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Music Legends - POLICE: la svolta del Rock n Reggae

Martedì, 11 Novembre 2014 00:00

Nell’Inghilterra degli anni ’70 c’è una giovane formazione che suona in un modo del tutto nuovo, fondendo l’energia del rock con il ritmo del reggae. Sono i Police, guidati da Sting, un’icona della musica pop che ha iniziato la sua carriera come cantante del gruppo britannico per arrivare a concorrere addirittura per l’oscar. I Police hanno introdotto un nuovo approccio alla musica rock, utilizzando il collante del jazz per creare un sound dal successo enorme, frutto di creatività e dedizione. Questa è la loro storia.

 

 

LA FORMAZIONE DEL TRIO E LA RICERCA DELL’IDENTITA’ MUSICALE

Mentre in tutta l’Inghilterra, soprattutto a Londra, esplode la mania per il punk, e la new wave comincia a farsi strada tra musicisti e artisti di ogni genere, c’è una storia che comincia in sordina, lontano dalla capitale, in una città ordinaria in cui non c’è molto, oltre a mucchi di fabbriche schierate in fila e una cultura operaia imperante. È lì che nasce Gordon Matthew Thomas Sumner, figlio di un ingegnere civile e di una parrucchiera. Siamo negli anni’70, e il giovane Gordon ha poco più di venti anni. Ha terminato la scuola e iniziato l’università senza tanto successo, decidendo di diventare maestro di inglese per bambini delle elementari e abbandonando gli studi. Il vero sogno di Gordon è entrare in qualche modo nel mondo dello spettacolo: fa qualche piccola esperienza come attore e si diletta suonando il basso. Il suo vero talento, però, sta nello scrivere canzoni partendo dal testo.

La famiglia di Gordon non vede di buon occhio i suoi sogni, com’è ovvio. È una famiglia di operai, che non ha mai potuto accarezzare desideri di questo genere, e vorrebbero che il loro ragazzo si preparasse per un futuro con qualche certezza in più. La voglia di evadere da tale sorte porta Gordon a stringere amicizia con Gerry Richardson, un musicista con molti agganci nella città di Newcastle. Gerry introduce questo giovanotto biondo e speranzoso a alcuni gruppi jazz nella zona, e Gordon entra inizialmente nella compagnia “Phoenix Jazzmen” con il ruolo di bassista. Spesso si presenta alle prove con una maglietta a strisce nere e gialle, una delle sue preferite. I componenti della band cominciano così a chiamarlo “pungiglione”, in inglese “Sting”, un soprannome che il giovane musicista ama da subito, portandoselo dietro da li in avanti per sempre.

Dopo qualche esperienza con i Jazzmen e con un’altra band, i “Last Exit”, Sting capisce che se vuole ottenere ciò che desidera è necessario che abbandoni Newcastle. Si trasferisce a Londra, dove spera di trovare musicisti con cui formare un gruppo, o comunque un’occasione di qualche tipo per diventare un artista professionista. Dopo poco tempo incontra Stewart Copeland, un batterista che già conosceva. I due si erano incontrati a Newcastle, quando Sting suonava per i Last Exit e Stewart era nella sua ex-band, i “Curved Air”. Tra i due nasce immediatamente un grande feeling musicale e personale, e decidono di cercare un terzo componente per formare una band. Dopo qualche provino la scelta ricade su Henry Padovani, chitarrista. Dopo qualche concerto insieme, però, i tre incontrano Andy Summers, che sulle corde della chitarra sembra muoversi in maniera più congeniale alla musica che hanno in mente Copeland e Sting. Passa un breve periodo in cui suonano in 4 e Padovani abbandona la band. È il 1977, e la formazione ufficiale dei Police è appena nata.

In quel periodo Londra sta assistendo all’esplosione del punk rock, un genere che nasce dalla frustrazione di una generazione insoddisfatta e risponde con foga all’atteggiamento colto del rock progressivo. I Police entrano in questo scenario senza però riconoscersi appieno nell’immagine di una band punk. In primo luogo la musica che vogliono creare non ha un’accezione cosi dura: Sting ama cantare su ritmi sostenuti e non disdegna urlare mentre canta, ma si sente molto lontano dall’attitudine di gruppi come Sex Pystols. In secondo luogo, i Police sono musicisti professionisti, non ragazzi che tentano di incastrare accordi in un garage con strumenti rimediati. La loro musica è frutto di studio ed esercizi, e le loro prime esperienze sono state nel mondo del jazz. La band cerca quindi un modo per distinguersi, per proiettare nelle composizioni la sua vera anima.

