La band folk-indie rock romagnola, nata come squadra di basket negli anni '90 è formata da Kruger (voce), Néstor Fabbri (chitarra), Bartok (basso), Vix (batteria) e dall’aspirante Nobraino David Jr. Barbatosta (tromba, chitarra) e conta già quattro dischi. Il primo album ufficiale, chiamato ironicamente “the best of Nobraino” esce nel 2006, l’anno successivo esce un live di inediti “Live al Vidia Club”. Nel 2008 vincono il Premio rivelazione dell’anno al MarteLive, con la quale firmeranno un contratto di management e produzione discorgrafica che li porterà all’uscita nel 2010 dell’album “No usa! No uk!”,sotto la direzione artistica di Giorgio Canali. L’ultimo album esce nel 2012 con il nome, di nuovo irocnico di “Disco d’oro”. Si sono fatti conoscere inoltre al programma della Dandini “Parla con me”. Hanno collezzionato diversi premi importanti, come quello del 2011 al MEI di Faenza per “Miglior Tour dell’anno”, o come il Premio XL La Repubblica “Nuova musica italiana”.
Per questo motivo parlare di band rivelazione è inappropriato; i Nobraino oltre ai premi, hanno collezzionato un numero grandissimo di live in tutta italia, percorsa a bordo del loro fantastico furgoncino, dove hanno impresso benissimo la loro identità. Se hai visto un loro concerto, al prossimo sai già che ti aspetti un nuovo spettacolo. I loro live sono fisici, impredevibili, teatrali e il pubblico si lascia travolgere così tanto dal carisma di questi cinque ragazzi da diventare, citando Krugman durante il concerto, “il sesto Nobraino”. Ma non pensate che siano solo show, i Nobraino musicalmente sono validissimi, diversi dai soliti gruppi indie italiani, e con dei testi ironici e riflessivi, eredi della migliore tradizione cantautorale del nostro Bel Paese.
Una band inusuale per l’auditorium per l’appunto; cosa hanno riservato questa volta i Nobraino a Roma? Il concerto è iniziato con dei pezzi inediti dove i Nobraino provavano a testare le nostre reazioni. Ma si è capito subito che “tutti quei sedili” vanno stretti alla band, e Krugman inizia guardarsi intorno con l’aria un pò isofferente, se va al bagno e lascia il pubblico all’ascolto di un bellissimo pezzo strumentale. Torna, e scende tra il pubblico sulle note di “Bademaister” e “Tradimentuz”, ritorna sul palco e balla, gioca con una sfera luminosa, scherza con la gente in galleria… eppure non riesce a rassegnarsi alla vista di tutte quelle persone sedute: ”sti sedili, perché?”. E’ così che Krugman, si toglie le scarpe, e in un attimo rompe la solennità di quella sala e di quelle poltrone rosse, arrampicandosi tra un sedile e un altro, cadendo sulle persone. Ed è a quel punto che si è creata quell’empatia con il pubblico, tipica di ogni concerto dei Nobraino.
E proprio sul più bello ,che decidono di uscire e finire lì il concerto a a meno che “non fate un rumore che un posto come questo non abbia mai sentito” per un bis dei Nobraino. Ed è così che si scatenano mani, piedi e urla dell’intera sala, e i Nobraino rientrano più carichi di prima accontentando tutti con i pezzi più conosciuti e concludendo il concerto con “Bifolco”... che dire? Belli e bravi questi Nobraino! Se avete perso i Nobraino a Roma e avete la possibiltà, seguiteli nelle prossime tappe del tour: