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Music Legends: biografia degli Aerosmith

Sabato, 18 Ottobre 2014 11:34

La sola cosa più rapida dell’ascesa al paradiso del rock è la discesa verso l’inferno dell’insuccesso. Gli Aerosmith sanno bene cosa vuol dire, considerato che hanno vissuto più volte entrambi i percorsi. La band di Boston, a partire dagli anni '70, ha portato l’energia e la sfrontatezza del Glam Rock dall’Inghilterra agli Stati Uniti, e questa è la loro storia.

 

LA FORMAZIONE DELLA BAND E IL TRASFERIMENTO A BOSTON

La cittadina di Sunapee, New Hempshire, è una normalissima comunità semi-rurale statunitense in cui la vita scorre liscia come l’olio e la quotidianità è fatta di cose semplici. Oltre al piccolo liceo, ai bar e a poche altre strutture c’è un lago, un’attrazione per turisti frequentata da famiglie di cittadini che amano passare i loro periodi di ferie in un ambiente tranquillo e suggestivo. Tra queste c’è la famiglia Tyler, che una volta l’anno lascia i sobborghi di Westchester County per trascorrere le ferie a Sunapee.

Steven, il piccolo di casa, è un ragazzo molto problematico: ha dovuto affrontare più di un’espulsione da scuola e non sembra interessato a mettere la testa a posto. La piccola cittadina e il suo lago non gli vanno proprio a genio, perché lui ha bisogno di stimoli, di un po’ di agitazione. La scuola e il lavoro non gli interessano, il suo unico interesse è il mondo della musica e il suo obiettivo quello di diventare una rockstar. Steven è già stato inserito in alcune band studentesche, sempre con il ruolo di cantante e frontman, anche se la sua vera passione è stata sempre la batteria. Poco importa, perché la sua presenza e le sue interpretazioni sul palco sono così fenomenali da rendere obbligata la scelta del ruolo di cantante. Steven però è alla ricerca di un chitarrista che gli dia le sensazioni giuste, che sia in grado di sfruttare le sue potenzialità di show-man.

È proprio durante una vacanza a Sunapee che Steven incontra un chitarrista da cui rimane immediatamente impressionato. Il suo nome è Joe Perry, diciannovenne di origini modeste che come Steven suona in band studentesche alla ricerca del successo, ed esattamente come Steven ha intenzione di formare una rock band per inseguire la fama. È il 1969, e dall’incontro tra Steven Tyler e Joe Perry sono appena nati gli Aerosmith. La band comincia a costruirsi intorno a questo duo e dopo circa un anno assume forma definitiva, con Joey Kramer alla batteria, Tom Hamilton al basso e Brad Withford alla chitarra ritmica.

Il gruppo decide di trasferirsi e prendere base nella vicina Boston, una grande città in cui forse troveranno la chance di raggiungere il loro sogno. I componenti si stabiliscono in una common house in cui da subito il clima diventa infernale. Festa dopo festa, il consumo di alcol e droga si fa sempre più intenso, rendendo la situazione e gli inquilini spesso totalmente fuori controllo. Oltre a portarsi avanti con lo stile di vita da rockstar, però, gli Aerosmith stanno anche lavorando sodo per raggiungere il loro vero scopo: un suono accattivante che li faccia diventare il corrispettivo americano delle grandi band del glam-rock inglese.

La band in questa fase inziale suona nei locali principalmente per vivere e mangiare, accontentandosi di compensi modesti e platee non proprio d’eccezione. Si crea in questo modo una notevole base di fan che nella città di Boston cominciano ad apprezzare il talento che gli Aerosmith dimostrano nelle esibizioni dal vivo, con la loro grande capacità di coinvolgere il pubblico e impressionarlo con saggi di tecnica e provocazioni che spesso vanno molto oltre il goliardico. Le cose sembrano andare bene, non fosse per quei battibecchi che spesso si verificano tra Joe e Steven, i due leader della band. I due hanno una relazione decisamente stretta, e a volte gli capita di scontrarsi in modo molto violento, arrivando anche a compromettere alcune esibizioni, litigando sul palco.

