Ci ha parlato del suo percorso artistico, dai primi anni con i Criminal Joker fino a oggi con la pubblicazione del primo album da solista La fine dei vent'anni
L'intervista a Francesco Motta inizia dal minuto 44.00
Francesco Motta, il tuo percorso va dal punk in in inglese al new wave con in Criminal Jokers all'album da solista molto più introverso con sfumature pop. E' questo il percorso di maturità della fine di vent'anni ?
No, questo è il mio percorso di maturità, una scelta, magari per alcune persone la maturità sta nel fatto di fare la stessa cosa che hai fatto 10 anni prima, non ci vedo niente di male. Per me ovviamente ricercare cose che non so fare, mi ha fatto innamorare perché non pensavo di essere all'altezza di fare canzone pop, invece ci abbiamo provato. Parlerò sempre al plurale perché in questa cosa c'entra ovviamente Riccardo Sinigallia e senza di lui di maturità non se ne parla nemmeno.
Come sarebbe andata senza Riccardo Sinigallia?
Sarebbe andata male [ride] sarebbe andata peggio, no non so come sarebbe andata, sicuramente diversamente e non sarei così contento del lavoro che si è fatto!"
Pensi che se fossi rimasto in Toscana la tua carriera artistica sarebbe stata la stessa?
No perché non avrei conosciuto Riccardo Sinigallia
Invece come influenze cittadine?
Sinceramente ora ci sono tante realtà che escono da Roma, ma quella che chiamano scena romana è stata inventa da Riccardo Sinigallia, per cui è stata una fortuna conoscerlo e lavorare con lui e il fatto che si sia creata questa magia, a Roma mi piacciono ma non posso dire che mi hanno influenzato, mi ha influenzato la città non la musica.
Tre artisti o band romani che ti piacciono e consiglieresti?
Iosonouncane, Giovanni Truppi, Riccardo Sinigallia.
I Testi parlano molto degli occhi, ma nelle immagini e sul palco sono sempre coperti. Perché?
Non fate come la mi mamma e la mi sorella che dicono di tagliarmi i capelli [ride] . Sicuramente guardare negli occhi è un gesto per assumersi le responsabilità e nella copertina del cd l'ho fatto ma con Claudia Fareschi proprio per valorizzare l'immagine del cd dove si vedono, abbiamo deciso questa linea nelle altre foto.
Sei bella davvero lascia con un dubbio, stiamo parlando di una donna o di un transessuale?
Come volete voi! Con Riccardo quando l'abbiamo scritta pensavamo ad un transessuale ma abbiamo voluto lasciare l'interpretazione aperta e se mi fai questa domanda ci siamo riusciti
In una maternità parla di una vita che arriva come una salvezza?
Non proprio come salvezza, ma volevamo metterci nella testa di una donna in quel momento lì, e già mettersi nella testa di una donna non è facile, ma volevamo evidenziare anche i turbamenti di quel periodo, che ci sono e spesso la società non vuole farli venir fuori.
La frase "La magia della noia" e in se continuiamo a correre si evidenzia la ricerca della noia?
Si perché alla nostra generazione manca la noia, difficilmente viviamo la noia, spesso è ansia o turbamento, è bello rivalutare in accezione positiva la noia, perché a me è mancata.
La tua canzone preferita del tuo Album?
La fine dei vent'anni
Il locale in cui ti sei sentito più a casa per quello che hai scritto?
Il Quirinetta
Intervista a cura di Giulia Lupi e Alessio Valeri