Dal rock all'elettronica, da folk al pop, ce n'è per tutti i gusti. Abbiamo selezionato e raccolto in questo articolo i migliori album stranieri usciti nel 2016 secondo la redazione musicale di RLT.
David Bowie – Blackstar
Rca | art-rock
Un album fatto di groppi alla gola, l’ennesimo. Durante la sua lunga carriera musicale il Duca Bianco ha mantenuto sempre una ambigua e impalpabile dicotomia tra ciò che era il mondo circostante, le mode e il pianeta Bowie, giocando con effetti armoniosi e disturbanti al tempo stesso. David Bowie è stato capace di viziarci e sconvolgerci, un punto di riferimento per tutta la musica, per non rimanere indietro e Blackstar è sperimentazione, ricerca, passione e divertimento: tutto ciò di cui avevamo bisogno. Non è L’album della sua carriera, ma l’ennesima prova che David Bowie non ha bisogno di superarsi per brillare di più, una vera e propria Blackstar.
Bon Iver - 22, a million
Jagjaguwar | folktronica, songwritingL'attesissimo album di Bon Iver é sperimentazione, condita dalla sua riconoscibilissima voce. Le tracce diventano più morbide, con ispirazioni elettro-soul di gusto estremo. Anche i caratteri che le intitolano acquisiscono forma diversa, come contenitori plasmabili. C'è meno Wisconsin, ma lo si assapora ancora, mischiato a nazioni più calde. Orecchiabilissima '8, circle', sperimentazione pura '22 (over soon)'. Testa, cuore e pancia tuttinsieme. Applausi.
Michael Kiwanuka - Love&Hate
Polydor Records | soul, funkMichael Kiwanuka, il musicista londinese con la voce di Bill Withers, ha pubblicato il 15 luglio il suo nuovo album “Love&Hate”. A quattro anni dal suo debutto “Home Again”, la giovane promessa della Soul-funk di nuova generazione, sforna un album molto più maturo. La produzione affidata a Danger Mouse (Damon Albarm, The Black Keys, Gnarls barkley) riesce a unire l’aspetto più soul/roots di Kiwanuka, con lunghe suite di oltre 8 minuti, archi e cori ma condita anche di batterie campionate e un sound “svecchiato”.
Radiohead - A moon shaped pool
XL | chamber-pop, alternative rock
E’ ufficiale. Sono tornati. L’improvvisa sparizione sulle più importanti pagine social si è rivelata una mossa vincente che ha fatto nuovamente puntare i riflettori su di loro: i Radiohead. La band capitanata da Thom Yorke è tornata in studio nel 2012 per la realizzazione di A Moon shaped Pool, nono album pubblicato l’8 Maggio 2016. La nuova creazione discografica dei Radiohead appare al primo ascolto piena di contraddizioni; undici tracce che confondono e a tratti disorientano i fan, abituati ad un sound decisamente diverso. Si cavalcano atmosfere oniriche, malinconiche e nostalgiche, come in “Daydreaming” e “Present Tense” ma mai monotone. Dubbi esistenziali, lasciano posto a sprazzi di serenità con melodie commoventi che diventano a tratti struggenti, per poi riscoprire un sound elettronico come in “Burn the witch”, in cui leggerezza degli archi e psichedelia si fondono. Un lavoro atteso che necessita di tempo per essere apprezzato e compreso interamente, ricco di messaggi profondi, veicolatori di stati d’animo spesso offuscati dall’ansia, tipici dell’uomo contemporaneo.
Leonard Cohen - You Want It Darker
Columbia Records | Rock
La morte, l’amore e soprattutto la spiritualità, temi da sempre cari al cantautore di Montreal, vengono ripresi e affrontati, in “you want it darker”, con cruda e fredda semplicità. Gli arrangiamenti, caratterizzati dalla presenza di cori, organi e archi, accompagnano magistralmente le melodie sussurrate da Leonard Cohen e aumentano la percezione di sacralità che si ha durante tutto l’ascolto. Struggente, malinconico e allo stesso tempo sereno e sardonico, il quattordicesimo di Leonard Cohen è un bellissimo album, osannato, a ragione, dalla critica.
A Tribe Called Quest – We Got It From Here... Thank You 4 Your Service
Epic, SME | Jazz rap
Poteva essere un atto velleitario, un triste epilogo, l’ultima zampata di un leone vecchio e menomato dalla scomparsa del compianto Phife Dawg. E invece è il gran finale di una carriera eccelsa. Gli A Tribe Called Quest tornano a sorpresa col loro disco migliore dai tempi di ‘Midnight Marauders’: un album fresco, ispirato, che rielabora l'innovativo jazz-hop degli esordi con l'innesto di elementi moderni e non, elettronici, in un mélange creativo e sorprendente (in ‘Lost Somebody’ fa capolino un sample di ‘Halleluhwah’ dei Can, nientemeno). Con Q-Tip e Ali Shaheed Muhammad sugli scudi a guidare una nutrita pattuglia di star, da Jack White, a Elton John fino al redivivo compagno Busta Rhymes. Uno degli album dell'anno, semplicemente.
