Fabio Perrone è contemporaneamente il front man di Omini gommini e uno degli organizzatori dell'evento e dei responsabili della Vetrina. Insomma è uno e trino. Gli abbiamo chiesto coma si fa.
Parlaci della tua organizzazione e della tua esperienza in un’organizzazione del genere ?
Io come Fabio Perrone, nonché membro degli Omini Gommini, mi sono ritrovato in questa cosa (La Vetrina) che era stata già avviata ed è stata molto gratificante perché a differenza degli altri gruppi che si sono autoproposti noi siamo stati di fatto ingaggiati, cioè “siete fighi perché non venite a suonare con La Vetrina”. Beneficiando del fatto che ci aspettiamo intorno alle 500 persone, ci riduciamo il cachet per guadagnarne un po’ in visibilità, partnership, contatti e quant’altro. La Vetrina è un progetto che nasce da Jacopo Castagna e Jacopo Morroni che sono i due organizzatori, al quale mi sono accodato come terzo organizzatore, perché di fatto la mole di lavoro richiesta per questa serata è tale per cui da soli sarebbero impazziti e in tre siamo impazziti uguale. Tramite voi e tramite altre due radio in FM su Roma ho recuperato qualche intervista, ho concesso di fatto gli accrediti, mi sono occupato del comunicato stampa quindi diciamo che all’interno dello staff faccio la parte media, poi a livello di back-line e lavoro di sala ce lo dividiamo anche con altri membri.
Da un punto di vista artistico come valuti un evento del genere ?
Ovviamente penso sia un bellissimo modo di tradurre in fatti il motto che “l’unione fa la forza”, perché ovviamente nessuna delle band presenti singolarmente avrebbe avuto modo di recuperare magari la visibilità che così riesce comunque a recuperare. È una serata molto grossa, ha destato ovviamente l’interesse di molte persone anche di molti media che nel loro piccolo ci hanno dato una mano (compresi voi) e si tratta di affinare un po’ il lavoro perché ovviamente La Vetrina è un progetto giovane, in crescita esponenziale, in cui però gli organizzatori (compreso me) peccano di poche esperienze precedenti, quindi qua e la ci sono state delle piccole dinamiche soprattutto legate alla divisione di soldi e gestione economica della serata, pagamento dello staff ecc. che sono state un po’ rabberciate all’ultimo. La prossima volta lavoreremo meglio ma è stata comunque una serata già riuscita e siamo molto contenti.
San Lorenzo perché ? Per affinità di quartiere e quindi di gente che frequenta questo quartiere con il tipo di musica e di serata proposta ?
Sicuramente San Lorenzo è uno dei cuori pulsanti di Roma e dove ci sono più locali per fare musica live e quindi ci piaceva come location, perché di fatto tutti già conoscono San Lorenzo. La Locanda poi, è il locale più grande di San Lorenzo. Quindi per noi è stato un piacere utilizzare questa location perché è un locale bello, grande, che ha un nome, che fa live da decine d’anni a Roma e le alternative erano molto poche, e in proporzione alle nostre disponibilità di budget, logistiche e di necessità di fatto la locanda si è rivelata a prescindere un buon partner nonché la migliore soluzione possibile.
Come pensi che il panorama artistico della capitale possa vedere un evento del genere e possa accogliere, che tipo di apertura possa esserci al di là di San Lorenzo ?
Credo che come vetrina saremo degli apripista. Ho molta fiducia che di fatto con l’abbattimento dei costi che c’è ovunque nella musica, perché dalla strumentazione, alle sale studio, alle registrazioni, alle web radio tutto oggi costa meno quindi trovare visibilità, per quanto sia difficile, comunque rimane più raggiungibile come obbiettivo anche per organizzazioni “dal basso”. Noi penso che saremo i primi di una lunga serie di progetti che cresceranno su Roma in maniera cooperativa. Esistono molte cose su facebook e sul web che facilitano, agevolano e agiscono da intermediari sia come etichette sia come agenzie di booking per dare visibilità alla musica emergente, perché in realtà una domanda di musica emergente esiste. Ovviamente come Vetrina, mi auguro vivamente, che piuttosto che nascere altre simil vetrine diventeremo noi una cosa più grande che porterà alla crescita dello staff e delle soddisfazioni.
Sorge una domanda spontanea. Immediata per chi forse non fa parte così tanto, dal punto di vista artistico, di una cosa del genere però lo diventa nel momento in cui si ha a che fare con gli artisti: Social si, per forza ? e gli artisti come la vivono questa cosa ?
Purtroppo La Vetrina, proprio perché di fatto non abbiamo alle spalle nessuno che cacci decine di migliaia di euro, si basa molto sulla cooperazione e sull’impegno di tutte le singole band che profondono allo scopo di raggiungere maggiore visibilità via social. Una parte delle prevendite vendute sono state già reinvestite per pagare la pubblicità a facebook ed è in calderone di far nascere un canale youtube de La Vetrina. Ovviamente non tutti gli artisti sono favorevoli e felici di ascoltare e di spendersi sia sui social e questa cosa genera un po’ di malcontento. Purtroppo o per fortuna siccome La Vetrina cresce a un certo punto dovremo scremare il numero delle band, che oggi si aggira sulla ventina, perché pur mantenendo questo numero di band continuano a proporsi decine di altre band che ci scrivono e contattano, quindi nel valutare come proseguire il progetto inserendo altre band dovremmo farne uscire qualcun'altra e tra i criteri, oltre a una ristretta cerchia di persone che si prendono la responsabilità artistica della valutazione del valore delle singole band, c’è anche una valutazione di impegno sia pratico, sia organizzativo. Chi si da più da fare, rimane nella Vetrina.
Da artista tu fai parte di una realtà musicale dall’interno, la Vetrina, è un po’ come se ti estraniassi da questa realtà e ti mettessi dietro un vetro a guardare quello che succede. Come vedi questa tua duplice anima all’interno di un business come questo ?
Io per ragioni ideologiche amo le cose orizzontali, non mi piacciono le gerarchie, le burocrazie, i giochi di potere e i familismi che in Italia imperano, per cui un’organizzazione di questo tipo, da artista singolo, la vedo molto bene e ho fiducia che possa crescere e migliorarci.