 

L’INCONTRO CON CLIVE DAVIS E IL SUCCESSO

Dopo qualche anno di tentativi arriva il 1972, l’anno in cui gli Aerosmith incontrano per la prima volta l’occasione di afferrare il successo tanto desiderato. La band riesce a ottenere un’audizione con Clive Davis, leader della Columbia Records. Il discografico si impegna ad ascoltare una loro esibizione a New York, per poi decidere se scritturarli o meno. Per i ragazzi della periferia di Boston è arrivato il momento della svolta: hanno un solo colpo in canna, e devono centrare il bersaglio. Gli Aerosmith mettono in scena uno spettacolo coi fiocchi, e Davis non ha dubbi sulla decisione di scritturarli con la Columbia e produrre il loro primo album. Il disco che porta il nome della band esce nel 1973, ed è un flop colossale, nonostante al suo interno ci siano già alcuni lavori che in seguito diventeranno delle hit.

Il motivo del clamoroso fallimento del disco d’esordio inizialmente non trova spiegazioni nelle menti dei componenti. Nonostante i giudizi a livello tecnico non siano per nulla negativi, sull’immagine della band pesa molto il confronto coi grandi gruppi del Glam Rock britannico, su tutti quello con i Rolling Stones, generato anche dalla casuale e incredibile somiglianza tra i frontman Mick Jagger e Steven Tyler. A posteriori diventerà anche chiaro che l’uscita del disco è avvenuta nello stesso momento in cui la Columbia stava lanciando Bruce Springsteen, concentrando gli investimenti economici e pubblicitari su di lui. Per ogni dollaro che veniva speso per pubblicizzare “Aerosmith” ne venivano spesi 100 per pubblicizzare Springsteen.

La Columbia da un’altra possibilità agli Aerosmith, ma decide di cambiare strategia: il gruppo viene scritturato per un tour negli Stati Uniti. Lo scopo è quello di sfruttare il loro vero punto forte: le esibizioni dal vivo. Segue una serie serratissima di concerti, durante i quali il gruppo comincia a definire in modo netto la sua base di fan. Il profilo medio di un fan degli Aerosmith è quello di un teenager lavoratore, una persona comune, un individuo ruvido che ha la passione per il rock’n’roll e gli spettacoli stravaganti. Questa folla in continua espansione viene denominata dai media “blue army”, perché la maggior parte delle persone indossa abiti fatti di jeans, colorando di blu l’intera platea durante gli show.

Nel 1974 esce il secondo disco, chiamato “Get your wings”, che immediatamente diventa un successo. Gli Aerosmith esplodono nel grande mercato discografico e raccolgono i risultati di due anni di tour interminabile, in cui si sono esibiti anche due volte al giorno. Come per molti, con il successo arrivano anche gli eccessi: lo stile di vita di tutti i componenti è sfrenato e incontrollabile, proprio come si conviene per una rock band di livello mondiale. Le cose sembrano cominciare a andare per il verso giusto, ma gli Aerosmith non sanno che le loro difficoltà sono tutt’altro che terminate.  

 

LA CRISI DI CREATIVITA’ E LA SEPARAZIONE

Nonostante il grande successo nei live e nelle vendite di dischi, le cose all’interno della band non sembrano andare per il meglio. Gli attriti tra i due leader, Joe Perry e Steven Tyler, si fanno sempre più aspri e compromettono in maniera sensibile il lavoro di tutti. Il dualismo tra i due nasce dallo scontro tra due personalità molto diverse eppure incredibilmente vicine. Da un lato c’è Tyler, che all’apparenza è un rockstar senza se e senza ma, con il suo stile di vita e i suoi atteggiamenti provocatori, ma sottopelle nasconde un animo sensibile, introverso e fragile. Dall’altro c’è Perry, un personaggio introverso che raramente viene immortalato mentre sorride, che però possiede al suo interno una forza e un anticonformismo senza eguali. Il rapporto tra i due, che d’altra parte è molto stretto, risente in maniera catastrofica di questo incrocio di caratteristiche .Ad aumentare la tensione si aggiunge anche un altro elemento: la nuova ragazza di Joe Perry, Alissa Jarret. Alissa sembra avere molta influenza su Joe, seguendolo in tutti i concerti da molto vicino e intervenendo spesso nelle liti con Steven.

