La mia era la generazione che ascoltava questi testi quando erano inediti. Tutti lacrimati, spremuti dalle interiora di gente incazzata come noi. Mentre i nostri vecchi ululavano perché si abbassasse il volume "ché, oltretutto, è solo rumore e non si capiscono nemmeno le parole". E per l'appunto le parole parlavano anche di questo: di comprensione e incomprensione, d'amore e d'odio, di rabbia e di resa e noi le capivamo benissimo e le capiamo ancora.
Prima parte del concerto, Agnelli e soci vestiti in abiti colorati, molta energia in una mistura di pezzi vecchi e meno vecchi e Hai paura del buio? gridato dalla voce ancora incredibile di Manuel in roccaforti di rabbia, dolore e iperrealismo come punto G, Lasciami leccare l'adrenalina, Voglio una pelle splendida, Male di miele. Agnelli e la band non sono vinti dal tempo e il tempo è uno degli attori nascosti che lavorano nell'incredibile vita evolutiva degli Afterhours.
Tutto quel tempo passato a tenerli in gran considerazione e a seguirli dove possibile.... Ma l'idea di ascoltare tutto un disco e ora un concerto per intero mi ha sempre fatto tremare un po'. Perché dopo tanti anni, dopo tanta vita, sai quante cose sono successe? Quanti pensieri amari o dolci hanno segnato e inciso la mia anima? Allora ho paura di ripercorrerli insieme a una voce che, tempo prima che accadessero, li aveva profetizzati e descritti con un urlo potente e interrotto, che ora suonerebbe meno monito e più ammonimento.
Invece m'abbandono a un live dolce e potente, conturbante, a una discussione d'emozioni tra adulti, all'ascolto e alla performance. Anche nella discesa ripida della seconda parte del concerto, dopo molte uscite e ingressi sul palcoscenico, completamente vestiti di nero, andando verso gli abissi turbinanti delle emozioni coi pezzi più vecchi e classici.
Anche in questa data e come nel disco, ospite di pregio: Nic Cester (Jet) alla straordinaria voce in una Veleno alla quale davvero non si poteva chiedere di più.
Concerto davvero di livello. In mimesi con la realtà, la musica degli Afterhours di oggi, rispolverata, rimasterizzata e liquefatta è semplice e diretta, è ancora la stessa e con semplicità ci suggerisce che certe dinamiche sono un po' per tutti, sono popolari. I sentimenti e i vortici emozionali, i conflitti con l'universo che sembra non comprenderci, l'intenzione di riconoscere un sentimento che ci espone e che ci mette a rischio suggerendoci (male!) di scappare dall'altra parte, tutto questo è universale. Singolare per ognuno, ma universale e importante. E torna ora più intenso, più bello (anche in maniera perversa) e molto più rassicurante di quanto non fosse stato prima, quando questi testi erano inediti.
Le foto a cura di Luca Cesaroni