Per scoprire la pungente ironia di questo gruppo e per ascoltare qualche loro brano, non vi resta che cliccare play sul podcast:
Alessandro Chiorino dei Pagliaccio:
Che cos'è per voi "La Maratona"? Come nasce l'idea di fare questo disco? Cosa intendete per "maratona"?
«Questo disco rispetto al precedente è stato un punto d'arrivo, un po' più maturo. Il primo disco invece è stato un punto di partenza. Abbiamo definito poi lo stile dei Pagliaccio suonando in giro. Il primo quindi era più sanguigno, più scritto di getto. Qui invece abbiamo fatto un passo avanti proprio nella forma della canzone, nella scrittura. Ci vogliamo allontanare dai progetti cantautoriali lo-fi, voce e chitarrina un po' scordata. E' un disco più consapevole. Può essere considerato un concept album sulla fatica di vivere oggi, però nella chiave positiva. "La Maratona" secondo noi è un'immagine molto forte che rispecchia alla perfezione tutto questo: la fatica che si fa lungo la strada, per poi arrivare al traguardo, alla fine. Non lamentarsi, ma faticare per poter dire "ce la faremo".»
Com'è la situazione delle band emergenti? Il momento ha scoraggiato molti? E' una scena viva oppure si sta lentamente spegnendo?
«Ti potrei rispondere tra un paio d'anni a questa domanda perchè ci siamo dentro in pieno. Una situazione di difficoltà sprona nuove energie, nuova creatività. Quindi dal punto di vista creativo possiamo salvarci. Mentre dal punto di vista materiale è più difficile. Però ho l'occasione di giocarmi le mie carte. E se perdo, vuol dire che non sono abbastanza bravo. Magari non riesco ad emergere, ma devo provarci. In questo momento, il pubblico fa fatica a comprare i dischi, ad andare a vedere i live, gli organizzatori scendono con i cachet e tu devi fare i salti mortali. Poi quando ce l'hai fatta, i cachet salgono e tu sei più sereno, ma anche band più avanti di noi non navigano nell'oro. Non puoi dire "il mio lavoro è fare il musicista", perché magari ti va bene un anno e poi non riesci più a stare in piedi. Purtroppo in questo la fantomatica crisi si fa sentire. E' difficile fare l'operaio o l'impiegato, figurati un lavoro creativo. Però siamo in una situazione talmente difficile che lo spazio per i sogni torna ad esserci. Tanto ormai è assurdo anche fare un lavoro classico, quindi tanto vale fare il musicista o quello che ti piace fare. Per un musicista emergente lo stipendio dell'operaio è un sogno (ride NdR). E' talmente difficile tutto che a questo punto tornano in piedi i sogni. Almeno provo a fare quello che mi piace.»
"Pagliacci tutti voi!" è un brano che spiega tutti gli altri brani. Parlaci di questa canzone.
«E' un collegamento con il primo disco in cui c'era un brano, "Io per primo", che era un po' il manifesto di tutto l'album. Rappresenta in pieno il nostro stile, lo scimmiottare un nu-folk che va molto di moda. Alla fine del disco insomma, c'è un brano che spiega il resto. C'è un parallelismo tra l'essere italiani e l'essere pagliacci che lega noi della band al pubblico. E' una frase con la quale chiudiamo sempre i concerti: "Pagliaccio #1, Pagliaccio #2, Pagliaccio #4, Pagliacci tutti voi!". Con questo brano mettiamo tutto nero su bianco. Spiega tutto.»
Scaletta della puntata:
- Mike Knopfler - Lights Of Taormina
- Tame Impala - Lucidity
- Pagliaccio feat. Ex-Otago - Amore cieco
- Pagliaccio feat. Bianco - L'occasione
- Pagliaccio - Vai vai ciao
- Pagliaccio - Pagliacci tutti voi!
- Le Strisce - Comete
- Katzenjammer - Rockland
- Two Door Cinema Club - Something Good Can Work
- Florence + The Machine - What Kind Of Man
- Vampire Weekend - Step