La band nasce nel 2010, fondata da Antonio Cusano (batteria), Leonardo Engst (basso), Giovanni Cusano (chitarra) e Luigi Cusano (chitarra solista). L’incontro tra le diverse esperienze, dovute anche alla differenza d’età, risulta subito vincente e nasce un progetto musicale che fonde differenti personalità in uno stile comune: Officine Marconi La scelta di cantare in inglese porta il gruppo a cercare un cantante di madrelingua. Domenico Scola, che chiude la composizione della band insieme a Manuela Montagner (vocal) e Ignazio Macchione (sax).
Il filo conduttore che stringe i diversi elementi in un vero e proprio gruppo, è formato dalla volontà di suonare una musica intensa, che non vuole lasciare l’ascoltatore con un ritornello fisso che gira per la testa ma con una melodia che può essere ascoltata piacevolmente tanto quanto la prima volta.
Il nome del gruppo indica le vere e proprie origini di questa formazione, le Officine Marconi sono state il primo palcoscenico che ha dato sfogo alle loro sonorità tanto ricercate e che finalmente si sono diffuse verso un vasto pubblico. Il singolo “Soldier” si inserisce prepotentemente nelle sessioni di prove scavalcando gli altri brani in preparazione. Nasce apportando alcune variazioni ad un pezzo precedentemente scartato e travolge immediatamente tutti i componenti del gruppo. Le sessioni di prove diventano frizzanti e coinvolgenti fino ad arrivare alla prima registrazione ufficiale. Il testo affronta temi forti come quello della guerra, dell’omicidio e del coraggio delle proprie azioni.
Il progetto musicale Officine Marconi avanza ed i singoli, “Soldier”, “Remember”, “Working bravely”, “The edge of the universe”, “Free way” e “Swimming alone” saranno le colonne portanti del progetto musicale che si realizza nel 2013. Ricordiamo che il 2012 ha portato alle Officine un riscontro importante da parte del Presidente della Repubblica che, con una lettera di ringraziamento, esprime il suo vivo apprezzamento per la campagna di sensibilizzazione sul tema della sicurezza sul lavoro.
