Non so se Anna Calvi ama sempre di più Roma o se noi amiamo sempre di più lei, la sua voce o la sua chitarra. Di certo c’è che la cantante inglese è tornata ad incantare la Capitale per la terza volta nell’anno e di certo c’è che ogni volta che torna, una scappata ad ascoltarla vale la pena farla.
Siamo a Social Park, un’oasi di fresco a poca distanza da Ponte Milvio. Eh già, tutto contribuisce alla riuscita della serata, persino le condizioni climatiche.
Ad aprire le danze c’è una bella sorpresa per chi scrive: RBSN, Alessandro Rabesani e la sua band. I quattro ragazzi ci sanno fare, la chimica è quella giusta e la loro sessione suscita l’approvazione del pubblico romano che li saluta con applausi convinti.
Sono ancora più vigorosi quelli che accolgono Anna Calvi in maglia rossa, pantalone nero e scarpe bianche latte. Luci basse… molto basse che proseguendo durante il concerto vireranno su note rosse costanti.
Una voce cristallina e possente, una chitarra distorta che ammalia e seduce. La performer lascia solo qualche Thank You tra un brano e l’altro senza altre pause, con una vocina che non sembra poter essere la stessa che udiamo quando canta.
Non c’è un pubblico numerosissimo, almeno non quanto meriterebbe una esibizione del genere. Tanta sostanza e pochi fronzoli. Niente trucchi qui si fa sul serio. Vorremmo solo che il tutto durasse un pò di più. Anche se sta nel suo, un’ora e un quarto ci lasciano con la voglia di poterla ascoltare almeno ancora un pò.
E’ la stessa voglia che spingerà il pubblico a richiamarla sul palco. Un ritorno che invece non ci sarà.
Resta una serata da incorniciare. Social Park ci da appuntamento con un altro artista da non perdere. Venerdì 5 luglio arriva Pete Doherty con i The Puta Madre, non dite che non abbiamo avvertito.
Noi fate scherzi, noi non ce lo perderemo.
Di Alessandro Giglio
