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Il Teatro degli Orrori: Cazzotti e Suppliche, testo e interpretazione.

Mercoledì, 02 Dicembre 2015 14:17

In quest'articolo trovi il testo di Cazzotti e Suppliche, brano estratto da "Il Teatro degli Orrori", ultimo disco de Il Teatro degli Orrori. L'interpretazione è contenuta nel podcast che trovi qui in basso, registrazione della puntata di terryXplane su Radio Libera Tutti, interamente dedicata al nuovo album de Il Teatro degli Orrori.

 

Un'acida e violenta riflessione sul famelico mondo di oggi, in cui gli uomini distruggono qualsiasi cosa pur di ricavarne profitto "come se fosse roba loro".

"Lo sanno tutti che la storia non si fa con i se o con i ma, se non nasci milionario sei spacciato per sempre e devi darti da fare: asfaltare autostrade, erigere ospedali scuole e caserme, arredare appartamenti lussuosi, manutenere squallide prigioni, essenziali infrastrutture e terribili chiese di cemento armato francamente inguardabili, disfare il passato, il presente, il futuro e cercare un perché da qualche parte o assemblare automobili grottesche e cafone senza scopo e senza meta, tenere duro e menare il bullone": non serve a niente chiedersi cosa sarebbe successo se fossimo nati in un altro contesto, se non nasci già con i soldi devi lavorare: costruire strutture utili come autostrade, ospedali, scuole, caserme, portare mobili in case lussuose, curare edifici come le prigioni, chiese moderne ed orribili o infrastrutture inutili, cercare di trovare un perché in tutto ciò, cambiando le ambizioni del passato, i desideri del presente e i progetti per il futuro e assemblare auto sempre più assurde e tecnologiche, senza avere scopi e senza voler arrivare da nessuna parte, bisogna solo stringere i denti, continuare a lavorare e sopravvivere.

"Per accarezzarti la schiena se non altro, i capelli, i tuoi seni, e non perderti mai ma non è certo l' amore che ci spinge a vivere": se non altro tutto ciò mi consente comunque di stare con te ma purtroppo non campiamo d'amore e dobbiamo ammazzarci di lavoro. "E comunque è vero che tanta altra gente ci mastica in bocca e con grande piacere vi gusta l' essenza stessa del nostro cibo, sporchi speculatori finanziari fuoriusciti da una tela di Grosz, decadenti perché mai deceduti": i fortunati, i dirigenti, chi ha il potere prova piacere a vederci così ridotti ad una poltiglia stanca e demotivata, gente interessata solo ai soldi e al profitto che sembra uscita da uno dei duri quadri di George Grosz, dalla morale e dalla coscienza sul letto di morte ma mai caduti in basso.

"Io, se fossi dio, farei piazza pulita ma non sono che uno stronzo qualsiasi ubriaco e attaccabrighe che ti guarda storto al bar e stai attento, perché ti faccio male, senza amore, né stima reciproca, io sono e mi sento solo, mi odio e vorrei morire": se contassi davvero, eliminerei questi avvoltoi ma sono una persona qualunque, un poveraccio che si rifugia nell'alcol e che non fa altro che litigare, che ti guarda male al bancone del bar e che se gli gira male ti minaccia, senza amor proprio e senza stima di se stesso e degli altri, solo in questa vita sconfitta, odio come sono e vorrei lasciare una vita del genere.

 

"Mi ricorderò sempre della mia vita su questa terra, degli opulenti e grassi egoismi quotidiani di coloro che li ho visti io, osservano il mondo attraverso un imbuto e sputano, sbavano, eiaculano il seme della discordia in quell' imbuto sul pianeta intero come se fosse roba loro, come se non ci fossero i popoli, come se non ci fosse la gente, come se non ci fossero le persone in carne ed ossa, tutti con il sacrosanto diritto di esserci anche loro come se non ci fossero gli animali, nostri fratelli minori, non ci fossero i fiumi, né il mare, né un cielo né un sole, né una luna, niente di niente, tutto, stramaledetti, si comprano tutto, anche il pugno di mosche con il quale certamente in mano presto o tardi resteremo tutti quanti": in un'altra vita mi ricorderò di com'è vivere su questa terra, dell'egoismo e del menefreghismo di ogni giorno dei padroni che guardano il mondo come se fosse un'intera fonte di guadagno e ci buttano sopra veleni come se avessero ogni diritto di farlo, come se esistessero solo loro, come se gli altri non avessero il diritto di vivere, le altre persone, gli animali che abitano questo pianeta come noi, come se non ci fosse la natura; si comportano come se gli appartenesse tutto quanto, anche il nulla con il quale rimarranno quando non resterà più niente da sfruttare.

