L’avevamo promesso qualche giorno fa e come annunciato anche Radio Libera Tutti era al concerto dei Notwist di ieri sera all’Auditorium Parco della Musica. Grazie a DNA Concerti il gruppo bavarese arriva a Roma dopo essere già transitato a Milano e Foligno. Sarà ancora in Italia domani a Bologna e il giorno seguente a Padova, per continuare un lungo tour che dopo la Germania li vedrà impegnati in Olanda e gli Stati Uniti per coprire infine alcuni dei maggiori festival estivi europei.
L’orario d’inizio come da biglietto riporta le 21.00, eppure sono le 20.50 quando salgo le scale che portano al mio posto di Platea e la special guest della sera Jel è già sul palco a scaldare il pubblico. Jeffrey James Logan, questo il vero nome di Jel, nativo dell’Illinois ma di base ormai in California, è un rapper e produttore di gruppi hip hop oltre che cofondatore dell’etichetta indie hip hop “Anticon”. Alle 21.15 termina il suo spettacolo e dopo una pausa di un quarto d’ora ecco che finalmente entrano in scena i Notwist. Sono molto curioso perché sebbene li conosca abbastanza bene, questa è la prima volta che li ascolto dal vivo. La Sala Sinopoli a questo punto è pressochè al completo fatta eccezione per alcuni posti di galleria laterale. La composizione del pubblico è molto eterogenea e sono rappresentate generazioni anche distanti tra loro senza toccare mai quella dei ventenni. Si presentano in sei sul palco con i fratelli Acher, nucleo originario e immutato del gruppo dal 1989, a dominare la scena malgrado tutti gli elementi sappiano fondersi al meglio. Basta poco per essere avvolti da un sound che cattura abbracciando una gamma davvero vasta di stili (persino pop con “Kong”) e con la voce di Markus che regge bene malgrado un paio di problemi col microfono. I tedeschi dobbiamo dirlo, ci sanno davvero fare e dal vivo sono una esperienza sicuramente da provare specialmente qui all’Auditorium dove l’acustica del gioiello di Renzo Piano sa rendere pieno merito.
Giunti al tour con l’ultimo album uscito dopo metà febbraio scorso (parliamo di “Close to the glass”), i sei danno risalto all’ultimo lavoro eseguendo “Into another tune”e “7 hour drive”, ma è con “Casino” e le sue melodie e “Run run run”
che raggiungono i picchi più elevati. C’è spazio per l’album precedente del 2008 con “Gloomy Planets”, “Bone Less” e “Gravity”, con la quale si congedano per poi rientrare e concedere un corposo bis. Anche ”Neon Golden”, l’album che li fece conoscere
al pubblico americano, non manca così come il pezzo che me li fece scoprire nel film di Sorrentino, “L’amico di famiglia”: “One with the freaks”.
Esco così soddisfatto che dimentico per un po’ persino quella testa che davanti a me si sarà
piegata un centinaio di volte almeno, magia della musica, magia dei Notwist!
NOTWIST live @ AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA : la photogallery
Alessandro Giglio