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INTERVISTA A lo spinoso
Come al solito, abbiamo "braccato" l'artista di turno prima della sua esibizione. Stavolta abbiamo fatto qualche domanda a Tiziano Russo, in arte Lo Spinoso. Una piacevole chiacchierata essenziale e decisa, dritta al punto della questione.
Da "Timothy" sei diventato "Lo Spinoso": da cosa dipende questo cambio di nome e come mai hai scelto proprio "Lo Spinoso"?
«In realtà "Lo Spinoso" non ha un significato particolare, mi piaceva come suonava. Mi riconoscevo nell'immagine che evocava. Mi chiamo "Lo Spinoso" perché appunto non sono più "Timothy" (ride NdR). Dal momento in cui ho deciso di chiudere quel progetto per aprire quest'altro progetto in italiano, c'è stato un momento di organizzazione generale nella mia vita e "Lo Spinoso" è diventato il nome più coerente.»
"La mia nuova vita leggera": parlaci di questo disco.
«C'era un'idea di fondo, ed era fare qualcosa di stimolante dal punto di vista musicale. Ho abbandonato un modo di suonare per approcciarmi ad un altro modo di suonare (con le mani, il fingerpicking) ed è una cosa che mi ha cambiato non solo per quanto riguarda la musica ma anche per quanto riguarda i testi. L'idea era di fare qualcosa che mi rappresentasse in quel momento. Il titolo l'ho scelto alla fine del disco: ho cominciato a scrivere pezzi e poi mi sono reso conto che alcuni di questi brani avevano una coerenza tra loro, un filo logico, e li ho messi quindi nella cartella "La mia nuova vita leggera".»
L'uso del "fingerpicking": Mark Knopfler quanto ha influito nel tuo stile? Se non è stato lui, allora quale altro chitarrista ti ha ispirato?
«Non ho mai ascoltato un disco di Mark Knopfler, strano ma vero (ride NdR). Hanno influito più il folk degli anni sessanta o la musica degli anni cinquanta. Anche gli anni trenta con il jazz, il country ed un certo tipo di cantautorato americano.»
Quanto c'è di autobiografico nei tuoi testi?
«Praticamente tutto. Con "La mia nuova vita leggera" ho fatto un percorso tutto spontaneo e personale. Più che una vera e propria autobiografia, l'intento era di fare qualcosa che esorcizzasse quel momento. Pezzo dopo pezzo, è stato sempre un piccolo passo avanti.»
Stai lavorando ad un nuovo disco? Se no, cos'hai in serbo per noi?
«Al momento sto suonando e la dimensione live è una dimensione diversa da quella del disco perchè vive di una sua propria energia. Sono contento di poter suonare questi pezzi in contesti differenti. In tutto questo in realtà sto lavorando ad un nuovo disco. Per ora però è ancora un embrione.»
Francesca Marini, per Radio Libera Tutti