Nel 1975 gli Aerosmith decidono di affittare un’antica villa in cui andare a vivere insieme per produrre in tranquillità il nuovo album. La magione viene soprannominata “il cenacolo”, e ciò che vi accade dentro è tutto l’opposto di quanto programmato. I membri della band sono continuamente coinvolti in liti furibonde e passano la maggior parte del tempo isolati nelle loro stanze, mentre il consumo di droghe e alcool inasprisce ancora di più la situazione. C’è un aneddoto che il manager della band racconta sui bizzarri vestiti che indossava Steven Tyler durante gli show. Questi ultimi erano spesso abiti lunghi e pieni di frange all’apparenza inutili, che però contenevano numerose tasche nascoste in cui Steven inseriva i narcotici da utilizzare nel bel mezzo dello show. Per questa e tante altre pratiche del genere, nella seconda metà degli anni ’70 Steven e Joe si guadagnarono il malfamato soprannome di “gemelli tossici”.

La fine di questa decade rappresenta il punto più basso della carriera degli Aerosmith. L’album che esce nel 1977, “Draw the line”, arriva con un ritardo enorme rispetto agli accordi e dimostra enormi pecche di creatività. Molti componenti dell’entourage della band ricordano di aver visto Steven e Joe chini di fronte a spartiti, registrazioni e altro materiale e di aver visto nei loro occhi lo sguardo di chi sapeva di non poter andare avanti così. Nel 1979, infatti, Joe Perry decide di lasciare il gruppo, esasperato da una situazione che sapeva di non poter più risolvere. Per gli Aerosmith, che avevano appena assaggiato l’ebbrezza del successo, la festa sembra già finita.

 

IL RITORNO AL SUCCESSO GRAZIE A MTV

Con l’inizio degli anni ’80 il declino della rock band di Boston sembra essere ormai inevitabile. Steven Tyler, perso il supporto di Joe Perry, affonda ancora di più nell’abuso di sostanze e porta la resistenza del suo corpo ai massimi limiti, e anche oltre. Durante un concerto a Portland il frontman della band si accascia sul terreno nel bel mezzo dell’esibizione e non da più cenni di vita. Attimi di panico tra il pubblico e gli addetti ai lavori, tutti o quasi convinti che Steven, da quel palco, non si alzerà più. Il cantante sopravvive quasi per caso, ma non impara nulla da questa tragedia sfiorata, continuando a perpetuare il suo stile di vita senza alcun ritegno.

Intanto la band e le vendite discografiche calano a picco, così come si rivela infruttuoso il tentativo dell’ex chitarrista di formare un suo gruppo, il “Joe Perry Project”, che non riesce a produrre più di un album mediocre. Nel 1982, però, accade l’inaspettato: Joe divorzia dalla moglie Alissa e incontra un’altra donna, Billie Montgomery, che a differenza di chi l’ha preceduta non sa nulla della storia di Joe e di quella degli Aerosmith. In una normalissima giornata i due si trovano in auto, e Joe, ascoltando alla radio un pezzo familiare, le dice: “sai, quella chitarra che senti è la mia”. Billie si fa raccontare tutto, incuriosita da come un gruppo che funzionava cosi bene si sia potuto disintegrare in così breve tempo.

