Ancora piegati dai pantagruelici pranzi, cenoni e aperitivi dell’annus horribilis appena trascorso e con il post-it delle classifiche del 2016 unto d’uvetta davanti agli occhi, è tempo di ascoltare oltre. Ecco quindi una panoramica non esaustiva sulla musica che ci aspetta per questo 2017, tra vecchie glorie, giovani promesse e sdoganati in cerca di conferme.
Da maneggiare con ironia e disincanto, in rigoroso ordine cronologico (ove possibile).
JOHN GARCIA – THE COYOTE WHO SPOKE IN TONGUES
Etichetta: Napalm Records
Uscita: 27 gennaio
Sarà curioso sentire il vecchio frontman dei Kyuss reinterpretare in acustico alcuni classici del repertorio. Non un disco nuovo, quindi niente da dare in pasto a classifiche, ma un divertissement che non può non far piacere: ‘Kilie’ e ‘Give Me 250ml’ ad anticipare il tutto.
MARILYN MANSON – SAY10
Uscita: 14 febbraio
Devo dire un po’ fuori forma Brian Warner ultimamente, citando una storica recensione di un altrettanto storico personaggio. Per quanto ‘The Pale Emperor’ abbia mostrato qualche debole segnale di ripresa, il nostro sembra ancora non essere riuscito a uscire del tutto dagli anni ’90.
THE BRIAN JONESTOWN MASSACRE – DON’T GET LOST
Etichetta: A Recordings
Uscita: 24 febbraio
Qualcuno regali un barbecue, una smartbox, un abbonamento a Netflix ad Anton Newcombe. Pochi mesi dopo ‘Third World Pyramid’, ecco arrivare il nuovo ‘Don’t Get Lost’, e con uno stuolo di featuring al seguito . Prolifico è riduttivo, ma va detto che il livello qualitativo è sempre piuttosto alto.
CRYSTAL FAIRY – S/T
Etichetta: Ipecac Recordings
Uscita: 24 febbraio
Buzz Osborne e Dale Crover, ossia 2/3 dei Melvins, con Omar Rodríguez-López e consorte Teri Gender Bender de Le Butcherettes. Un paio di brani mandati agli annali da registrare: ‘Chiseler’ e ‘Drugs on the Bus’. Come da programma: Melvins + assoli disarmonici + Teri che grida forastica. “Figo!” e “Yawn” in una lotta all’ultimo sangue.
SUN KIL MOON – COMMON AS LIGHT AND LOVE ARE RED VALLEYS OF BLOOD
Etichetta: Caldo Verde Records
Uscita: 28 febbraio
Attendibili voci di corridoio asseriscono che Mark Kozelek si sia portato uno studio mobile col quale registrare la sua voce ovunque: dal droghiere, dal dentista, in Vespa, al cesso. Certi arpeggi di chitarra li azzecca sempre, però: ‘God Bless Ohio’.
BLANCK MASS – WORLD EATER
Etichetta: Sacred Bones Records
Uscita: 3 marzo
La metà della mela Fuck Buttons. Il che vuol dire solo una cosa: terrorismo sonoro e assalti al rumor bianco. In verità l’ascolto di ‘Please’ invita alla distensione, ma mai abbassare la guardia.
GRANDADDY – LAST PLACE
Etichetta: Century Records
Uscita: 3 marzo
Vedere alla voce ‘Modesto’. In tutti i sensi. Una grande band che ha vissuto all’ombra dei riflettori, da sempre. Il ritorno sulle scene è vissuto con un misto di aspettativa e timore (un po’ così), ma la band ci ha tenuto a rassicurare tutti con qualche antipasto sonoro, tra cui la stupenda ‘Evermore’, che solletica le attese.
THE MAGNETIC FIELDS - 50 SONG MEMOIR
Etichetta: Nonesuch
Uscita: 3 marzo
C’è chi ci è e chi ci fa. Sufjan Stevens se ne uscì ai tempi col progetto di un album per ciascun stato americano (rinsavì per tempo, grazie a dio). Stephin Merrit ci è. Dopo la meravigliosa uscita di ’69 Love Songs’, una minacciosa minaccia incombe dagli studi della Nonesuch: ’50 Song Memoir’. Neanche nel titolo ci risparmia.
SHOBALEADER ONE/SQUAREPUSHER – ELEKTRAC
Etichetta: Warp Records
Uscita: 10 marzo
Qualsiasi progetto nel quale si tuffi Tom Jenkinson a.k.a. Squarepusher presenta un che di dissociato. Nei Shobaleader One è alla testa di una formazione con pseudonimi come Strobe Nazard, Arg Nution e Company Laser. Metteteci anche che dal vivo si presentano così e capirete perché in pochi li considerino dei semidei e in tanti li evitino come la peste. ‘d'Demonstrator’, l’album del 2010, non è neanche arrivato a sfiorare le classifiche. Tanto ci pensa mamma Warp.
