Questo disco simboleggia la crescita artistica della band milanese che dopo il promettente album d'esordio Senontipiacefalostesso , sorprende nuovamente i fan, con il sound innovativo, martellante-alienante e quasi ossessivo, che trova sfogo in tracce come Triangolo Industrial e Underpass, utilizzate come intermezzi; per poi trasformarsi lentamente, ritrovando un'atmosfera malinconica quasi fosse di un'altra epoca, in Soutine Twist e Noise sull'oceano.
L'officina della camomilla con questo album dimostra di sapere il fatto suo in quanto a sound trascendenti e descrizioni dadaiste di scenari quasi struggenti e onirici. La band capitanata da Francesco De Leo (cantante e chitarrista) racconta storie, favole di una realtà forse anacronistica oppure per certi versi, fin troppo futurista (Penelope).
Palazzina Liberty al primo ascolto risulta davvero spiazzante, è apparentemente lontano dalle melodie ingenue dei primi due album in studio, ma l'atmosfera delle canzoni e i testi di De Leo, sono dei versi contorti incastrati a melodie in bianco e nero.
Di Daniela Ficacci