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Musica

Intervista a Chiara Dello Iacovo, la rivelazione di Sanremo

Domenica, 17 Gennaio 2016 00:14

La Vetrina propone i suoi artisti alla locanda Atlantide, storico locale della capitale, riferimento per i live di emergenti e non. Questa la nostra intervista a Chiara Dello Iacovo.

Chiara Dello Iacovo, giovanissima promessa del cantautorato italiano, vanta una partecipazione a The voice, il prossimo Sanremo e una voce troppo potente per essere racciusa in un corpicino così esile.

Ciao Chiara, benvenuta a Roma. Da quattro anni sei stabilmente trasferita a Torino. Come ti trovi da quelle parti?

  

Fantasticamente. Per me Torino è l'unica che tiene il confronto con la Capitale

The Voice, Sanremo, Locanda Atlantide. Non è inusuale per un artista esibirsi in tre realtà di caratura così differente in uno spazio di tempo così ristretto?

Penso che la musica non debba essere divisa in ranghi. Personalmente, io approfitto di ogni situazione che mi mette a disposizione uno spazio per comunicare, per divulgare quello che ho da dire.
in fondo sei tu a inviare il messaggio, e se lo trasmetti in luoghi diversi non fai altro che distribuirlo a un pubblico più variegato. Quelli che mi hanno ascoltato stasera probabilmente non conoscono The Voice, e viceversa. Io lo vivo come un fattore positivo.

 Cosa pensavi dei Talent prima di andarci e cosa pensi ora che ci sei stata?

E' un'ottima domanda, perché le due opinioni sono molto differenti: prima ero un po intimorita dal conclamato meccanismo "tritacarne" dei Talent. Ero consapevole che l'artista ha la responsabilità di rendere la sua esibizione "commerciale", quindi deve lavorare al servizio di un format.
Quando mi è capitata l'occasione di partecipare a The Voice non ho trovato fattori che realmente mi facessero pensare a un'esperienza negativa, quindi mi sono buttata.
Entrando al loro interno ho capito che in questo momento i Talent sono talmente rodati e strutturati che agli occhi del pubblico hanno perso quell'aura di misticità. Per me è stato molto utile: è un test che ti fa capire se puoi essere un artista a 360°, con tutto quello che ne consegue. Partecipare a un Talent ti fa vivere tutta una serie di problematiche che chi vive nella sua zona di "comfort artistico" non conosce, e ti fa capire se sei pronto a superarle.

 Cosa ti aspetti da Sanremo? Pensi che sarà diverso da The Voice?

Sicuramente non è la stessa cosa. L'ambiente è diverso, e l'artista ha uno spazio di tempo veramente ridottissimo per la sua esibizione. Non so bene cosa aspettarmi.

 Tu cosa suonerai per l'occasione?

(canticchia i versi di Introverso).
Ho scelto questa canzone perché la ritengo un'invettiva contro il vizio dell'ostentare, che è tipico nel mondo dello spettacolo. Gli artisti, anche per spirito di sopravvivenza, sono sempre portati a mostrarsi al mondo in qualunque modo, spinti quasi da un senso del dovere.Sanremo è il palco giusto per veicolare un messaggio così profondo e trasversale.

 Cosa pensi delle realtà musicali indipendenti di Torino e Roma? Differenze e potenzialità per entrambe?

Sicuramente a Roma è più difficle emergere, perché è un'ambiente abbastanza chiuso. Per lo stesso motivo, anche per chi emerge è difficire uscire dalla scena capitolina. Ci sono molti gruppi che a Roma sono idoli ma fuori dalla città sono semi sconosciuti. A Torino, invece, sicuramente le cose girano più in fretta, perché la città è più piccola, e forse l'aria nell'ambiente è in generale un po più frizzante

Quali sono le differenze tra gli artisti che emergono grazie al mercato indipendente (la cossiddetta "gavetta") e quelli che, come te, si sono presentati al grande pubblico sul palco di un talent?

In realtà io ha avuto un percorso molto strano: sono partita dalla musica classica, che è la mia origine ma non mi appartiene, e di questo mi rammarico molto, ma ormai l'ho accettato. Il senso di frustrazione legato al fatto che non riuscivo a essere la pianista classico che volevo mi ha sempre bloccata un po. Nell'ultimo anno e mezzo ho cominciato a vivere la musica in modo più genuino, eliminando tutta l'ansia da prestazione e i formalismi. Questo mi ha cambiato molto e ha ricostruito completamente il mio rapporto con il palco e con il pubblico.

Sul palco hai parlato di una canzone a cui sei molto legata ma che non hai scritto tu. Questo non è contraddittorio per una cantautrice? 

Penso che sia una questione di affinità d'animo. La sensazione di essere legata a un brano non mio la provo quando lo ascolto e penso "cavolo, questa volevo scriverla io!".

 Ultima domanda: Torino o Roma? Dove ti vedi nei prossimi anni?

Dai, non farmi scegliere. Sono due cose diverse. Non lo so perché, ma ho la convinzione che tra qualche anno mi trasferirò a Roma. Per ora mi godo la mia Torino, poi si vedrà.

Chiara Dello Iacovo a Rlt, il podcast