Su La La Land, film musicale diretto da Damien Chazelle ed attualmente nelle sale italiane, è stato già detto parecchio. Solo una cosa, tuttavia, è assolutamente certa: si sta parlando di un film da record.
Un’affermazione che di azzardato ha ben poco considerando le undici candidature ai BAFTA e i sette premi vinti ai recenti Golden Globe, uno per ogni categoria; numeri che gli hanno permesso di ottenere il record di film con più vittorie a suo carico nell’ambito di questa manifestazione. A questo vanno aggiunte le ben quattordici candidature ai Premi Oscar 2017, un traguardo che gli ha consentito di eguagliare pellicole celeberrime quali Eva contro Eva di Joseph L. Mankiewicz e Titanic di James Cameron.
Qui trovate la nostra recensione del film
Naturalmente nella pellicola, trattandosi di un musical, un ruolo fondamentale è giocato dalla brillante colonna sonora le cui musiche sono state composte da Justin Hurwitz, già in passato collaboratore di Chazelle sia per il pluripremiato Whiplash sia per Guy and Madeline on a Park Bench.
Per quanto riguarda i testi delle canzoni il regista si è affidato alle penne di Benj Pasek e Justin Paul, i quali sono soliti lavorare in coppia per la televisione e per il teatro. Fa eccezione Start a fire , scritta ed interpretata dal cantante John Legend.
Ryan Gosling ha preso lezioni di piano due ore al giorno per mesi per girare alcune scene di La La Land.
Chazelle, grande fan della musica jazz e nostalgico della “vecchia Hollywood”, combina questi due fattori per raccontare la storia d’amore e di riscatto di Sebastian (Ryan Gosling), pianista fanatico del jazz delle origini e di Mia (Emma Stone), aspirante attrice che lavora come barista.
I due attori, oltre che protagonisti della pellicola, sono anche interpreti di numerosi brani della colonna sonora: ricordiamo, ad esempio, la commovente Audition (assolo di Emma Stone e candidata agli Oscar come Miglior canzone originale) e il duetto dalla forte coloritura vintage City of stars (anch’esso candidato agli Oscar e già vincitore di un Golden Globe).
Come per trama e fotografia anche per le musiche si sono scelte sonorità volte ad omaggiare una Hollywood ormai passata, nello specifico quella degli anni ’40 e ’50. È impossibile difatti, difronte a certe scene, non correre con la mente a pellicole che hanno fatto la storia del cinema musicale quali West Side Story e Cantando sotto la pioggia. Accanto a brani più tradizionalmente “da musical”, caratterizzati da ampie sezioni corali e spesso accompagnati da coreografie, il regista ha poi voluto inserire pezzi strumentali tipicamente jazz regalando una patina malinconica e raffinata alla pellicola. Su tutte vale la pena citare, per la bellezza e per l’importanza rivestita all’interno del film, Mia & Sebastian’s Theme utilizzato come sfondo ad alcuni momenti topici della vicenda.
Un accompagnamento musicale, in definitiva, gradevole e che non pecca di eccessiva melensaggine, in quanto la tendenza al buonismo esasperato tipico del musical di vecchia generazione è sapientemente smorzata dalle eleganti sonorità jazz, in modo tale da poter risultare piacevole anche per la nutrita schiera di detrattori del genere.
Di Eliana Scala.