 

LA RICERCA DELLA NOTORIETA’

Con l’entrata di Andy Summer, Sting puo dedicarsi alla parte che gli riesce meglio: scrivere testi e cantare. La voce del frontman è senz’altro particolare e caratteristica, ed è sicuramente l’elemento del gruppo che maggiormente impressiona le piccole platee che assistono ai primi show dei Police. Summer e Copeland capiscono che se vogliono portare i Police a un livello superiore devono trovare il modo di sfruttare al meglio le caratteristiche vocali di Sting. I primi periodi a Londra sono terribili: la band spesso si ritrova al verde ed è costretta a suonare per un pasto caldo o un letto dove dormire. Le difficoltà, però, invece che far perdere animo ai componenti, li stimolano a lavorare in maniera inarrestabile. La musica è l’unica vera passione che hanno, e sono disposti a qualunque cosa per arrivare al successo. Mentre si barcamenano tra i problemi economici, dunque, continuano a cercare una strada per rendere la loro musica unica e valorizzare il grande talento di Sting alla voce.

Mesi di sperimentazione portano i Police a capire che devono mischiare il classico rock che propongono nei locali con altri tipi di musica. La scelta sulla direzione da prendere, alla fine, ricade sul reggae. La musica nata in Jamaica ha le caratteristiche ritmiche e melodiche adatte a far emergere come si deve la voce e i virtuosismi di Sting. Inoltre si tratta di un genere che in quel periodo è molto in voga nel Regno Unito, così come nel resto del mondo. Gli interpreti giamaicani stanno cominciando ad avere successo anche fuori dall’isola americana, sospinti verso l’alto dal talento di Bob Marley, che sta rendendo questa musica popolare come mai prima di allora. La decisione è presa: in sala prove i Police iniziano a suonare rock contaminato dal reggae, abbracciando la cultura del cross-over tra generi musicali che sta nascendo in quel periodo ed è destinata a influenzare tutto lo sviluppo della musica da lì in avanti.

I Police non hanno ancora un’etichetta, né un manager. L’unico riferimento nel mondo della discografia che hanno è il fratello di Copeland, Miles, che li stimola a auto produrre un album per presentarlo a una etichetta indipendente di sua conoscenza, la Illegal Records. Detto fatto, la band crea il suo primo album, “Outland’s d’amour”, che esce nel 1978, a un anno dalla formazione del trio. Il disco evidenzia l’influenza che il reggae sta avendo sulla produzione musicale del gruppo, ma contiene anche numerose tracce in cui suona un rock più classico, più influenzato dal punk. Miles non riesce a convincere nessuna etichetta a produrlo, ma ascoltandolo ha un’illuminazione: all’interno del disco c’è una canzone che gli sembra perfetta per essere lanciata come singolo. Si tratta di “Roxanne”, una traccia in cui è condensata tutta l’anima dei Police, che unisce le loro influenze stilistiche con un grande talento di Sting nello scrivere testi particolari e graffianti (la canzone parla di un uomo che si innamora di una prostituta).

Seguendo il consiglio di Miles, I Police lanciano Roxanne come singolo. La scelta sembra rivelarsi infelice, perché nessuno li nota nella penisola britannica. Pensando che l’insuccesso non sia dovuto alla mancanza di talento, ma alla mancanza di mezzi, decidono di andare negli Stati Uniti per farsi conoscere anche oltreoceano. La musica dei Police non è congeniale al momento che sta vivendo l’Inghilterra, in cui imperversano tipi di musica diversi dalla loro e sono amati gruppi con un’immagine molto più trasgressiva della loro. Il trio arriva negli USA e comincia un piccolo tour di 20 date nei college americani, dove vengono sempre apprezzati dal pubblico. Il favore che riscontrano nel tour fa parlare di loro anche oltreoceano, nella Londra che li aveva ignorati all’esordio. Terminato il tour tornano in Inghilterra e cominciano a essere presi in considerazione da club sempre più importanti, diventando parecchio conosciuti nell’ambiente underground della capitale britannica.

