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The Damned live a Brescia - Festa di Radio Onda d’Urto : la recensione del concerto

Mercoledì, 26 Agosto 2015 13:53

The Damned scelgono il palco della Festa di Radio Onda d’Urto, a Brescia, per la loro unica data italiana del tour. Tanto vero e originale punk inglese per questa band che è stata, e del resto ancora lo è, una delle icone del genere.

Sarò sincero. Io The Damned (officialdamned.com) non li conoscevo affatto.

Però poi ne ho sentito parlare, mi sono documentato un po’, ho ascoltato qualche loro pezzo e ho capito che non potevo farmi scappare via l’occasione di recensire un loro concerto. Tra l’altro quello che sto per raccontarvi è il loro unico passaggio in Italia del tour che stanno facendo.

Ovviamente devo farvi qualche premessa, breve ma intensa.

The Damned partono dalla Londra degli anni settanta, quindi stiamo parlando di veri punkettoni che si dividevano la scena con i Sex Pistols (il loro primo live fu proprio una “spalla” ai Pistols). Il loro rappresentante più significativo è il frontman Dave Vanian, grande personaggio e grande presenza vocale, considerato un vero e proprio crooner , voce alla Frank Sinatra per capirci.

56 album pubblicati, tra cui 34 raccolte, 9 LP, 1 EP e 12 live (la loro ultima produzione in studio So Who’s Paranoid è del 2008), molte collaborazioni con svariati musicisti e cambi di line-up, The Damned sicuramente hanno lasciato un solco significativo sulla scena musicale mondiale. Basti anche pensare che i Guns N’ Roses e gli Offspring hanno coverizzato due loro successi e che anche il grande Bob Marley li ha menzionati nella sua Punky Reggae Party. Insomma, dopo tutto ciò The Damned ancora sono qui, vogliosi e bisognosi di rimarcare quel solco di cui parlavo qualche riga più in alto. Credo fosse proprio necessario per la mia cultura musicale piazzarmi sotto un palco e starmeli a sentire. Fortunatamente hanno scelto Brescia e la Festa di Radio Onda d’Urto, soprattutto grazie al lavoro di IndieBox Music @ 360°.

Quindi gente, questo è quanto è successo.

Non appena entro nell’area concerti mi assale un vero e proprio momento nostalgia. Del resto per queste band c'è sempre. Creste, anfibi, borchie, capelli colorati, calze strappate, pezze che riproducono la bandiera della Great Britain a nascondere i buchi sulle giacche di jeans, e poi le immancabili magliette dei Sex Pistols e dei Ramones. I fan alla spicciola si avvicinano al palco e per quanto non siano moltissimi in compenso li sento carichi e caldi. Già da subito, non appena la band esce allo scoperto ed inizia con le ritmiche tipiche del punk rock marcato The Damned, create dalle vibrazioni della chitarra dell’eclettico Captain Sensible, col suo immancabile cappellino rosso. Dave Vanian è in splendida forma, capello laccato e voce caratterizzante come sempre, si agita e si eccita e benché arrivi on stage con giacca di pelle a doppio petto ben presto resta in maglietta nera attillata. Personaggi d’altri tempi. Ad un tratto mi fermo a pensare che questi  signori hanno scritto una bella parte della storia di uno dei generi musicali più amati, e non solo dai ribelli. Fa quasi una certa impressione vederli dal vivo, così vicini, così umani.

La scaletta parte con dei pezzi più rock che punk a mio parere, forse sono tracce di album più recenti, ma non saprei dire con certezza, visto che non conosco tutta la loro discografia. Però so per certo che ad un tratto intonano New Rose, il loro primo singolo, dall’album Damned Damned Damned del 1977 (vicino a me c’è un signore sessantenne, inglese e gigante, che indossa una maglia con stampato sopra il titolo di quest’album; credo sia roba originale) e il pubblico delira e si diverte, come accade anche quando parte Disco Man, traccia compresa nel loro unico EP, Friday 13th.

La line-up dei The Damned risulta essere molto efficace, oltre alla base tipica di chitarra, basso e batteria, c’è anche uno strepitoso tastierista ad arricchire il groove e a creare quella “pezza” sonora che arriva dritta a sbatterti sul corpo e ti smuove braccia e gambe.

Il punk è stata una grande invenzione a mio modesto parere. Per me è una sorta di mondo parallelo del reggae.

Non so quanto abbiano suonato perché non sono il tipo che sta li a vedere a che ora inizia o finisce un concerto, però credo sia durato il tempo giusto, ossia quello che ti lascia ancora voglia di ascoltarli, quello che non ti distrae, che non ti stanca, che ti fa vivere appieno tutto.

Un bel concerto davvero ed è un peccato per me non aver conosciuto prima questi dannati. Però voi ancora siete in tempo. Sul loro sito trovate tutto e comunque vi basta scrivere The Damned su google o su youtube per capire chi sono veramente.

 

di Andrea Palazzi