Iniziamo dalla fine: Broken Crown Halo è un disco che ha provocato scalpore nella critica e leggendo diverse testate musicali che lo hanno recensito, c'è chi lo considera una continuazione del filone intrapreso nel 2000 e altri che lo considerano novità assoluta, vuoi per la produzione e strumentazione vintage che avete utilizzato, vuoi per l'assetto strutturale dell'intero disco. Tu cosa ne pensi?
Come sempre, la verità è nel mezzo: sicuramente ci sono elementi che abbiamo mantenuto, come è vero che ne abbiamo sperimentati di nuovi.
Uno dei vostri più grandi successi è stato Enjoy the silence, che rappresenta un caso eccezionale della musica in cui una cover raggiunge, se non addirittura supera, la bellezza dell'originale dei Depeche Mode. Perché avete scelto proprio questa canzone, così distante dal vostro genere? Vi aspettavate un successo così clamoroso?
Quando Marco, il nostro bassista, l'aveva proposta in sala prove, ci era piaciuta subito perché sembrava a tutti gli effetti una nostra canzone. La versione che ne è uscita aveva delle caratteristiche personali, quindi abbiamo subito capito che era la cover giusta. Ma non ci aspettavamo un successo così grande ed esplosivo! Addirittura una rivista americana molto importante l'ha inserita fra le top 100 cover del secolo.
Tornando a Broken Crown Halo, soffermiamoci su Zombies: "Adesso che il tempo è maturo per cambiare, nessuna delle bugie che mi hanno detto, nessuno di quei blandi predicatori possono maledirmi ancora." Chi sono i prechaers che citate nel testo? E soprattutto, il momento in cui diventate Zombies rappresenta anche una grande presa di coscienza delle bugie del mondo occidentale?
Sì, è una sorta di autoriflessione sulla nostra società. Questi "zombies" siamo noi e i nostri fan, che vivono una vita "alternativa" e non conforme alla massa. Fin da ragazzini io e Marco siamo cresciuti sullo skate e questo ci ha permesso di accedere ad uno stile di vita diverso dal solito, portandoci ad ascoltare musica punk, hardcore, anche rap