario e in modo definitivo, il talento di Neymar ( acquistato poi dal Barcellona per l’astronomica cifra di 95 milioni di euro). E’ proprio sulle sue spalle che regge il peso di una nazione intera, che come si sa, vive per il ‘futebol’ e spera di non rivivere quanto successo nel 1950, quando proprio il Brasile ospitò per la prima volta i Mondiali, ma perse in modo beffardo in finale al Maracanà, contro gli acerrimi nemici dell’Uruguay.
Come da tradizione ormai, sarà proprio la nazionale brasiliana a dare il via ai giochi, nella partita inaugurale che si disputerà il 12 giugno nello stadio del San Paolo, contro la Croazia. Sarà certamente una partita da non sottovalutare, in quanto i croati hanno elementi di spicco nella loro rosa, tra cui Modric e Mandzukic.
Le altre due del girone, Messico e Camerun, non impauriscono più di tanto, ma si sa, per vincere un mondiale, bisogna curare al meglio ogni dettaglio ed essere soprattutto consapevoli della propria forza. Naturalmente la stampa brasiliana (e in gran parte anche quella europea), sottolineano come il Brasile, non sia favorita solo in quanto nazionale ospitante, ma perché negli undici titolari e nella panchina, il c.t. può disporre di calciatori di primissimo livello, a partire dal già citato Neymar sino al centrale di difesa più forte al mondo, Thiago Silva, che al Mundial potrà far coppia con Dante o David Luiz, insomma, roba mostruosa.
Anche il centrocampo, da molti visto come il punto debole dei ‘verdeoro’, ha giocatori che a livello tecnico fanno invidia a tutti (forse tranne alla Spagna), basti pensare a Paulinho, Oscar, Bernard, Willian, Hernanes.
Nel 4-3-3 disegnato da Scolari, c’è ancora posto per una punta centrale, poiché i due esterni d’attacco al 99% saranno Neymar e Hulk e sebbene Fred abbia interpretato ottimamente il ruolo di centravanti nella scorsa Confederations Cup, manca un vero bomber mondiale, come lo è stato Ronaldo nel 98, 2002 e 2006 o Pelè negli anni dei tre Mondiali vinti. In questi giorni proprio su questo punto, Scolari sembra aver aperto le porte anche ad un probabile ritorno di Adriano (ormai ex imperatore), affermando che se dovesse tornare quello di prima, ci farebbe più di un pensierino. Parole d’elogio anche per Ronaldinho e Pato, che sperano in una clamorosa convocazione, che a detta di tutti sarebbe del fantascientifico, in quanto i due ormai sono ai margini del calcio che conta, soprattutto “il papero”.
In Brasile ormai si vive una spasmodica attesa per questo evento, secondo solo alle Olimpiadi e che attrarrà, si pensa, all’incirca cento milioni di visitatori nell’arco di trenta giorni. La nazionale brasiliana proverà a far leva anche sul fatto che mai una nazionale europea è riuscita a vincere un mondiale quando si è giocato nel continente americano. Una speranza in più che non può far altro che incrementare fiducia e consapevolezza nella testa di quei 23 giocatori che avranno il compito di portare a termine una missione, più che vincere un mondiale, il sesto.