Dopo aver ascoltato, la giovane modella convince Joe che abbandonare la sua band è stata una scelta avventata, che le cose possono essere rimesse a posto. È il 1984 quando Joe va a Boston insieme a Brad Whitford (il secondo chitarrista della band, che aveva abbandonato insieme a Perry). La destinazione è un concerto degli Aerosmith, o per lo meno di quel che ne resta. Dopo lo show Steven e Joe si incontrano dopo quasi 5 anni, ma si sentono come se sia passato niente di più che qualche minuto. Il giorno seguente, durante un pranzo che rimarrà nelle menti di tutti e 5, gli Aerosmith tornano alla loro formazione originaria, e firmano con la Geffen Records per un nuovo tour e un nuovo album.

Nel 1985 esce “Done With Mirrors”, il nuovo album in studio. Il disco si rivela però un flop clamoroso, e viene osteggiato dalla critica soprattutto sul lato stilistico e tecnico. Se le divergenze tra i membri si sono appianate, infatti, i problemi con la droga e l’alcol sono tutt’altro che risolti. Lo sfrenatezza e l’abuso che fanno di qualunque sostanza porta gli Aerosmith a produrre un album che viene etichettato come “fatto da gente che vive al di fuori del mondo reale”.

Le cose non stanno andando per il verso giusto. La band sa che per ritornare sull’altare della notorietà, e sa che per farlo ha bisogno del sostegno di Mtv, che in quegli anni dominava in maniera incontrastata i cancelli che separavano l’anonimato dalla fama. L’occasione arriva nel 1986, quando i Run DMC, rapper statunitensi, si incaponiscono sul riff di chitarra di “Walk this way” degli Aerosmith, che hanno campionato e che stanno cercando di utilizzare per costruirci sopra un pezzo degno di nota. Riuscirci sembra impossibile, quando dal management della rock band arriva una proposta indecente: perché non mettere i due gruppi insieme, e vedere cosa accade? Il risultato è una vera e propria bomba, che su Mtv diventa il video di punta e sbaraglia tutte le classifiche mondiali, dando agli Aerosmith la seconda possibilità di diventare una delle band più importanti della storia del rock. Una possibilità che non sprecheranno.

STOP ALLE DROGHE E INGRESSO NELLA  R’N’R HALL OF FAME

Dalla seconda metà degli anni ’80 in poi, dal punto di vista musicale, non ci sono altro che successi ad attendere gli Aerosmith. Quello che ancora non funziona è il rapporto con le droghe. Il management decide di circondare tutti i componenti del gruppo di guardie del corpo assunte appositamente per evitare che i musicisti entrino in contatto con gli spacciatori. La mossa si rivela inizialmente efficace, almeno fino a quando Steven non riesce ad eludere la sorveglianza e ottenere altri narcotici da utilizzare durante uno show. Accade a Springfield, nell’Illinois, e in questa occasione Steven stramazza nuovamente sul palco arrivando ancora più vicino alla morte di quanto non fosse la volta precedente.

È l’ultima goccia per il management, che dopo aver scampato per la seconda volta la morte del suo frontman, decide di mandarlo in riabilitazione. Tyler ritorna dopo 45 giorni, sobrio, equilibrato, e seriamente intenzionato a non cadere più nella spirale viziosa delle droghe. La sua convinzione è talmente forte da spingere anche tutti gli altri membri della band a disintossicarsi, coscienti del fatto che se non smettono tutti insieme prima e poi le cose precipiteranno di nuovo. Nel 1987 esce “Permanent Vacation”, da molti considerato il migliore album di sempre degli Aerosmith, che li avvia definitivamente verso il successo duraturo: da quell’anno fino a oggi la band ha prodotti altri 6 dischi di platino ed è stata inserita nella Rock’n’Roll Hall of Fame nel 2001, 25 anni dopo il loro primo disco.

La vita è stata generosa con gli Aerosmith, perché gli ha dato per due volte la possibilità di ottenere il risultato che hanno sempre desiderato. A loro va il merito di essersi saputi risollevare quando tutto e tutti sembravano darli per spacciati. La loro storia rappresenta una grande metafora della vita e del mondo della musica, che sa donare più di quanto uno si aspetti di poter mai ricevere, ma sa anche prendere senza pietà quando si tira troppo la corda.