Durante la puntata di Blu andata in onda venerdì 21 ottobre 2016 abbiamo intervistato Maurizio Carucci, voce degli Ex-Otago, in occasione dell'uscita del loro nuovo album "Marassi". Un disco che parla della loro città, del presente, dei giorni d'oggi in maniera semplice e diretta e che rappresenta una svolta più elettronica per il gruppo di Genova.
Il vostro nuovo lavoro, "Marassi": cos'è cambiato nello stile degli Ex-Otago?
«Spero un po' di cose. Crediamo molto nel cambiamento, per cui speriamo che qualcuno abbia colto qualche differenza e crediamo sia abbastanza evidente rispetto all'ultimo disco. Sicuramente la componente sintetica, elettronica è quella più evidente. Abbiamo ritracciato con forza alcuni synth che nell'ultimo disco avevamo accantonato. Non buttati via, soltanto lasciati lì. Sapevamo che un giorno avremmo potuto riprenderli.»
Vi definiscono Indie Pop: è esatto?
«Noi esseri umani abbiamo sempre la mania e la voglia di catalogare le cose e così è più facile riconoscerle e dargli un volto. Sicuramente ci sentiamo "pop", il resto non è che ci interessi molto. Le categorie non ci affascinano e ci opprimono. Crediamo di essere "pop" con tutte le sfumature che ciò comporta.»
"Volevamo raccontare il presente e non c'è niente di più presente di Marassi". Marassi è il quartiere di Genova in cui siete cresciuti. Perché non c'è niente di più presente di Marassi?
«Marassi è il quartiere che si può trovare in tutte le città. Credo che a Roma ce ne siano diversi di Marassi. Un Marassi romano segnalato è Torpignattara. Non c'è niente di più presente perchè è una fotografia dei giorni d'oggi: un quartiere sovrappopolato di persone che raramente hanno dei riflettori addosso. Non è un quartiere vissuto a Genova, perché Genova si muove più verso i vicoli, quei luoghi culla del cantautorato genovese, di De Andrè. Marassi è un quartiere autentico: la gente fa la sua vita, fa mestieri che spesso includono l'uso delle mani. Un quartiere che rappresenta il presente. Un quartiere di palestre, di autobus, un quartiere dove c'è lo stadio e dove c'è il carcere. Simboli chiave del nostro tempo.»
"Quando sono con te" racconta un'affascinante economia delle emozioni: è possibile fare economia delle emozioni? E' una canzone d'amore. D'amore anche verso la vostra città?
«Il sogno degli Ex-Otago che contano di più è sentir cantare questa canzone in Gradinata Nord, quella del Genoa. Il tema potrebbe essere il Genoa. Dico quelli che contano di più perché gli altri sono della Sampdoria (ride NdR). Parlare di economia quando si parla di amore mi spezza il cuore. Quel "te" può essere un posto, una squadra, un ideale, non necessariamente una persona.»
"I giovani d'oggi non valgono un cazzo": è vero?
«Non è vero per niente. E' una provocazione un po' genovese, questo umorismo un po' nero. I giovani d'oggi valgono eccome. Quello che hanno lasciato ai giovani d'oggi non è gradevole. Quindi prima di dire certe cose, dovrebbero pensarci di più. Quindi in questa canzone faccio un piccolo elenco di quello che ci hanno lasciato, che non è sempre negativo. Non generalizziamo. Se c'è qualcuno che ha sbagliato, non è una generazione. Se c'è qualcuno che sbaglierà, non saranno i giovani.»
Cosa ascoltano gli Ex-Otago?
«Siamo convinti di non aver scritto un disco innovativo ma un disco contemporaneo. Se scrivi un disco che vuole allacciarsi alla realtà, sperimenti troppo e finisci per trovarti da solo. Noi abbiamo ascoltato ciò che ci andava in quel momento. Negli ultimi tempi stiamo ascoltando un sacco di roba italiana: Cosmo, La Rappresentante di Lista, Calcutta. Anche il rap, è da poco che ho cominciato ad ascoltarlo: Murubutu, Willie Peyote. Siamo una pentolaccia di cose.»
Dove possono trovarvi i nostri ascoltatori e potete dirci le date del tour?
«Sul web ci trovano su tutti i social come "Ex-Otago". Le date sicuramente sono queste in ordine sparso: andremo a Firenze al Tender, a Torino al Samo, a Bologna al Covo Club, a Roma in un contesto davvero insolito al Pigneto, al Cohouse con ingresso gratuito, e Milano al Serraglio. Queste sono le prime date. Poi ci sono le presentazioni dei dischi nelle Feltrinelli e a Roma alla Discoteca Laziale. Poi ci sono altre cose ma non vi annuncio ancora niente. So che vi state strappando i capelli, ma per favore contenetevi (ride NdR).»
Di Francesca Marini