È in questo periodo che si legge per la prima volta il nome dei Police nelle classifiche nazionali e internazionali, con il singolo Roxanne che viene trasmesso in radio e garantisce al trio la spinta iniziale necessaria a raccogliere fondi per produrre un altro album. Arrivati a questo punto, i componenti capiscono che la loro scelta di orientarsi su sonorità reggae e jazz si sta rivelando fruttuosa, e decidono di percorrerla con più decisione. L’ascesa della band, in questa fase, viene parecchio aiutata dal carisma di Sting, che sa assolvere il lavoro di frontman in maniera eccezionale, catalizzando le attenzioni del pubblico su di sé e funzionando come un gancio che intercetta la parte di pubblico più interessata al lato pop e all’immagine che alla musica in sé. È in questo momento che Copeland e Summer capiscono che l’anima del successo dei Police deriva in gran parte dal talento di Sting.

 

IL GRANDE SUCCESSO E LE TENSIONI TRA I MEMBRI

Sono passati due anni dalla formazione dei Police, e la band è già riuscita a diventare una realtà musicale piuttosto conosciuta in Inghilterra. Anche negli Stati Uniti comincia a girare il loro nome, ma in questo caso il nome dei Police si identifica soprattutto con l’immagine di Sting. Questo dualismo rappresenta bene la doppia natura della band, che da un lato è un gruppo di musicisti eccellenti che sperimenta in modo interessante e seminale la fusione tra generi diversi come punk-rock e reggae, e dall’altro è un fenomeno pop trascinato avanti da Sting, che nel frattempo da cantante si sta trasformando in attore a autore di colonne sonore. Il legame tra i componenti, però, è estremamente forte, e almeno in questa fase riesce ad assorbire bene le forze divisive che si muovono al suo interno. Nel 1979 la band rilascia il suo capolavoro, un album che rappresenta un crocevia nella storia della musica rock e dell’attitudine cross-over: “Reggata de Blanc”.

Reggata de Blanc, il Reggae per bianchi, è un successo straordinario, che lancia i Police verso il successo mondiale e gli fa guadagnare il primo disco di platino della loro carriera. Ascoltandolo è possibile capire quello che avevano in mente i Police nel mischiare la loro musica col reggae e capire quanto questo tentativo sia riuscito in modo eccellente. La critica definisce la loro musica “Reggae’n’Roll”, definizione di un crossover colto che unisce musica rock e reggae utilizzando il jazz come cerniera. Un mix così audace non può che avere un effetto divisivo sull’opinione dei fan: il pubblico della new wave li prende come uno dei riferimenti principali di una generazione che porta il focus della sperimentazione dal mix tra rock e musica classica (progressive) al mix tra generi musicali distanti; il pubblico del punk, d’altra parte, reagisce quasi con disprezzo alla svolta colta di una band che aveva iniziato a sfornare i primi successi con un atteggiamento molto più punk.

A seguito dell’album, comincia il primo tour mondiale dei Police, che portano la loro musica in tutto il mondo diventando sempre più un fenomeno di culto tra gli appassionati. La band non vive l’esistenza tormentata e piena di eccessi tipica delle rockstar: niente droghe e alcol in eccesso, niente viavai infernale di donne e amici nelle camere d’albergo o in sala di registrazione, niente chitarre rotte sul palco. Eppure i componenti sono lo stesso sottoposti a una grande quantità di pressioni, prima tra tutte quella dei fan e dei produttori, che bramano l’uscita di un nuovo album in breve tempo, in modo da battere il ferro finché è ancora caldo. Anche all’interno del gruppo, però, le cose non vanno bene: Copeland e Sting, da sempre molto intimi, attraversano un periodo difficile, in cui la personalità del frontman comincia a imporsi sulle scelte di gruppo, incontrando la resistenza di Stewart e essere rilegato a un ruolo secondario.

Nel 1980 esce “Zenyatta Mondatta”, il terzo album in studio dei Police, che viene prodotto di fretta e molto criticato dai fan. La flessione di creatività che si riscontra ascoltandolo è figlia del rapporto sempre più deteriorato tra i membri, incapaci di lavorare con la serenità del principio. Le cose non vanno alla grande, soprattutto per Sting, che attraversa un periodo di grande instabilità e depressione, cominciando a cercare occasioni di produrre materiale al di fuori della band. Nel 1981 esce la sua prima traccia solista, estratta dalla colonna sonora scritta da lui per il film “Brimston & Treacle”, dove lui è l’attore protagonista. La personalità ingombrante del frontman comincia a sentire stretti addosso i panni dei Police, e i Police cominciano a sentirsi schiacciati dal successo dell’immagine del loro frontman, che sembra non aver bisogno di loro per andare avanti nel mondo dello spettacolo.

