Ben Harper & The Innocent Criminals - “Call It What It Is”
Stax Records | RockBen tornato a casa Ben. Eh si, perché sono passati 10 anni dall’ultimo lavoro di Ben Harper con la sua band storica, gli Innocent Criminals, e diciamocelo sinceramente: ci era mancato un sacco QUESTO Ben Harper. Non che la sperimentazione di altri generi e nuovi progetti solisti e con altre band non ci abbiano regalato dei momenti di bellezza (penso all’esperienza gospel di “There Will Be a Light,” che gli è valso anche un Grammy Award), ma questo disco è una vera gioia per tutti coloro che amano il Ben Harper delle origini, e ne riconoscono il più sincero e riconoscibile marchio di fabbrica.
“Call it what it is” è il ritorno al classic rock immediato, al folk che parla a tutti, alla parentesi soul che la sua voce rende preghiera, al blues più nobile.
Andrew Bird - Are You Serius
Loma Vista | songwriter, alt-folk-popI testi di “Are you serious” stupiscono per la loro schiettezza e genuinità: a parlare non è più il cantautore criptico ed enigmatico di “Noble beast” e “The mysterious production of eggs” ma è un Andrew Bird padre di famiglia che racconta, senza troppi giri di parole, la sua esperienza nella vita “vera”.
Dal punto di vista musicale “Are you serious” risulta un album decisamente poliedrico in cui l’artista tocca vari generi destreggiandosi tra il pop, il folk e l’indie rock; il tutto condito da quelli che sono i suoi marchi di fabbrica: fischiettii, violini svolazzanti, pizzicati in loop e melodie sofisticate che riescono a stupire ad ogni ascolto.
Mogwai - Atomic
(Temporary Residence / Rock Action) | post-rock, elettronica, soundtrackAtomic, terzo lavoro della band scozzese che va sotto il nome di Mogwai, é un viaggio nell'universo. Parla di distruzione e rinascita, di esplosioni, di energia. Non a caso i dieci brani sono frutto di una rielaborazione della colonna sonora composta per il documentario della BBC “Storyville – Atomic: Living in Dread and Promise” diretto da Mark Cousins. In una parola, epico.
Mood: exploring the universe
M83 - Junk
(Mute) | disco-popJunk significa spazzatura, agglomerato di scarti urbani. E in questi quindici brani troviamo passi soul (walkaway blues), techno (do it, try it), dance (bibi the dog ) e hit sfacciatamente commerciali (road blaster ). Il tutto condito dalla giusta dose di apostrofi kitsch. L'elettronica e la maniacale ricerca della stessa, che li hanno portati al successo, sono un vago ricordo.Speriamo in tempi migliori. Mood: wearing a faux fur.
Woodkid - Desierto
Label Gum | art-popDesierto non é altro che la colonna sonora dell'omonimo film diretto da Jonás Cuarón in uscita ad agosto. Distante da The golden age per le atmosfere e i ritmi ne mantiene gli elementi orchestrali che enfatizzano l'eroicità di ogni brano, con ripetuti intervalli di pieni e vuoti. Una tracklist che lascia immaginare il contenuto visivo, e rimane imprescindibile da esso. Woodkid, qualsiasi cosa debba fare, la fa egregiamente. Desierto non é che una conferma. Mood: soundtrack for an epic action
Persian Pelican - Sleeping Beauty
Bomba Dischi | Folk, AlternativeUn gioiellino inaspettato. Appena sessanta minuti di bellezza e spensieratezza. Sleeping Beauty non vuole essere un manifesto artistico, ma descrive con coerenza una noia ricercata e tecnicamente inattaccabile con rimandi ad atmosfere oniriche e immagini desaturate. L'alt-folk si fa più elettrico per sfociar in brevi code psichedeliche. Supportate il made in italy, ascoltatelo.
Mood: dancing in a daisy field
PJ HARVEY – “The Hope Six Demolition Project”
Non per essere banali o usare frasi d’effetto inglesi ma non si potrebbe dirlo in modo più appropriato: PJ Harvey strikes again. Da tempo nell’Olimpo delle donne del rock, l’ 11° lavoro di PJ Harvey, The Hope Six Demolition Project,è un disco visceralmente rock, non solo in senso stilistico ma anche in senso profondamente etico: è un album squisitamente politico, di quel rock autentico che da voce agli insoddisfatti, a tutti coloro che sono nauseati dalle società e dai governi schiavi del denaro e assuefatti dalle violenze.
Questo disco profuma di ribellione, di vera poesia contemporanea, di appello all’umanità (nel brano “The Wheel”, ti entra nel cervello e nelle ossa quel "Hey little children, don’t disappear”) e il tutto prende forma nell’inconfondibile stile musicale, eclettico e potente, di questa artista che è un punto di riferimento ormai solidissimo per la musica mondiale da più di 20 anni.
di Riccardo Cristofani, Giulia Lupi e Claudia Colantonio
I MIGLIORI ALBUM DEL 2016
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