SPOON – HOT THOUGHTS
Etichetta: Matador
Uscita: 17 marzo
Oh, cosa c’è di meglio delle reunion o dei ritorni dei quali non frega niente a nessuno? Infatti questa degli Spoon potrebbe essere la sorpresona dell’anno, segnatevi le mie parole. Dietro al mixer c’è santo Dave Fridmann, e infatti non è da tutti ricicciare fuori dal nulla con un brano come ‘Hot Thoughts’.
BARDO POND – UNDER THE PINES
Etichetta: Fire Records
Uscita: 24 marzo
Tra i pochi, veri baluardi di una psichedelia pura e genuina. Infatti i dischi dei Bardo Pond dopo una ventina di minuti non si reggono più, tanto sono intransigenti. Il nuovo brano ‘Crossover’ conferma un po’ i timori. Però dai, le chitarre zanzarose ci sono, il malessere esistenziale pure, titolo e copertina son ganzi: tutti buoni presupposti per somministrarselo sul divano, avvolti in una nube viola.
BOSS HOG – BROOD X
Etichetta: In The Red Records
Uscita: 24 marzo
Qui a non fregarsene niente non è il pubblico, ma proprio chi fa il disco. Boss Hog è una delle tante appendici del corpo martoriato di Jon Spencer, il cui video di ‘Whiteout’ incombe ancora nelle mie notti tormentate. Ah, la Martinez è quella che compariva così nelle loro copertine. Motivo in più per aspettare con ansia: cosa non si fa per vendere du’ copie… La musica, però, non delude: ‘17’.
THE JESUS AND MARY CHAIN – DAMAGE AND JOY
Etichetta: Warner Music
Uscita: 24 marzo
L’urlettino al principio di ‘Amputation’ non lascia molti sprazzi di speranza riguardo a questo prodotto dei fratelli Reid, che prima di uscire sembra già avviarsi verso un prevedibile pollice verso…
WIRE - SILVER/LEAD
Etichetta: Pink Flag
Uscita: 31 marzo
Duole dire che ultimamente rassomigliano sempre più all’effetto che fa aver lasciato l’opzione Repeat sul lettore mp3. Degli ultimi dischi, sentito uno sentiti tutti, e il singolo ‘Short Elevated Period’ non cambia la storia. Wire, un’altra volta.
DEEP PURPLE - INFINITE
Etichetta: earMUSIC
Uscita: 7 aprile
Mammasantissima… Il nome dell’etichetta vuole essere ironico, presumo.
MEW - VISUALS
Uscita: 28 aprile
Inatteso il finale power di questa ‘Carry Me To Safety’, ninna nanna progressiva con cui la band danese anticipa l’uscita del prossimo ‘Visuals’. Niente male come biglietto da visita.
ST. VINCENT
Uscita: primavera
Mi ricordo ancora di lei a cavalcioni sul fortunello seduto davanti a me mentre si spara l’assolo. Aspettiamo il tour, altro che il disco.
ROGER WATERS
Uscita: aprile-maggio
Caro, vecchio zio Roger! È parecchio che non fai un disco. In pratica da ‘Amused To Death’, cioè dal 1992. Ultimamente infatti ti sei dedicato ai comizi: però Trump ha vinto lo stesso, quindi giustamente hai pensato che non fosse aria e che meglio cazzeggiare in studio. E quindi ti sei rimesso a suonare ‘Have a Cigar’ e la seconda parte di ‘Shine On’. E ti sei scelto Nigel Godrich, bravo. Eppure, ti confesso che ho i miei legittimi e pesantissimi dubbi. Però ti voglio bene lo stesso.
Uscita da annunciare:
GORILLAZ
L’uscita più chiacchierata dell’anno, senza dubbio. L’aspettativa è giustamente grande, la coppia Albarn-Hewlett è capace di grandi cose. Al momento ci godiamo il bellissimo video di ‘Hallelujah Money’ con Benjamin Clementine che declama e sermoneggia. La gente l’ha schifato, il brano: a me invece è piaciuto, tanto è strano.
LCD SOUNDSYSTEM
James Murphy sta rischiando la finaccia dei Tool, s’è pure messo a rispondere su Facebook ai fan che chiedono del disco. A breve lo vedremo in un selfie con una frittura di paranza.
SLOWDIVE
Ascolti ‘Star Roving’ e poi pensi che ti diranno “Ma te non eri critico con le reunion?”, al che rispondo “Eh? Cosa? Qui sento solo cose splendide, radiose e bellissime”.
QUEENS OF THE STONE AGE
I QOTSA cominciano sempre più pericolosamente a incarnare il concetto di classico. E a figurare nelle classifiche di tutti, pure della casalinga di Voghera. Brrr. Ma Ginger Elvis trova sempre un modo per sparigliare le carte. ‘…Like Clockwork’ lasciava le porte aperte, come un bel film, quindi…
U2 – SONGS OF EXPERIENCE
Qui direi che l’esperienza ha insegnato poco. Atteso come l’arrivo di una cartella di Equitalia.
