Rocco Hunt è il più giovane delle otto Nuove Proposte di quest'anno di Sanremo 2014. Campano, classe 1994 il ragazzo ha già un EP e un album all'attivo: Spiraglio di periferia pubblicato nel 2011 e Poeta urbano pubblicato nel 2013. Conta già parecchie esibizioni dal vivo e collaborazioni con rapper italiani tipo Marracash, Bassi Maestro e Fritz The Cat.
Ed è proprio il rap che questo ragazzo vorrebbe proporci. Il brano con cui si presenterà sul palco di Sanremo tra qualche giorno si intitola Nu juorno buono ed è appunto un pezzo rap in gran parte cantato in dialetto napoletano. Apprezzabile il fatto che abbia voluto farsi avanti con un genere fuori dalle righe del festival, che abbia voluto spezzare la solita linea melodica dominante. Ed è apprezzabile anche il fatto che abbia voluto rendere omaggio alla sua terra d'origine, inserendo appunto strofe in dialetto. Ma la scena musicale italiana è satura di rapper così. Quindi sì, rimane qualcosa di originale ma solo all'interno della situazione sanremese.
Confesso, io quando si parla di rap italiano, divento nostalgica di gruppi tipo Raptus. Quindi non vedo di buon occhio questa nuova ondata rap che molto spesso cade in rime scontate e frivole e in ritmiche tutte uguali. Una scena in cui ormai è più importante sfoggiare il tatuaggio che tirare fuori un buon pezzo. Forse Rocco Hunt si è addentrato un percorso difficile. Ma anche per lui vale la stessa regola che vale per gli altri: staremo a vedere che tipo di rap deciderà di offrirci.
Al di là di tutto, il brano non convince molto. L'esperimento avrebbe potuto anche essere interessante, ma mancano gli artigli. Spiacente, ma per me il rap è ben altro e non questo.