Per l'occasione abbiamo fatto quattro chiacchiere con Mirko Di Fonso (chitarra e voce) e Gianmarco Ciani (chitarra e seconda voce).
I Botanici ospiti a Blu: ascolta il podcast
Come mai "I Botanici"?
Mirko: «Un po' come tutte le band ci siamo riuniti per la scelta del nome. Avevamo comprato una cassa di birra, che magari può aiutare. Ognuno aveva portato la propria lista dei nomi. Avevo portato una lista di mestieri e tra questi mestieri c'era "il botanico". Avevamo trovato qualche affinità con questo nome. Non parliamo di piante o di natura nei nostri testi, ma ci ispiriamo alla naturalezza delle cose. I testi sono scritti di getto, come anche la musica. Siamo spontanei e ci piaceva paragonarci alla figura del botanico.»
"Solstizio": che cos'è per voi il solstizio?
Gianmarco: «Si tratta sicuramente di quello d'inverno perché i pezzi non sono felicissimi. Però non abbiamo specificato quale, per lasciare aperto il significato. Alcuni pezzi sono molto tristi. Diciamo che alcuni pezzi lasciano invece un po' di speranza e abbiamo voluto lasciarla anche nel titolo. Anche nella copertina, ci sono colori caldi fuori e colori un po' più freddi all'interno.»
Mirko: «C'è un pezzo che si chiama "Solstizio d'inverno". Il disco non abbiamo voluto chiamarlo così, ma semplicemente "Solstizio" così ognuno può trovarci la propria linea, il proprio gusto personale, il proprio momento estivo o invernale. Per me è stato invernale. Sono io quello che scrive i pezzi. Però c'è anche la voglia di riscattarsi e si sente. Il solstizio poi è il fermarsi del sole che può essere interpretato come un momento di stasi sia negativo sia positivo.»
Cosa ascoltano I Botanici?
Gianmarco: «Sto ascoltando molti dischi usciti in questo periodo. Quello dei Mary In June mi piace molto e così molti della scena italiana, mi sto concentrando su quella scena lì.»
Mirko: «Io ascolto tante ma anche poche cose. Mi focalizzo su pochi generi. Sicuramente c'è gente con una cultura musicale più ampia. C'è gente che spazia dal rock all'elettronica, ma che magari non ascolta bene. Io diffido di quelli che ascoltano tutto ma che poi non ascoltano un cazzo. Ho ascoltato sicuramente molto emo degli anni novanta, della California. Poi tutto il filone indie italiano. Ci teniamo aggiornati. Il 2016 e il 2017 sono due anni abbastanza ricchi per quanto riguarda le uscite italiane.»
Di Francesca Marini.