 

LA CRISI ESISTENZIALE DI STING E GLI ULTIMI ALBUM

I problemi interni della band non impediscono al disco successivo di piazzarsi in cima alla classifiche mondiali come i precedenti. “Ghost in the machine” esce nel 1981, e sebbene i Police non riescano a mantenere tra loro rapporti umani decenti, riescono benissimo a continuare il loro mix sperimentale tra rock e altri generi. Questo lavoro, a differenza dei precedenti, strizza maggiormente l’occhiolino al funk e alla musica pop. La scelta è dettata dal fatto che ora la band è un fenomeno mondiale, e i suoi componenti vogliono identificarla come maggiormente pop-friendly di quanto non fosse in precedenza, inserendo nel disco tracce adatte all’ascolto in radio, usando  ritmiche più morbide e dando ancora più spazio a Sting, oramai diventato un idolo ai livelli di gente come David Bowie, Bruce Springsteen, eccetera.

Il frontman, però, in quel momento, vive il periodo più difficile della sua vita. Nel 1982 divorzia dalla sua prima moglie con due figli a carico, cadendo in una forte depressione che lo porta all’isolamento e a un’ulteriore inasprimento dei rapporti con Copeland. I Police stanno cadendo a pezzi, e anche se il successo di vendite continua incessante, all’interno del gruppo c’è una situazione disastrosa, ulteriormente aggravata dalla crisi creativa di Sting. Le cose cambiano decisamente verso quando il frontman scopre il suo nuovo amore: si tratta di Trudy Styler, sua amica e vicina di casa per molti anni. I due si scoprono attratti uno dall’altra, e cominciano una storia d’amore che restituisce a Sting e ai Police la stabilità e la carica necessaria per rimettersi al lavoro e produrre un nuovo album.

Nel 1983 cominciano i lavori per le registrazioni di “Synchronicity”, quello che sarà l’ultimo album dei Police. Se Sting ha recuperato completamente la situazione sul lato personale, infatti, è molto lontano dal risolvere i problemi con Stewart Copeland. Tra il cantante e il batterista c’è un rapporto fatto di battibecchi e tensioni continue: come cane e gatto sono costretti a condividere uno studio di registrazione, in cui la musica procede a rilento lasciando spazio a liti sempre più insostenibili e compromettenti per i risultati. Il disco rappresenta comunque un altro successo, diventando disco di platino come gli altri e portando i Police a intraprendere un altro tour mondiale. Tutti i componenti, però, sanno che la band ha ancora poco da dire, e Sting si è definitivamente reso conto che è lui la vera anima del gruppo, cominciando a sospettare che i suoi compagni non facciano altro che vivere di luce riflessa.

Nel 1984, con la chiusura del tour mondiale, i Police si esibiscono insieme per l’ultima volta. Accade a Melbourne, e in quell’occasione Sting annuncia la sua intenzione di lasciare la band per intraprendere la carriera da solista. I Police, in effetti, non si sciolgono in maniera ufficiale, e da lì in avanti saranno parecchie le reunion, fino ai giorni nostri. La separazione fu interpretata sia da Sting che da Copeland e Summer come necessaria a preservare il proprio equilibrio psichico e a proteggersi dallo stress di dover lavorare con qualcuno che non si sopporta più. I Police scelgono di abbandonare la carriera in gruppo, e di utilizzare da lì in poi la formazione e il nome originale solo per occasioni speciali, come concerti di beneficenza e eventi personali (hanno suonato insieme al matrimonio di Sting nel 1992).

Nel 1985 esce il primo album solista di Sting, “The dream of the turtle”. Il cantante di Newacastle ottiene grande successo anche in questo caso, e inizia un percorso che dura fino ai giorni nostri e lo vedrà pubblicare più di 10 album. In tutti questi anni suona con vere e proprie leggende del jazz e della black music, scatenando nei fan reazioni controverse. La gente bianca pensa “cos’è questa svolta di Sting, perché ha cominciato a fare solo musica per neri?”, mentre la gente nera pensa “cos’è questa svolta della black music, adesso facciamo suonare nelle nostre band questo bianco che cinguetta sui nostri pezzi?”. In ogni caso, c’è solo successo ad attendere Sting, che sviluppa in modo efficace anche le sue potenzialità di attore, arrivando anche a essere candidato per l’Oscar.