"Realismo magico mediterraneo": come nasce questo disco, che idea c'è dietro e perché "realismo magico mediterraneo"?
Davide (voce e chitarra): «Il progetto nasce contemporaneamente con questo disco. Abbiamo iniziato a suonare insieme all'inizio del 2015: io, Alessandro al basso e Emanuele alla batteria, oltre a Cristiano, il secondo chitarrista che si è aggiunto dopo. Volevamo fare blues al modo dei White Stripes o dei Black Keys, quel blues sporco, un po' punk quasi. Poi ci siamo fatti prendere la mano e abbiamo fatto tutto quel repertorio che poi è dentro il disco. Abbiamo registrato quasi subito questo lavoro, "Realismo magico mediterraneo" che è uscito nel 2016, quindi dopo un anno di attività. Dopo un anno dall'uscita del disco, abbiamo deciso di fare una specie di compleanno, facendo uscire un'edizione nuova che abbiamo presentato pochi giorni fa al Defrag insieme a Ilenia Volpe. Questa edizione rappresenta una conclusione di questo percorso con un videoclip de "Il pezzo francese" che è l'apice della nostalgia (tema cardine di tutto il disco) e un inedito, "L'intricata foresta dei primi piani".»
Cosa ascoltano i Martingala?
Alessandro (basso): «Ascolto prevalentemente gruppi emergenti dal vivo. Uno degli ultimi che ho visto è stato The Castaway, con Luca ci conosciamo abbastanza bene. Poi Ilenia Volpe, Unminutodisilenzio, La Malastrada. Uno con cui ho suonato la scorsa settimana è Guido Maria Grillo: è della Campania ed è un artista molto interessante. Poi ecco, i Radiohead mi piacciono, o Le Luci della Centrale Elettrica.»
Davide (voce e chitarra): «Possiamo parlare un po' del futuro. Ora come ora mi piacciono molto i Tame Impala e vari gruppi di psichedelia nuova, con un piede nel passato ma molto attuale. Noi vorremmo fare musica surf, questo sarà il nostro approccio futuro. E' molto bello il timbro sonoro e la musica si fa anche per piacere.»
I vostri testi sono sia in inglese sia in italiano. Come mai avete fatto questa scelta di non scegliere una lingua precisa?
Davide (voce e chitarra): «Per lo stesso motivo del surf: ci piace il suono della lingua. In "Il pezzo francese" ci piaceva utilizzare il francese per la sua musicalità. Non scriviamo un pezzo in inglese "perché fa figo". Ad esempio "We Have Time", che è un pezzo più pop, è nato proprio in inglese in un modo molto spontaneo. Se un pezzo viene bene in inglese, lo facciamo in inglese, altrimenti no.»
Di Fracesca Marini.