NINE INCH NAILS
Trent Reznor e socio Atticus Ross stanno facendo i soldi con le (belle) colonne sonore. Quindi si spera che investano i danari su un disco dei NIN. Detto fatto, l’anno scorso è uscito l’Ep ‘Not The Actual Events’, con un paio di brani notevoli. Quest’anno uscirà anche qualcosa sulla lunga distanza, dicono: brindiamo e celebriamo.
CHIC – IT’S ABOUT TIME
Nile Rodgers fa scoprire la disco-funk ai Daft Punk e a noi tutti, che gridiamo al miracolo. Nile Rodgers capisce che per il villone non gli bastano i soldi dei francesi. Nile Rodgers dice che è tempo di riesumare i sarcofaghi Chic. Nile Rodgers apre un negozio d’antiquariato.
DEPECHE MODE – SPIRIT
L’orda di fan assatanati e allupati che morderebbe Gahan alla giugulare e ai pettorali chiede a gran voce un nuovo tour. Che viene annunciato quasi ancor prima del disco. Vi ricordo solo che i Litfiba hanno tirato fuori un album con lo stesso titolo e si sono ritrovati a volare scalzi su Firenze grazie ai moderni ritrovati della scienza e della tecnica. Vedete che dovete fare.
SPIRITUALIZED
Jason Pierce è talmente imprevedibile che qua ci potrebbe scappare il miracolo. O un gran viaggione sfattone. Che nel suo caso coincidono.
COLDPLAY – KALEIDOSCOPE
Il titolo autorizza a formulare le ipotesi più inquietanti. Però poi mi dicono che sono sempre ipercritico, per cui vi dico che questo sarà il disco dell’anno…. Scherzo, eh…
!!! – SAVE THE BONGOS FOR LATER
Bel titolo a parte, è da vedere se i nostri riusciranno a emanciparsi dall’etichetta “la band che ha inventato il dance-punk”. Uno, due, tre dischi… belli eh, però adesso? La penso come Peter.
JOHN CALE
Etichetta: Double Six Records
Ecco un esempio di come si invecchia con classe e stile. La semplice notizia che voglia tirar fuori un nuovo album va accolta così. Indomito.
ELBOW – LITTLE FRICTIONS
Quelli che ricordano i National ma ce l’hanno fatta meno, e soprattutto il cantante è sovrappeso e non è figo come Matt Berninger. Che poi gli Elbow hanno avuto e hanno tanto da dire, forse più dei più noti colleghi americani. Che sia la volta buona?
LAETITIA SADIER SOURCE ENSEMBLE – FINDING ME FINDING YOU
Questo se lo ascolteranno solo i fan degli Stereolab, sicuro. Però lo segnalo perché può essere un’ottima sorpresa: ‘Undying Love for Humanity’ fa ben sperare.
THE NATIONAL
La band americana ha agitato l’inconfondibile voce di Berninger come un poster di Maradona. Da vedere ora se riusciranno davvero a farsi ricordare, ché finora mi son sempre parsi bravi ma un po’ opachi, come dire. Per il resto, chiedete agli Elbow.
THE OFFSPRING
The Offspring? 2017?? Mmm…
TEARS FOR FEARS
Ecco, questo potrebbe essere un inatteso, grande ritorno così come l’ultimo addio, l’opportunità finale per dire a qualcuno quello che si è sempre solo pensato.
SLEAFORD MODS – ENGLISH TAPAS
Dopo ‘Ibiza’ in casa Prodigy, il duo inglese insiste coi riferimenti ispanici. Probabile che la tapa sia quella che mangerà Andrew Fearn nei live della band, insieme alla fedele birra. Vediamo se anche loro saranno in grado di uscire dal seminato.
WHY? – MOH LHEAN
Il gruppo che, a suo tempo, ha incarnato maggiormente i concetti di hype e hipster. Capite bene che l’uscita di un loro nuovo disco può avere effetti raccapriccianti.
ZACK DE LA ROCHA
Al momento, Zack coi Run The Jewels batte Audioslave nella guerra a distanza. Ma l’uomo in questione è mobile, vedremo se farà davvero sul serio.
RIDE
Vale un po’ il discorso fatto per gli Slowdive. Ancora niente su cui giudicare, ma la fiducia è a priori accordata.
SYSTEM OF A DOWN
Qui è come guardare dentro alle mutande di Eta Beta. Può uscirne fuori di tutto, anche cose belle e utili, ma ciò non toglie che stai frugando nelle mutande di un tizio.
JULIAN COPE – DRUNKEN SONGS
L’arcangelo Gabriele. Il reverendo che ci redimerà tutti. Vishnu, Budo, Giove, Allah. E speriamo che risponda come si deve.
AT THE DRIVE-IN
Evito di ripetermi sulla questione della reunion (vedere alla voce Slowdive). Io però questa roba la sto aspettando con questo stato d’animo. Soprattutto dopo aver ascoltato l’antipasto.
A PERFECT CIRCLE
Toh, parli del diavolo… e spuntano le treccine. Segno che il vino Maynard James Keenan non lo ha solo imbottigliato. Però è una buona notizia questa degli APC: chissà, magari durante le registrazioni James s’è ricordato che ha pure un’altra band, o almeno l’aveva…
Di Eugenio Zazzara