NICOLAS JAAR – Sirens
Other People | elettronica
Può l’elettronica essere politica? Nicolas Jaar quest’idea ce l’ha da tempo, nei 7 pezzi di Sirens la rafforza nel post-punk, sostituendo la componente depressa con la risolutezza dell’elettronica, la scrive sulla copertina del disco (“Ya dijimos No, pero el Si esta en todo”). Eclettico, ambiziosamente sperimentale, contro il sistema (uno a scelta tra i molteplici livelli di lettura della nostra era contemporanea).
Nick Cave - Skeleton Tree
Bad Seed Ltd. | Alternative-rock
Questo album è il tentativo di un artista di elaborare la morte del figlio, di cercare una strada attraverso l’oscurità trasformando il dolore in musica. Il risultato è un album sublime ma spettrale, con canzoni dai toni disperati come “Jesus Alone” o come “I need you”, capace di strapparti il cuore.
Anohni - Hopelessness
Secretly Canadian | Electronic pop, experimental
Antony Hegarty (voce di Antony and the Jonsons) si toglie la maschera e ci mostra la sua vera identità, ed il risultato è Anohni, ovvero il sopravvento del suo lato femminile, forse il più vero. Come vero e crudo è Hopelessness, il suo primo album da solista. Abbandonate le atmosfere orchestrali e talvolta un po' pacchiane dei lavori precendenti, Anohni dà ampio spazio all'elettronica, e ci si trova alla grande. Un disco che non risparmia niente e nessuno, di protesta: dalla casa bianca (Obama), alle guerre moderne (Drone bomb me) passando per il degrado della società moderna (4 Degrees).
Anderson Paak - Malibu
Steel Wool-OBE-EMPIRE | hip hop, soul
I ricordi di una Motown che non c'è più tornano prepotentemente reali, attualizzati da un Paak in uno stato di grazia stupefacente. L'ultima volta che si è sentita un'atmosfera così c'era la Winehouse in studio di registrazione. Brandon Paak Anderson fornisce una perfetta proiezione della sua anima musicale, declinata in ogni aspetto. Il nu soul si mescola con la più pura cultura della golden age, sfiziosamente arrotondato da chillout e memorie house. Si faticherà a trovare di meglio in questo 2016.
Chance The Rapper - Colouring Book
(No Label) | Rap
In un’America in cui le elezioni sono andate come sono andate, c’è un’altra realtà, un “sottosopra”, che probabilmente è la vera America, ed è quella nera, che si riprende lo scettro dell’innovazione culturale del Paese, se non altro in campo musicale. Il disco di Chance The Rapper si pone al centro di questo fenomeno contemporaneo, sintetizzando in un disco “spirituale” l’essenza umana, sociale e culturale della società americana. Comprensibile universalmente (come pochi dischi rap possono auspicare), la sensazione è che questo disco influenzerà sensibilmente la musica di domani.
Frank Ocean - Blonde
Boys Don't Cry | R&B contemporaneo, Musica minimalista
Frank ocean gioca con i ritmi, le interruzioni, e spezza i versi. Fa degli enjambement il suo marchio di fabbrica, sorprendendoci, ogni volta. Diciassette tracce estremamente coerenti e mai ripetitive, parlano di presente (Facebook story) mischiando sound già cavalcati ed elementi innovativi. I suoni mutano continuamente in una metaformosi che sembra non avere fine.
Motorpsycho - Here Be Monsters
Rune Grammofon | rock
Un disco generazionale. Se fossimo nel 1973. Incredibile come questo gruppo norvegese se ne freghi altamente delle tendenze di mercato, e sforni un imponente, nitido ed intrepido disco prog. Ascoltandolo si perde subito la coscienza di quando sia cominciato, o a che punto ci si trovi della riproduzione, tant'è che ci giocano anche i Motorpsycho, facendo una reprise in tono più basso del primo brano, brillantemente inserita per lo scopo. Da consumarne le piste, rigorosamente in vinile.
Solange - A seat at the table
Columbia | soul-r&b
Acclamato da tutte le maggiori testate musicali, l'ultimo album della più giovane delle sorelle Knowles emerge nei suoi suoni intensi, nel suo soul avvolgente ma anche e soprattutto nelle tematiche impegnate, che si originano dal background culturale black per andare a toccare il vero Io di Solange, la sua identità, indubbiamente quella di una grande artista.
I MIGLIORI DISCHI ITALIANI DEL 2016
I MIGLIORI ALBUM DEL 2016
GENNAIO FEBBRAIO MARZO APRILE MAGGIO GIUGNO LUGLIO AGOSTO SETTEMBRE OTTOBRE NOVEMBRE DICEMBRE