Magari era lo stesso scetticismo che avvolgeva l’arrivo in tour in Italia del divo di C.S.I Gary Dourdan, il bel Warrick Brown della serie Tv americana per la quale ha recitato in quasi 200 episodi. Suona da quando aveva 13 anni e la musica è sempre stata la sua grande passione. Finalmente per lui vien da dire, il 19 maggio scorso è uscito il suo primo album dal titolo “Mother Tongue”, inaugurato dal singolo “The End”, in radio dal 5 maggio.
L’attore di Philadelphia ha deciso di incidere l’album proprio nel nostro paese per Mescal insieme ad un gruppo di musicisti che è stato lo stesso che lo ha accompagnato nelle tre date italiane di promozione e divertimento. Prima è toccato a Torino, poi a Milano, mentre ieri è stata la volta di Roma. Radio Libera Tutti non poteva mancare alla Locanda Atlantide.
Niente fretta siamo italiani … o americani?
La puntualità non è stata certo il fiore all’occhiello della serata a San Lorenzo. Di chi la colpa non è dato sapere ma alla fine della serata, quel po’ di fastidio per l’attesa verrà spazzato via.
Sono predisposti due palchi: quello principale aspetta Dourdan, un altro più piccolo, vicino al bancone del bar, è per il gruppo spalla. Passa la mezzanotte e del primattore ancora non c’è traccia. Sale sul palco un ragazzo e sembra sia la volta buona, invece annuncia che ci concederà un paio di brani. Saranno poi 4 e proprio nel corso di quest’ultimo salirà a dargli manforte Gary.
Niente fronzoli, neanche troppe chiacchiere benchè sia ben disposto verso il pubblico. Si diverte e lo si capisce sin da subito. Il fare poco gigione sembra mettere in chiaro una cosa: stasera sono un cantante ed un musicista, non un attore che gioca con la musica (intendendo gioco nella sua accezione peggiore).
La scaletta è chiaramente scandita dai brani dell’album. Si inizia con Keep it right, seguita da Baby e Waiting. Fanno sul serio, lui ed i quattro musicisti che lo accompagnano sul palco. Gary ha voce, talento e regala persino degli assoli di chitarra che non t’aspetti. In scaletta ci sono omaggi ad Amy Winehouse ed una cover di Paranoid dei Radiohead. Prima di rifiatare si chiude la prima parte del live con il brano che forse ho apprezzato di più: The pill.
E’ l’1:08, passano appena due minuti e si ricomincia. Fa caldo ma la sua giacca il cantante non la sfila. Terzo cambio di chitarra e parte con i ringraziamenti. “Il primo giorno in cui venni a Roma mi persi subito. Ero con un amico che aveva una bellissima moto. Gli faccio i complimenti e lui mi dice se voglio farmi un giro. A New York se giri a destra, poi a destra e poi di nuovo a destra torni al punto di partenza. A Roma non è così. Mi persi per 45 minuti finchè non mi ritrovai davanti al Colosseo: dimenticai tutto subito, caspita sono a Roma!”
Prima di riprendere a suonare lancia un saluto ad un suo amico musicista del sud degli Stati Uniti. “Era da tanto su una sedia a rotelle quando decise di creare l’associazione Wheels for Life. Mentre era ancora a combattere per questa bella causa ha avuto un incidente e se n’è andato per sempre”. E’ al suo amico, alla gioia e all’amore che metteva in quel che faceva che dedica “Someone told me”.
Chiudono la serata romana The End, il brano che apre l’album, e “You and me”. Bella sorpresa e gran bellaserata per un artista che mette passione in tutto quel che fa. Noi ci siamo divertiti, la prossima volta che passa di qui non perdetelo.
tutte le foto del concerto di Gary Dourdan