Tra tutti i pianeti proprio Plutone, perché?
Plutone è un pianeta che è stato per molto tempo estromesso dal sistema solare avendo con un orbita molto eccentrica e non ellittica, solo recentemente è passato da essere considerato pianeta e non un planetoide. Complesso deriva invece dal duplice significato che questa parola ha nella lingua nostrana: sinonimo di band e contrario di semplice.
Sette febbraio 2015 è la data del lancio del vostro primo disco, voi ci avete montato su uno spettacolo teatrale, perché?
Attori, sceneggiatura e il contributo di Andrea Sorani per aggiungere un contributo visual, a cui teniamo molto. Lo spettacolo si è tenuto all’interno della convention delle fave (fans di EELST), raccontando l’immaginario e la storia dietro al complesso di Plutone, attraverso le nostro canzoni. I brani contenuti nell’album sono infatti collegati da una storia unica, i cui protagonisti sono un igienista dentale e un robot, piena di riferimenti a personaggi della scena politica e non odierna. Il contributo dato dalla rappresentazione teatrale è sicuramente un’aggiunta, che apre a diverse interpretazioni, lasciando liberi gli spettatori.
Avete realizzato tre video, quanto è importante per voi l’accostamento ad un contenuto visivo?
Molto, se si conta come abbiamo scelto di lanciare il cd e i progetti futuri che teniamo ancora nascosti nel cilindro. Plutone ha diverse lune, noi come lui diamo contributi differenti al complesso, tanto da renderlo unico nel suo genere. Siamo in un’epoca in cui la musica non può essere slegata anche da un concetto visuale, proprio perché ormai, citando Sartori, noi siamo da considerare Omini Videns. Può essere intrepretato come una regressione o un’evoluzione rispetto agli Omini Sapiens Sapiens, fatto sta che l’aspetto visivo fa totalmente parte di noi, noi lo usiamo per arricchire e dare più significato ad un brano.
Non avete paura che un contributo video possa alterare la percezione della vostra musica?
No, la PNL, Programmazione Neuro-linguistica Funziona in maniera tale che attraverso diversi approcci e contributi si riesce a raggiungere, qualcosa di unico e differente, ed è esattamente quello che tentiamo di fare noi.
Mettere insieme cinque elementi cosi diversi significa giungere continuamente ad un compromesso, voi sentite di aver raggiunto il vostro equilibrio?
Assolutamente no. Lo raggiungiamo ogni volta. Lavorare con tante persone e cosi diverse è piuttosto complicato ma se questo viene fatto per raggiungere un obiettivo terzo, è possibile mettere da parte il proprio ego e i propri narcisismi. Credo sia solo questo che faccia coesistere e mescolare armoniosamente le nostre personalità.
Avete unito talmente tanti generi da crearne uno nuovo. Pensate sempre sia un vantaggio o no avere un genere di riferimento?
Si perché, è divertente creare qualcosa di assolutamente diverso e che non sia già presente sul mercato. Distinguerci ci consente di non fare musica di genere e cambiare mood in ogni punto del brano: lo troviamo creativo e divertente. Esprimiamo la nostra rabbia con del metal, la nostra ironia con un cross-over, utilizziamo il rock per i cambiamenti, il funky per andare avanti, ci esprimiamo così, crediamo ci sia un preciso stile che descriva alla perfezione il momento.
Testi e musica sono quindi sempre indissolubili?
No, i testi li scrive Giorgio (Voce maschile, nda) e di solito accosta ad essi anche un abbozzo melodico, ma quasi sempre viene stravolto, ad esempio “Vita nel cielo” aveva un’atmosfera Dark e poi è diventata Funky.
Nel 2014 vincete il premio “Pop” al Fuoriscena, come via ha fatto sentire essere etichettati “Popular”?
Era il nostro primo contest ed è stata comunque una grande soddisfazione: ci ha permesso di seguire un percorso di crescita. Abbiamo gareggiato contro un centinaio di gruppi, ci abbiamo messo passione, anima, verve, una bellissima esperienza.
Nei vostri testi muovete diverse critiche alla società moderna, siete davvero così distanti?
E’ inevitabile essere intrisi della cultura alla base di questa società, ma nel momento in cui ci si rende conto delle criticità, anche dall’interno, è bene rendersene conto ed esprimerle. I nostri testi sono piuttosto apolitici ma schierati allo stesso tempo, in ”Stendardi rossi”, ad esempio critichiamo la moderazione politica che è madre della situazione attuale.
In “Cade la Neve” cantate “la storia di un uomo esiste soltanto nella sua virtualità”, è una critica diretta ai social: non credete in questi mezzi o non vi appartengono?
Ci stiamo aprendo all’uso di questi media, perché sarebbe anacronistico e ipocrita non utilizzarli. Ciò che ci distingue da tanti altri è l’uso consapevole che ne facciamo. Oggi i social danno una rappresentazione di una realtà che nella maggior parte dei casi non esiste, e tutto quello che si vuol vedere appartiene a una dimensione non reale in cui foto, frasi e post fluttuano, appesi in bacheca.
Parteciperete anche alla festa della musica a Lanuvio, credete che quello dei castelli sia un pubblico equivalente a quello dei club della capitale?
Si, siamo tutti essere umani, se una canzone è scritta non per apparire ma per elaborare uno stato d’animo, arriva, indipendentemente del clima culturale.
Cha aspettative avete dal progetto di crowdfunding per la realizzazione del video di “Clown” con la regia di Ruggero Deodato?
Sicuramente di morire male, almeno in video (ridono, nda)! Ci sarà un dvd, un fumetto, e un video. Siamo molto affascinati e curiosi di quel che uscirà fuori dal genio di Ruggero. Il male, la violenza e la truculenza esistono, a noi piace l’idea di rappresentarle.
Tutte le date ed i concerti di In the Grove -RLT Unplugged
Le Foto della serata:
LE BAND di Giovedì 18 Giugno Complesso di Plutone e Inverso! Stasera si riparte con il contest più fico dei Castelli,...
Posted by RADIO LIBERA TUTTI on Domenica 21 giugno 2015