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Musica

Grammy Awards 2017: gli onori formali per Adele, Beyoncé conquista il palco

Martedì, 14 Febbraio 2017 00:29

I momenti più importanti e i protagonisti della 59esima edizione della manifestazione più importante del mondo della musica.

Un tripudio di performance, due vincitrici assolute e qualche problema tecnico: si può riassumere così l'edizione 2017 dei Grammy Awards, manifestazione musicale svoltasi nella notte del 12 febbraio allo Staples Center di Los Angeles e presentata dall'attore e host James Corden.

Nonostante infatti siano più di 80 i premi assegnati nella notte delle stelle della musica, due grandi cantanti donne hanno dominato la serata in maniera incontrastata: Adele e Beyoncé, una vincitrice formale e una sostanziale.
Formale Adele, la quale si aggiudica i premi per Record of the Year, Song of the Year e Album of the Year, sostanziale Beyoncé, per cui Adele si afferma incapace di accettare l'ultimo e più importante titolo e propone di dividerlo con Queen Bey, in una dichiarazione di affetto e stima a dir poco commoventi.

Le due si distinguono dal resto anche per performance, le più potenti, per un motivo o per un altro, di tutta la serata. L'incredibile show di Beyoncé inizia con una serie di ologrammi di lei, sua figlia Blue Ivy e sua madre, a rappresentare la femminilità, la fertilità e tutta la regalità che questi doni portano alla donna: non a caso è sul palco vestita d'oro, con una corona a contornarle il viso e con il pancione ben in vista che Beyoncé canta due canzoni tratte dal suo ultimo album, "Sandcastles" e "Love Drought"

 

 

Per Adele, le sue performance non si rivelano così fortunate: nonostante l'apertura di serata con la sua potentissima "Hello", nel tributo al compianto George Michael in una versione più raccolta di "Fastlove" gli errori tecnici la costringono, a canzone già iniziata, ad interrompere la performance e a ricominciare, per farla "nel modo più giusto", secondo le sue mortificate parole.

Sono anche i tributi a farla da padrone in questa serata. Non soltanto quello a George Michael, ma anche Prince, con Bruno Mars e The Time che si cimentano in "Jungle Love", "The Bird" e "Let's go crazy" (e un piccolo tributo tra la folla, con Blue Ivy vestita come il cantante) e David Bowie, a cui viene assegnato postumo il premio per Best Rock Song, con "Blackstar".

Al netto delle due grandi protagoniste e dei ricordi di coloro che ci hanno lasciato, la serata è andata avanti tra alti e bassi, con problemi tecnici che hanno connotato più di un'esibizione, anche quella potenzialmente storica tra Lady Gaga e i Metallica, e nuove rivelazioni, come Chance the Rapper. In particolar modo una "linea" politica molto forte e marcatamente anti Trump ha connotato tutti i discorsi delle star che si sono succedute sul palco, a partire da Katy Perry e la Costituzione proiettata dietro di lei per finire con A Tribe Called Quest, che ringraziano "President Agent Orange" per il Muslim Ban e concludono la loro esibizione con i pugni alzati, in un coro di "Resist, Resist, Resist!"

In definitiva, se si può parlare di vincitori e vinti per questa edizione dei Grammy Awards, non si tratta sicuramente di una serata di sconfitta, per i suoi protagonisti come per il mondo della musica in generale, che si dimostra ancora una volta più vivo che mai.

Di Giorgia Cassiero.