Uscito il 27 gennaio, “Endkadenz Vol 1” (pubblicato dalla Black Out/Universal) è il sesto lavoro in studio della band bergamasca, il loro ritorno sulla scena dopo quattro anni di silenzio. Nuove sonorità, ma sempre la stessa grinta per lo psichedelico trio di Albino. Un disco dalle mille sfaccettature musicali e dai testi ambigui al massimo con il quale i Verdena sembrano reinventarsi senza tuttavia perdere la personalità che li contraddistingue dagli inizi. Una vera novità da non perdere in questo 2015.
Alberto ci ha raccontato del nuovo disco diviso in due parti, del passato e del futuro del gruppo, di ciò che lo ispira, dei suoi gusti musicali e di tante altre cose. Non vi resta che ascoltare il podcast!
Sono stati lunghi questi quattro anni di pausa dall'ultimo disco? Un artista o un gruppo di artisti sentono davvero quest'attesa da parte del gruppo e se sì, come la vivete?
«Solo quando il disco è pronto iniziamo a sentire dei pesi, delle responsabilità. Durante la lavorazione no, non ci pensiamo assolutamente. Cerchiamo di non farci dimenticare dal pubblico, tirando fuori un bel disco.»
Da cosa trae ispirazione Alberto Ferrari dei Verdena? E da cosa traeva ispirazione l'Alberto di dieci anni fa?
«Dieci anni ho avuto un periodo di cambiamenti, anche brutti. Comunque traggo ispirazione da un viaggio, da un libro... Tutto. E' una cosa che viene improvvisamente.»
L'Henhouse è il vostro studio di registrazione che alle origini era un pollaio, nasce come pollaio e poi diventa studio di registrazione. Come procede? Com'è nata l'idea di cominciare questo progetto?
«Prima ancora di essere un pollaio era una mensa di una scuola nell'ottocento. Una scuola di dieci alunni perchè il paesino era proprio piccolo. Procede bene. E' molto piccolo il posto, mi ha stufato (ride NdR). Vorrei un posto più grande.»
La vostra musica non mette in primo piano la voce. E' una vostra scelta oppure è una cosa che vi viene naturale?
«Tutti la sentono poco presente, invece secondo me è alta (ride NdR). La voce è importante. Non è mai un riff o un qualsiasi strumento a decidere se il pezzo è buono. E' la voce.»
Quali sono i gusti musicali dei Verdena? Cosa ascoltavate da adolescenti?
«Io ascoltavo i Beatles. Mi regalarono una cassetta ed ho ascoltato solo lei per sei anni (ride NdR). Poi sono arrivati i Nirvana. Mio fratello ascoltava i Guns 'n' Roses ma io non li sopportavo. Un giorno sono tornato a casa con "Nevermind" e da quel giorno non ha più sentito i Guns 'n' Roses (ride di nuovo NdR).»
"Endkadenz": perché questo nome? Da dove deriva?"
«"Endkadenz" è il colpo finale di un concerto di Mauricio Kagel, un compositore di musica classica. Lui faceva questo assolo sui timpani. Erano sei timpani. Sui primi cinque rullava tantissimo e poi si buttava sul sesto con tutto il corpo e doveva rimanere fermo per cinque minuti. Ci piace l'idea che il disco sia descritto con questa immagine.»
Anticipazioni su "Endkadenz Vol.2"?
«Nel Vol.2 abbiamo cercato di bilanciare le distorsioni, i suoni puliti, gli acustici. In poche parole sarà un disco della stessa forma, ma un po' diverso, anche perché i pezzi sono sempre diversi tra di loro. Noi poi non ce la facciamo a seguire un filone. Il secondo volume è un po' più matto (ride NdR), un po' più divertente. Io lo preferisco al primo. Infatti sono un po' arrabbiato che non si sia potuto ascoltare subito, ad una settimana di distanza magari. Mi piacerebbe uscisse prima.»
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Verdena - Endkadenz Vol.1: Ascolta l'album