Il suono analogico è stato abbandonato da tempo in questo genere musicale, con il computer è tutto più veloce, le esigenze del mercato musicale si fanno sentire. Non sempre digitale vuol dire senza anima, anzi, le sonorità musicali sono state rispettate, accostandosi perfettamente agli strumenti musicali tradizionali.
Gli Africa Unite fanno musica dal 1981, sono considerati la prima band reggae italiana, prendono il nome da una canzone di Bob Marley e hanno macinato chilometri per portare il ritmi in levare nella penisola italiana. Sebbene siano gli ambasciatori italiani del reggae/dub, non hanno particolari rapporti con la Giamaica. Riconoscono molto a questa tradizione musicale ma hanno sempre cercato di prendere le distanze dall’immaginario legato al reggae o alla filosofia Rastafari, che inneggia ad Haile Selassie come seconda venuta di Cristo sulla Terra. Sì, ma i dreadlocks? Forse sono solo un fatto estetico e niente più.
Ora con il loro ultimo album “Il punto di partenza”, in free download sul loro sito, hanno intrapreso un tour che li ha portati fino a Villa Ada. La scelta del free download è molto intraprendente e ammirevole, l’intento infatti è quello di far arrivare la loro musica a tutte le persone puntando soprattutto con i live, dimensione che appaga molto di più. La dimensione della discografia è obsoleta. Con il nuovo lavoro degli Africa Unite nasce una nuova era, la social re-evolution, cercando di reinventare il concetto di vita sociale telematica, coinvolgendo le persone su temi importanti anche su Internet. Nell’album “Il punto di partenza”, il brano “L’esercito con gli occhiali a specchio” vi racconta appunto l’evoluzione dell’uomo durante l'epoca dei social media. Con “Riflessioni” ci si rilassa ma con la consapevolezza di un mondo un po’ storto. Da ascoltare tutti gli altri brani che comunque presentano temi e influenze completamente diverse.
Gli Africa sono numerosi. Abbiamo, oltre ai più famosi, Bunna e Madaski, al sassofono, Gabriele Peradotto, alla tromba Stefano Colosimo, alle tastiere “Kikke”, Mauro Tavella al campionatore, Paolo Baldini al basso, Ale Soresini alla batteria, alla chitarra Marco “Benz” Gentile e alle percussioni il vispissimo Nicola Paparella. Ognuno con la sua influenza musicale diversa, ma di diversità gli Africa Unite ne sanno e ne hanno fatto un emblema.
Articolo a cura di Francesco Putortì