Questa è la presentazione disillusa, realista e cinica della band romana, presente sulla loro pagina Facebook. Suonano un genere da loro definito “rust rock”: musicalità dure e quasi stridule, mutuate da gruppi stoner rock come Kyuss e Queens of the Stone Age, ma con riverberi di Nirvana, Soundgarden e i Metallica del periodo garage.
“Pochi fronzoli e ritmi ipnotici, parole che infastidiscono e che si aggrappano alla materia celebrale” questo è il leitmotiv che i quattro del Malrovescio (Francesco/voce e chitarra, Riccardo/voce e basso, Emiliano/batteria e Fabrizio/chitarra) hanno infuso al loro primo album “Kal El”, con testi in italiano, che analizzano in modo molto cinico il mondo che li circonda. La scelta del nome alieno di Superman, eroico fumettistico per antonomasia, è emblematica.
Proprio durante l’intervista a Communication Breakdown ci spiegano di voler raccontare la storia di Kal El che "scende sulla terra ed è trattato con la stessa diffidenza nei confronti di un immigrato clandestino, senza neanche che gli sia dato un lavoro". Quindi anche le icone “indistruttibili” della cultura popolare rimangono basite dalla società, in cui si ritrovano a vivere loro malgrado, e dalle sonorità del Malrovescio, che condisce il tutto con grandi riff e tanta ironia. Un album completo, dai brani più ritmati e travolgenti nei riff, come Giorno da Scarafaggio, QuintoQuarto e Mangiafuoco, ai brani più lenti e crepuscolari, come Greta nella Via Lattea e la traccia di chiusura Sayonara.
Possiamo solo che dire “lunga vita a Kal-El, lunga vita al Malrovescio”
Link per ascoltare o scaricare la puntata di Communication Breakdown: INTERVISTA MALROVESCIO - Communication Breakdown