Verso le 22:10 inizia il concerto. Andrea Appino dialoga col pubblico, l'accento pisano si riconosce quando non canta. Il pubblico che attraversa 3 generazioni nei primi minuti è inibito dal surreale freddo. Basta la domanda dal palco: "Avete solo vent'anni?" a far salire l'emozione di rivivere in una serata sia i nuovi lavori, ma soprattutto la storia degli Zen Circus
Infatti anche se il concerto segue l'anima dell'ultimo album "Canzoni contro la natura" le intromissioni dei precedenti lavori come "Andate Tutti Affanculo" e "Nati per subire" fanno infiammare il pubblico, che quelle canzoni, seguendo ormai gli Zen da anni, le sente sue.
Ma anche "Canzoni contro la natura" è un trionfo di sonorità per una delle band italiane con più attitudine e attenzione alle sfumature musicali. Questo in un panorama indie che con l'aiuto dell'elettronica sta abbandonando la raffinatezza melodica degli strumenti.
Un suono perfetto quello degli Zen Circus, grazie a Ufo (Massimiliano Schiavelli), ma soprattutto a Karim Qqru che sul palco si improvvisa oltre che batterista, un polistrumentista di strada.
Il concerto sta per finire, sono ormai le 23:40. Tutti aspettano il nuovo singolo e finalmente arriva "Viva": il pubblico canta quasi più forte di Andrea Appino, quasi a voler dimostrare che anche se il passato è dentro di loro, sono pronti a riscoprirsi in questa fusione di suoni tutti nuovi di questa seconda traccia nichilista, che tanto sa di "Andate tutti Affanculo". Un pezzo che consacra gli Zen Circus come uno dei gruppi indie che più sai raccontare ciò che succede anche a quei ragazzi che stanno ascoltando sotto il palco, e che nei loro testi si specchiano ed emozionano.
Il finale è pura energia, con il pubblico che cerca di inebriarsi con l'ultime note, prima che su Villa Ada si spengano le luci, e gli Zen Circus escano tra il fumo di scena.
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