La natura e la salute di interi popoli diventa nulla in confronto al dio denaro. E noi qui a spezzarci la schiena perché "se non nasci milionario sei spacciato per sempre e devi darti da fare", devi lavorare duro se non sei nato in una famiglia già ricca. E "non è certo l' amore che ci spinge a vivere una vita così", lo facciamo per sopravvivere ai ritmi serrati e alle ingiustizie di oggi.

Si combatte giorno dopo giorno (cazzotti) in fabbrica, sul posto di lavoro. Si prega (suppliche) per un futuro migliore, magari un giorno le cose cambieranno.

Se "fossimo dio" faremmo qualcosa, elimineremmo il marcio che ci contamina, i padroni che ci schiacciano e che si comportano come se avessero pretese su ogni parte vivente del nostro pianeta, avvelenandolo senza pietà.

Ma anche io (o tu che ascolti) faccio parte di questo sistema corrotto e corruttibile e non voglio farne parte, mi disgusta e quindi provo disgusto nei miei confronti. "Io mi odio, e vorrei morire".

 

IL TEATRO DEGLI ORRORI - CAZZOTTI E SUPPLICHE : IL TESTO

Cazzotti e suppliche

Bestemmie e preghiere

Io mi odio e vorrei morire

Lo sanno tutti che

la storia non si fa con i se o con i ma

Se non nasci milionario sei spacciato per sempre

e devi darti da fare

Asfaltare autostrade, erigere ospedali, scuole e caserme

Arredare appartamenti lussuosi, manutenere squallide prigioni, essenziali infrastrutture

e terribili chiese di cemento armato francamente inguardabili

Disfare il passato, il presente, il futuro e cercare un perché da qualche parte

O assemblare automobili grottesche e cafone senza scopo e senza meta

Tenere duro e menare il bullone

Per accarezzarti la schiena se non altro i capelli, i tuoi seni, e non perderti mai

Ma non è certo l' amore che ci spinge a vivere una vita così

Cazzotti e suppliche

Bestemmie e preghiere

Io mi odio e vorrei morire

E comunque è vero che

tanta altra gente ci mastica in bocca

e con grande piacere vi gusta l' essenza stessa del nostro cibo

Sporchi speculatori finanziari fuoriusciti da una tela di Gosz

decadenti perché mai deceduti

Io, se fossi dio, farei piazza pulita

Ma non sono che uno stronzo qualsiasi ubriaco e attaccabrighe

che ti guarda storto al bar

e stai attento, perché ti faccio male

Senza amore, né stima reciproca

Io sono e mi sento solo

Mi odio e vorrei morire

Accarezzarti la schiena se non altro i capelli i tuoi seni

Per non perderti mai

Ma non è l' amore che ci spinge a vivere una vita così

E che vita

Mi ricorderò sempre della mia vita su questa terra

degli opulenti e grassi egoismi quotidiani di coloro che, li ho visti io,

osservano il mondo attraverso un imbuto e sputano, sbavano, eiaculano il seme della discordia

in quell' imbuto sul pianeta intero

come se fosse roba loro

come se non ci fossero i popoli

come se non ci fosse la gente

come se non ci fossero le persone in carne ed ossa

Tutti con il sacrosanto diritto di esserci anche loro

come se non ci fossero gli animali, nostri fratelli minori

non ci fossero i fiumi, né il mare, né un cielo né un sole, né una luna

Niente di niente tutto, stramaledetti

Si comprano tutto

Anche il pugno di mosche con il quale certamente in mano presto o tardi resteremo tutti quanti

Senza amore né stima reciproca

Io sono e mi sento solo

Cazzotti e suppliche

Bestemmie e preghiere

Io mi odio e vorrei morire