Extra

Stampa
Email

Milena Angelè: quando il sax è donna

Giovedì, 12 Marzo 2015 14:10

La puntata di Clinker andata in onda mercoledì 11 marzo 2015 è stata interamente dedicata alle donne, ai grandi nomi femminili del jazz. Per l'occasione è stata nostra ospite in studio la sassofonista Milena Angelè che ci ha deliziato con un paio di brani live solo sax.

Una personalità interessante unita ad un amore intenso per la musica che ci ha parlato di se stessa, dei suoi progetti, del suo disco di recente pubblicazione "Resiliency" e della sua passione verso questo strumento.

Come mai hai scelto di studiare proprio il sax?

«In casa mia non suonava nessuno. Mi ricordo che, quando chiesi il sassofono, i miei genitori (non era ancora abitudine vedere delle sassofoniste) volevano studiassi il pianoforte, infatti io ho cominciato con il pianoforte. Ho insistito nel tempo e finalmente per i diciotto anni questo sassofono è arrivato. Credo comunque che l'aver visto su Video Music qualche video degli Spandau Ballet con questo sassofonista abbia influito (ride NdR). Le prime immagini di un sassofono credo di averle viste così perché a scuola non ti fanno questo discorso. E' un disastro in Italia infatti. Io da qualche anno ho una scuola qui a Roma che si chiama "Artidee" e molti ragazzi che vengono non sanno neanche distinguere un sassofono da una tromba. Certe cose i ragazzi le imparano o con la famiglia o a scuola, maggiormente a scuola. La musica c'è a scuola, ma c'è nel modo sbagliato, ti fanno studiare il classico flautino dolce. Tornando a noi, al jazz mi sono avvicinata verso i ventiquattro anni, per lo stesso discorso di prima. E' un genere al quale non arrivi immediatamente. In America leggono biografie di Miles Davis o altri, crescono con certe cose. Noi invece cresciamo con altri tipi di ascolto, con la musica pop e la musica italiana, che è quello che ho fatto anche io. Poi ho avuto la fase dark (ride di nuovo NdR). Sono contenta di aver avuto un ascolto variegato.»

"Resiliency": parlarci del tuo disco.

«L'anno scorso ho avuto un momento creativo fecondo e ho deciso di mettere insieme tutte le idee che avevo in quel momento. Ho voluto dedicare questo disco a questo termine: la resilienza. E' un termine molto attuale che nasce nel campo dell'edilizia, è la capacità di resistere agli urti. Poi la parola è stata applicata in altri ambiti, tra cui la psicologia e l'informatica. Resistere e uscire dalle difficoltà rinfrancati in qualche modo. E' un messaggio positivo quello che voglio trasmettere con questo progetto. L'obiettivo lo si raggiunge attraverso vie tortuose. Ci si può arrivare, anche con l'aiuto di chi hai intorno. In questo caso, gli altri musicisti che hanno collaborato e che sono persone spendide: Edoardo Ravaglia (pianoforte e tastiere), Riccardo Gola (contrabbasso), Fabio Sasso (batteria) e in alcuni brani Enrico Bracco (chitarra). In un pezzo canto anche, ma non mi prendo sul serio come cantante. E' un pezzo che mi piace molto e l'ho fatto per divertimento. Poi l'ho messo come ultima traccia. Se le persone mi dicono "ah, ma canti anche" vuol dire che hanno ascoltato tutto il disco (ride NdR).»

Progetti per il futuro: cos'hai in cantiere per noi?

«Sto cercando di lavorare al secondo progetto discografico sempre con questa formazione. Approfitteremo di alcune serate per collaudare questi nuovi pezzi che andranno a finire in questo nuovo disco. Speriamo di fare qualche data in qualche festival estivo e di tornare presto in studio.»

Per scoprire cos'altro ci ha detto Milena durante l'intervista e per ascoltare i brani eseguiti dal vivo con il sax, non vi resta che cliccare play sul podcast della puntata.

Scaletta della puntata: