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Musica

In The Grove #18: il dub inconsueto dei Roaring Bass

Lunedì, 10 Agosto 2015 10:59

I Roaring Bass sono un progetto iniziato nel 2014 da una passione comune per la Dub Reggae. Tutti i membri della band sono polistrumentisti. Il nostro obiettivo è quello di presentare qualcosa di musicalmente innovativo, profondamente radicato nei principi della musica Reggae Roots.

La moderna evoluzione del reggae contiene molti riferimenti al razzismo e all’omofobia. Noi disapproviamo questo trend. Il nostro stile nasce dall’unione del reggae con la musica elettronica, cercando di spaziare tra nuove influenze innovative, e lasciando da parte le contaminazioni negative di testi e concetti violenti.

Componenti:
_Marco Ippoliti-(beatmaster&FX)
_Livio Ricci-(flauto traverso)
_Alice Albertelli-(voce)

 

Il basso che ruggisce che cosa vuole esprimere?

_Livio: E’ un nome legato all’impatto che hanno le basse frequenze sulle persone che ascoltano musica dub. La dub è una musica che ha come strumenti principali il basso e la batteria, i pattern che si creano assomigliano molto a dei mantra, formule mistiche ripetitive scritte nei testi sacri delle principali credenze religiose orientali. Molte canzoni di artisti ai quali ci ispiriamo, come Radical Guru in "Babylon Sky”, adottano la ripetizione per sottolineare il messaggio che vogliono esprimere, proprio come se si volesse salmodiare una frase sacra.

Le vostre esperienze musicali sono molto diverse, parlatemene.


_Alice: E’ la mia prima esperienza con il reggae e il dub, Marco e Livio hanno deciso di aggiungere delle contaminazioni diverse nella band pensando appunto all’ingresso del canto lirico nella dub. E' stato qualcosa di totalmente nuovo per la mia carriera musicale. Di reggae conosco poco ma quando mi hanno proposto di cantare con loro mi ci sono buttata a capofitto, prendendo anche grandi batoste perché istintivamente nella mia vocalità non c’era questo tipo di musica. I miei artisti di riferimento spaziano dalla musica elettronica alla musica barocca.


_Marco: Ho un diploma in Fonia al Saint Louis e adesso per lavoro faccio il fonico, so suonare la chitarra e uso tastiere midi per produrre musica elettronica. Nel gruppo produco le basi e durante il live dirigo gli effetti che applico ai microfoni degli altri strumenti usando il mixer che porto sempre con me. Sono 4 anni che seguo la dub, se dovessi stilare una classifica dei miei primi tre artisti preferiti dub direi che al terzo posto c’è di sicuro Zion Train, al secondo Radikal Guru e al primo c'è Victor Rice, il producer degli Easy Star All Star.


_Livio: Ho una grande passione per la musica celtica, nei pezzi cerco spesso di richiamare questa tradizione. Non nascondo che ho anche suonato metal quando ero più giovane. In più sono anche un fissato di reggae, roots, raggamuffin. L’amore per la dub è scoppiato al Rototom, a quel punto abbiamo incominciato a frequentare il Saint Papier, Lo Spartaco, La Torre. Siamo cresciuti con la Massive dei Castelli romani e da quel momento abbiamo cominciato a pensare di creare un gruppo con Marco.

 

Sentite il bisogno di ampliare l’organico della band?

_Marco: Attualmente siamo in tre ma prima avevamo un cantante che metteva l’hip-hop sulle nostre canzoni dub, era molto fico ma per altri impegni ci ha dovuto lasciare. Da poco abbiamo trovato una ragazza con una voce più black che darà alla band quello che noi ancora stiamo cercando di concretizzare.

Come avete incontrato Alice?

_Livio: E’ venuta a fare uno spettacolo nel mio centro ZeroZen, un circolo culturale dove si fanno attività diverse, dalla meditazione alle cene con delitto e lei partecipava come attrice in una di queste cene appunto. Dopo la fine dello spettacolo ci siamo messi a parlare e discutendo è uscito fuori l’argomento musica. Alice non solo sapeva recitare, sapeva anche cantare. All’inizio sembrava un po’ ritrosa alla cosa, non avendo mai fatto niente del genere, ma dopo aver fatto una prova è stato subito amore.


Dove provate con il gruppo?

_Livio: Ho una casa costruita da me in legno dove ci vediamo per provare a casa mia!

E’ più divertente suonare con una band o con delle basi?

_Marco: Quello che faccio adesso è molto appagante per me, perché comunque il lavoro che svolgo prima dei live è un lavoro da musicista in piena regola.

_Livio: Ho spesso suonato in band metal e anche da solo per strada con il flauto traverso e le percussioni, non c’è una formula esatta per divertirsi suonando, basta seguire i propri interessi. Questo gruppo comunque mi da il massimo e mi appaga come suonare con qualsiasi altro gruppo se non di più.

Cosa c’è nel futuro dei Roaring Bass?

_Alice: Adesso puntiamo a fare tanti live e a far si che la nuova ragazza con la voce black si integri nel gruppo. Il passo successivo sarà quello di fare un live con lei per vedere come va. Abbiamo una decina di pezzi finiti, ma dobbiamo integrarli con la new entry, dovremo lavorarci ancora un po’ su.

 

di Francesco Putortì

 

 

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