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Musica

I migliori album del 2015 - Marzo

Sabato, 18 Aprile 2015 09:25

Questo giro ci siamo presi qualche giorno in più per decidere quali sono gli album a cui dovreste prestare le vostre orecchie e un’ora dei vostri pensieri.

 

QUI TROVI LA CLASSIFICA DEFINITIVA CON I MIGLIORI ALBUM DEL 2015

 

Parlando di nomi grossi, il solo pronunciare Arcade Fire fa accelerare il battito a molti; se però uno di loro intraprende la fatidica via solista, subito sale il senso di angoscia e di paura dell’ignoto. Ebbene rassicuratevi tutti, perché Will Butler debutta splendidamente con il suo “Policy”, un album apparentemente semplice, schietto, 8 canzoni per meno di mezz’ora di durata totale. Come a calare subito le carte, senza starci a far penare nel “vediamo che sai fare fuori dall’Olimpo”.  E fa tutto bene, più che bene. Un rock classico, ballate impeccabili, testi inquieti travestiti da melodie scanzonate. Come dire, un po’ di sana “paraculaggine” nel dissimulare il talento autentico, che è il primo lavoro e non si sa mai.  Assolutamente convincente.

  

Adesso così, per parlare di cose serie, l’album del mese. E’ indubbiamente l’ultimo di Mark Knopfler, Tracker. Dal titolo e dalla copertina non potreste immaginare cosa ci sia in questo disco. Un uomo si ferma alla fine di un lungo viaggio in cui ha vissuto (non semplicemente visto) un sacco di posti, si guarda indietro e scrive 11 canzoni. Non saprei come sintetizzarlo meglio. La delicatezza della chitarra è quasi più emozionante di quella della voce che racconta le strade, la vista dal porto, i profumi della sera. Le luci di Taormina. “Lights of Taormina”, è una poesia. Senza esagerazioni, lo è davvero, vale da sola tutto il disco, che è comunque nel suo insieme una magnifica espressione del folk colto, ispirato, che poi è quello più bello.

 

Passando ad un gruppo che continua a piacere e convincere arrivati al 13° studio album: si chiama “Aurate Gloom” ed è l’ultima fatica degli Of Montreal. Il loro timbro rock è assolutamente distinguibile, qualcosa di molto più ricco, “plastico”, del classico indie-rock nel quale possono tranquillamente star comodi, ma con un po’ più di colore degli altri della classe. E per “colore” non intendo qualcosa di entusiasta o spensierato, nossignori; è palese che questi ragazzi attingano al vasto mare dei Talkin Heads, di Bowie, dei Beatles più tetri e a tutto quel gusto musicale che se fosse un gelato si chiamerebbe glam variegato amarezza. Ho letto che a tal proposito qualcuno ha sbuffato di delusione per quest’ultimo disco; io un paio di ascolti li consiglio vivamente.

  

Sul fronte dei nuovi che si fanno strada nello scintillante mondo del dream-pop, segnalo un disco che mi ha regalato un’ora di notevole benessere. Fatevi un giro con “Era”, il secondo disco degli Echo Lake. Atmosfere intangibili e stati d’animo sussurrati. Ipnotico.

  

 

Come sempre, una scia di altre cose che potrebbero rendervi felici:

 

Moon Duo – “Slow Down Low”

 

Katzenjammer – “Rockland”

 

Modest Mouse – Coyotes

 

Pile – “Mr. Fish”

 

Young Buffalo – “No Idea”

 

Cold War Kids – “Harold Bloom”

 

Evans The Death “Expect Delays”

 

Plastic Mermaids – “Playing In Your Mind”

 

Twin Shadow – “I’m Ready”

 

Claudia Colantonio