Extra

Musica

La Vetrina presenta: intervista a Resina

Sabato, 16 Gennaio 2016 21:01

La Vetrina propone i suoi artisti alla locanda Atlantide, storico locale della capitale, riferimento per i live di emergenti e non. Ritmi serratissimi e due palchi ad ospitare generi musicali diversi e mai scontati, noi siamo andati a conoscere questa nuovissima realtà e chi la rende possibile.

 Teresa studia matematica e canta. Canta e scrive i suoi testi da sempre, ma da poco lo fa da sola. Non sa perchè, non sa dove la porterà, ma ne ha bisogno. Ergo canta.

Tu sei Teresa in arte Resina, classe ‘91….

Studio Matematica e mi mancano 2 esami alla laurea magistrale, lavoro come segretaria in un ospedale.

E la notte canti….

No praticamente sempre. Quando vivo, nel  frattempo canto, da sempre da quando ho 3 anni e non ho mai smesso.

E Resina quando ha iniziato ad esistere ?

Poco tempo fa, è stato il mio pseudonimo per tanto tempo però ad agosto, dopo un viaggione a Cuba in cui ho conosciuto un cantautore cubano che ascoltando i miei pezzi mi ha chiesto di suonare assieme, ho capito che forse tutto quello che avevo fatto a livello personale in tanti anni di musica poteva essere espresso anche in un progetto solista, perché ho avuto tante band, tante collaborazioni però mi sono reso conto che a 24 anni che d aquando ne avevo 14 ho scritto tante tante cose mie rimaste poi in disparte. Quindi l’idea di quest’anno è stata tirarle un po’ fuori, però sto cercando ancora di capire come. Per ora ho avuto un bassista e un percussionista ma non so se ancora arrangiarle in quel modo.

Cuba allora ti ha iniziato ?

Beh canto da quando ho 3 anni in cori, ho avuto vari gruppi, ho studiato pianoforte 6 anni, mia madre insegna la chitarra quindi da autodidatta in casa si è sempre suonato, in chiesa, scout dappertutto, intutti i contesti musicali mi ci sono messa dentro, però l’idea di fare una cosa mia è nata da Cuba.

Resina giovanissima. Resina dove vuole arrivare ?

Non lo so perché Resina intanto si laurea in matematica, fa vari lavori, non so. Non è tanto che voglio riporre nella musica una fiducia di un futuro ma voglio esprimermi come meglio riesco. Mi sono resa conto che questa è una delle espressioni mie migliori e quindi è più un bisogno personale che un lavoro.

Perché canti in inglese ?

In realtà ho anche tanti pezzi in italiano, scrivo sia in italiano che in inglese ma escono cose molto diverse tra loro. In inglese spesso riesco a dire più cose con meno parole, in italiano escono cose un po’ più ermetiche, poetiche  e un po’ più particolari oppure mi da idea di banalità. Anche se devo migliorare in inglese preferisco cantare proprio in inglese, anche se vorrei portare avanti entrambe.

Riesci a far uscire più di te in Italiano o in inglese ?

Escono cose diverse ma sono sempre io, e l’intensità dipende più dai pezzi vari che dalla lingua

C’è un pezzo in italiano di cui ti chiedi come possa essere in inglese ?

No, ma è successo quest’estate che un pezzo in italiano, che ho messo sul cd, l’ho provato in spagnolo perché ero a Cuba.

di Giulia Lupi